Libero, 8 aprile 2019
Animali immortali
Come gli Highlander hanno attraversato secoli di storia. Alcuni sono nati nel ’600 mentre in Europa infuriava la Guerra dei 30 anni e in Francia regnava il Re Sole (Luigi XIV). Stiamo parlando degli squali della Groenlandia, che possono vivere quattro secoli. Sono gli animali più longevi del mondo e crescono con un ritmo lentissimo, tanto da raggiungere la maturità sessuale a 150 anni. I Somniosus microcephalus sono i vertebrati più longevi del pianeta. Uno studio pubblicato su Science e condotto su 28 esemplari ha stabilito che i bestioni delle fredde acque del Nord Atlantico, che raggiungono i cinque metri di lunghezza, crescono appena un centimetro l’anno. E proprio la lenta crescita sarebbe la chiave della loro longevità. Uno di questi meravigliosi esemplari, finito per sbaglio nelle reti dei pescatori, si è scoperto essere nato nel 1600. Le analisi sono state compiute datando al radiocarbonio il cristallino degli animali, formato da proteine che non si rinnovano, e che conservava traccia di eventi radioattivi come i test nucleari degli anni ’60.
LA MEDUSA
Ovviamente non c’è in natura nulla di immortale, in grado di risorgere dalle ceneri come la mitica fenice. Se invece pensiamo a un animale capace di ritornare nel corso della sua vita allo stadio giovanile e invertire il processo di invecchiamento, rigenerandosi di continuo, allora sì esiste, è la medusa, per la precisione una Turritopsis dohrnii. Queste sue qualità le hanno fatto meritare il nome di “medusa immortale”. Il particolare processo biologico che le permette di avere queste singolari caratteristiche viene definito dagli scienziati “transdifferenziazione”. Dall’aspetto simile a un minuscolo ditale peloso, la T. dohrnii vive nelle acque del Mediterraneo e nei mari del Giappone ed è in grado di tornare allo stato di polipo dopo aver raggiunto la maturità. Una qualità unica in tutto il regno animale quella di poter rivivere la verginità. Pur essendo tecnicamente immortale, l’idrozoo naturalmente può essere predato, ucciso da altri animali o morire per malattia. A descrivere il funzionamento di questo meccanismo (senza però averlo davvero compreso fino in fondo), come riferiva il National Geographic qualche anno fa, è stato per la prima volta un team di scienziati italiani e tedeschi, tra cui Ferdinando Boero e Stefano Piraino dell’Università del Salento di Lecce. Le aragoste invece hanno una peculiarissima caratteristica biologica. Se, da un lato, possono morire per malattie o eventi accidentali, dall’altro lato sembrano essere immuni al trascorrere del tempo. I ricercatori stanno cercando di comprendere il loro asso nella manica. Potrebbe essere la telomerasi, un enzima che è in grado di ringiovanire le cellule all’infinito. Questo meccanismo è così efficace, che le aragoste per 60 o 70 anni sono fertili ed attive come se avessero solo pochi anni di età. Se fosse possibile riprodurre questo enzima ed adattarlo all’uomo, si potrebbe rallentare o bloccare del tutto il nostro processo di invecchiamento. L’essere umano, in base a quanto spiega la scienza, può vivere al massimo 120 anni, un traguardo raggiunto solo da pochi, e ben al di là della vita media, sia per gli uomini sia per le donne, seppur notoriamente più longeve di alcuni anni rispetto al sessso forte. Benché la nostra specie sia quella dominante sul pianeta, ne esistono tante altre tra gli animali che battono di gran lunga la durata della nostra vita, sia tra gli invertebrati che tra i vertebrati.
VONGOLA E BALENA
Con più di 400 anni troviamo un esemplare di vongola oceanica (Arctica islandica). Al bivalve, pescato nei mari islandesi nel 2006, era stata data un’età iniziale di 405-410 anni. Mentre alcune analisi successive si sono spinte fino a 507 anni. Purtroppo la vongola, soprannominata “Ming”, è stata uccisa per errore dagli studiosi che per amor di scienza volevano a tutti i costi determinarne l’età. Che viceversa sembra essere stata stabilita per le spugne di mare senza “spargimento di sangue”. Le Porifere, organismo pluricellulare, con corpi ricchi di pori e canali che permettono all’acqua di circolare attraverso essi, possono vivere fino a 15 mila anni. Tra i mammiferi vertebrati il più longevo è senza dubbio la balena artica (mysticetus), che può nuotare nelle acque artiche anche per 211 anni. L’animale può raggiungere 20 metri di lunghezza e 152 tonnellate di peso. Usciamo per un momento dall’acqua per incontrare la tartaruga gigante o delle Galápagos (Aldabrachelys gigantea), originaria dell’atollo omonimo nell’arcipelago delle Seychelles. Può vivere fino a 152 anni deponendo uova una volta ogni due anni, arrivando a pesare 400 chili di peso. Famosa per essere stata una delle più longeve Harriet, nata nel 1830 (circa), era una tartaruga delle Galápagos e aveva un’età stimata di 176 anni nel momento della sua morte. Era chiamata la “Tartaruga di Darwin” poiché si pensa sia stata catturata da Charles Darwin nel 1835 nelle Isole Galápagos. Torniamo sott’acqua dove la vita sembra davvero più lunga che sulla terra. Chissà perché Dio non ha donato anche a noi le pinne per qualche immersione rigenerante. Persino il riccio rosso di mare, può vivere fino a 200 anni: merito della dieta a base di alghe o dell’esoscheletro acuminato che permette di difendersi dai predatori. Duecento primavere le raggunge superandole leggermente anche Sebastes aleutianus, pesce osseo della famiglia dei Sebastidae che nuota in solitaria nel Nord Pacifico. Si ferma a 157, sempre che non venga pescato prima nel Golfo di Alaska, il pesce Sebastes borealis, diffuso dalle acque sudorientali della Kamchatka russa fino a quelle californiane.
NEI LAGHI
Un salto nei laghi, troviamo lo storione (Acipenser fulvescens) che può sopravvivere fino a 152 anni. Le femmine di questo pesce d’acqua dolce diffuso in Nord America impiegano dai 14 ai 33 anni soltanto per raggiungere la maturità riproduttiva, e depongono uova solo ogni 4-9 anni. In confronto, la trota iridea, nello stesso habitat, matura in 2-3 anni, e vive appena 11 anni. Selezionate dalla carpa comune in Cina durante la dinastia Jin, circa 2 mila anni fa, le carpe Koi sono pesci ornamentali noti per la loro bellezza e la grande resistenza, caratteristiche che le fanno apprezzare particolarmente dagli appassionati di laghetti artificiali. Non tutti sanno che possono raggiungere e superare i 220 anni di età; un esemplare scarlatto chiamato Hanako visse per ben 226 anni. Il dato fu rilevato in un laboratorio giapponese nel ’66, analizzando una scaglia del pesce. Persino l’ultimo della lista, Allocyttus verrucosus batte il più longevo tra gli umani. La creatura dalla forma a diamante, che si nutre di piccoli pesci e crostacei nelle acque oceaniche superficiali, può vivere fino a 140 anni: 23 in più rispetto alla più anziana “nonna” terrestre, morta in Giappone qualche tempo fa.