Corriere della Sera, 8 aprile 2019
Il padre della «cavalleria americana» forse era una donna
WASHINGTON Casimir Pulaski è ricordato come il «padre della Cavalleria americana», il «salvatore» di George Washington. Ma forse era una «madre» e una «salvatrice»: una donna, insomma, o una figura «intersex». È il dubbio seminato dal documentario realizzato da Smithsonian Channel, che verrà presentato in anteprima questa sera. Solo pochi mesi fa, Donald Trump ha dichiarato l’11 ottobre «giornata nazionale in ricordo di Pulaski».
Casimir era un aristocratico polacco, nato a Varsavia nel 1745 in una famiglia di politici e militari. Si schierò sempre con i ribelli. In Polonia combatté contro l’occupazione russa e quando l’insurrezione fu sconfitta, riparò in America, terra in piena ebollizione. Si presentò al comando di Washington con una lettera di raccomandazione scritta da Benjamin Franklin. Il comandante, il futuro presidente degli Stati Uniti, gli assegnò il compito di organizzare un reparto a cavallo, che presto diventò la «Pulaski Cavalry Legion». La sua popolarità diventò leggenda l’11 settembre 1777, quando sventò l’ attacco lanciato dalle truppe britanniche che stava per sorprendere, e probabilmente catturare, George Washington, a sud di Philadelphia. Morì a 34 anni, falciato da una mitraglia, mentre guidava la carica contro le fortificazioni di Sua Maestà a Savannah, in Georgia.
Un eroe classico, dunque, cui sono intitolate ancora oggi strade e scuole.
Finora la sua immagine più conosciuta è il ritratto dell’artista polacco Jan Styka. Polaski appare stempiato, lo sguardo severo, lunghe basette e baffetti a manubrio. Adesso, però, Charles Merbs, antropologo dell’Arizona State University, avanza un’ipotesi sorprendente. Con altri esperti dell’Università della Georgia ha potuto esaminare i resti di Polaski, custoditi in un contenitore metallico alla base di una statua equestre a lui dedicata, proprio a Savannah. Bene, lo scheletro sembra essere quello di una donna, come ha spiegato a Nbc News Virginia Hutton Eastabrook, professoressa di antropologia: «Nello scheletro femminile la zona pelvica è più ovale, mentre in quello maschile ha la forma di un cuore. Ebbene lo scheletro di Pulaski sembra molto femminile».
Nell’epoca della Rivoluzione americana le donne non avevano alcun ruolo, nonostante le pionieristiche rivendicazioni di Jane Franklin, sorella di Benjamin, che cercò di inserirsi nel dibattito pre-costituzionale prendendo spunto dalla cultura religiosa dei Quaccheri: «Non sono forse le femmine nate libere come i maschi? Non sono una sola cosa in Cristo e nella Verità?».
Colpisce dunque immaginare che in quel tempo il condottiero Pulaski potesse essere una donna.
In realtà gli scienziati si mantengono cauti: «Non posso dire nulla fino a quando non avremo tutti i risultati delle analisi», ha fatto sapere Charles Merbs. Il documentario di Smithsonian Channel avanza anche un’altra ipotesi. Il corpo del generale polacco potrebbe essere stato «intersex», con alcune caratteristiche genitali della donna sommate a quelle dell’uomo. Un profilo raro, ma possibile: secondo le stime dell’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite oggi circa l’1,7% della popolazione mondiale ha tratti intersessuali.
Infine, lo scenario più radicale: le ossa custodite nel monumento di Savannah dal 1854 semplicemente non sono quelle del cavaliere che salvò la vita a George Washington.