Robinson, 7 aprile 2019
Gli storici discutono sulla famiglia naturale
dei grandi mali e, a dire la verità, lo sono ancora. Perché crea modelli e messaggi sbagliati e crea bisogni che non ci sono. Con Berlusconi è diventata addirittura santa. E allora io vai “con Coca Cola chi Vespa mangia le mele” che a me aveva fatto girare le balle perché usava quel linguaggio nonsense mutuato dal teatro di avanguardia. Venendo proprio da lì a me questa cosa dava fastidio e allora ecco che ti scrivo “chi non Vespa più e si fa le pere"». Cosa dobbiamo aspettarci per questi nuovi concerti? «La mia idea è questa: la disperazione che c’è oggi in Italia io la sento. Poi magari mi sbaglio, la maggioranza della gente è felice ma di sicuro c’è una minoranza come me che è molto preoccupata. C’è solo una cosa che io posso fare per combattere la disperazione: suonare, portare della gioia con la musica. Almeno per una sera, che lo so, non è molto, ma è meglio di niente. La musica per me è sempre stata una consolazione, la musica ci salva sempre». Lo diceva anche Lou Reed: la vita di molti è stata salvata dal rock’n’roll. «L’anno scorso dopo Modena Park avevo pensato di smettere perché dopo che hai fatto un concerto così, che cosa puoi fare di più? Tanto vale chiudere lì. Però invece ho deciso di ricominciare come se fossi ritornato all’inizio. Ringrazio tutti quelli che sono venuti: un pubblico intelligente, maturo, altroché sbandati, sconvolti. Oppure sì sbandati, sconvolti ma quando ci crediamo le cose le facciamo bene perché fare bene le cose è importante. Vale per tutti: io cerco di fare bene il concerto, tu se fai il pizzaiolo fai bene la pizza». «Nei concerti dell’anno scorso avevo deciso di partire dalla felicità, aprivo con Cosa succede in città: “Guarda lì, guarda là/ Che confusione” ( canta). Quest’anno parlando di disperazione di sofferenza è chiaro che uno dei temi sarà l’esclusione». E quindi “Mi si escludeva”, di cui parlavamo prima non potrà non esserci. «L’immigrazione è un fenomeno complesso: io la capisco la paura per il diverso. Ce l’ho anch’io, come tutti, ma bisogna andare oltre il rifiuto. Attraverso il ragionamento bisogna trovare regole comuni e il modo di convivere. Questo pensiero che adesso domina fa paura». Ed escludere non è proprio la cosa migliore come tu stesso hai sperimentato… «Quando ti senti escluso è una sensazione terribile. Bisogna mettersi in quei panni. Se uno fugge da un luogo ha già un problema e tu cosa fai, lo criminalizzi? Questo per me è sempre il modo sbagliato. Ma attenzione io non faccio politica perché la politica non la devo fare io e odio i discorsi da bar. Però credo nei principi, nell’etica, nella complessità del ragionamento. Ecco credo che la politica serva a questo, a fare dei ragionamenti che portano alla soluzione dei problemi. Dobbiamo essere meglio del nostro istinto». So che leggi Spinoza e una volta hai citato questa sua frase:” Chi detiene il potere ha sempre bisogno che la gente sia affetta da tristezza”. «Era proprio l’incipit di alcuni concerti che ho fatto. Il potere in questo modo giustifica se stesso». È vero che hai letto tutta La ricerca del tempo perduto di Proust? «Sì. Era un periodo in cui sentivo proprio il piacere di leggere. Mi ricordo le circa cinquanta pagine in cui raccontava il modo in cui si svegliava: scrive in un modo così straordinario che ci entri dentro e non riesci più a smettere. Ho cercato di leggere Lacan ma non ci sono riuscito e allora ho letto Recalcati che mi ha aiutato a capirci qualcosa. Prima ho letto Jung e Freud». «Mi intrigano le visioni del mondo. Infatti il primo libro di filosofia che ho letto è stato Il mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer e sono rimasto incantato. Sai ho iniziato perché dovevo colmare le lacune della mia ragioneria e sono sempre in questo viaggio fatto di domande ma dovevo ricostruire un senso della storia del pensiero». «Trasformare tutte le cose che mi succedono in canzoni meravigliose. Ci vuole anche un po’ di magia. E poi mi piace la bacchetta magica». Stelline, cuori, mezzelune si mescolano. Sono come diamanti nel nostro cielo. Brillano nella notte che abbiamo intorno».