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 2019  aprile 07 Domenica calendario

Netanyhau promette di attaccare la Giordania

TEL AVIV, ISRAELE Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che, in caso di vittoria nelle elezioni di martedì, il suo governo comincerà ad annettere la Cisgiordania, occupata da Israele dal 1967. «Uno stato palestinese metterebbe in pericolo la nostra esistenza», ha detto. Non ha chiarito come e quando intenda estendere la sovranità israeliana, e soprattutto a quanta parte della regione. La Cisgiordania costituisce il cuore del territorio su cui, in qualsiasi piano di pace o risoluzione delle Nazioni Unite dal 1947 ad oggi, dovrebbe nascere lo stato di Palestina. Dagli accordi di Oslo nei primi anni ‘90 ad oggi la regione è suddivisa in tre parti. L’Area A, che comprende i grandi centri abitati palestinesi (Betlemme, Ramallah, Nablus) è, secondo gli accordi, a tutti gli effetti sotto il controllo dell’Autorità palestinese di Abu Mazen. Di fatto, le forze di sicurezza israeliane penetrano ogni giorno in Area A per effettuare arresti, e spesso avvertono le forze di sicurezza palestinesi solo a cose fatte. L’ingresso nella regione A è proibito ai civili israeliani: la cosa viene segnalata da enormi cartelli stradali. Solo gli arabo-israeliani possono ignorarli. L’area B è un’area cuscinetto sotto controllo militare israeliano ma civile palestinese. C’è poi la cruciale Area C, il 60 per cento della Cisgiordania ed è sotto controllo esclusivo dall’esercito israeliano che include tutti gli insediamenti israeliani (quasi mezzo milione di abitanti) e alcune zone rurali circostanti con pochi abitanti palestinesi. Proprio da questa regione gli alleati oltranzisti di Netanyahu, come l’attuale ministro dell’istruzione Naftali Bennett, vorrebbero partire per l’annessione. L’idea è di espandere la sovranità israeliana senza “minacciare” la maggioranza ebraica, ossia offrendo la cittadinanza israeliana ad un numero contenuto di palestinesi. Tale espansione darebbe il colpo di grazia alla soluzione a due Stati. La famosa linea verde, che separa Israele dalla Cisgiordania sulle mappe delle cancellerie europee ed internazionali, diverrebbe ancora più distante dalla realtà sul terreno.