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 2019  aprile 06 Sabato calendario

La fiera del baratto

S iamo tornati al baratto? Sembrerebbe di sì. Tra pochi giorni si apre a Napoli la Fiera del baratto e dell’usato, e così è sempre più frequente imbattersi in mercatini della permuta o incontrare persone che organizzano sessioni di swapping (il baratto online) in case private, per non dire dei siti che si moltiplicano in rete. Il baratto è inteso come scambio di beni o servizi senza l’uso del denaro quale mediatore. Una delle cose che si suole dire è che il baratto costituisce uno stadio primitivo dell’economia, prima dell’invenzione del denaro. Non tutti gli antropologi sono d’accordo su questa versione della vita economica, o almeno non lo è Marcel Mauss, che ha contrapposto all’economia monetaria il dono nella forma del potlach, le cerimonie rituali consistenti in dissipazioni sempre crescenti di cibo o oggetti preziosi. La moneta è uno strumento di scambio molto antico, come mostrano i dischi di pietra utilizzati nella Micronesia o l’uso di conchiglie sotto forma di collane e bracciali nelle isole Trobriand di cui parla l’antropologo Bronis?aw Malinowski. Oggi il baratto ritorna sotto forma di scambio di cose usate, come dice il titolo della fiera napoletana. Viviamo in una società che ha accumulato, nell’ultimo secolo e mezzo, un’enormità d’oggetti artigianali o industriali, che sono stipati nelle nostre case, cantine e solai. Molti oggetti hanno una vita più lunga del loro specifico uso e tendono a diventare obsoleti per numerose ragioni, pur essendo spesso in buone condizioni. Il baratto torna di moda anche per ragioni economiche – la crisi ci ha resi più attenti allo spreco e al riuso –, ma ha anche una ragione meramente pratica: sbarazzarsi di quello che è in più, che non serve, e cercare di ottenere in cambio altri beni, oggetti o servizi utili in quel momento. La civiltà contadina che è alle nostre spalle non sprecava nulla e accumulava gli oggetti desueti, pochi per la verità, in appositi spazi in attesa di riutilizzarli; era una società della scarsità e non, come la nostra, dell’abbondanza. Oggi questa abbondanza travalica la nostra capacità di accumulare altre cose. In altre società, come quella americana, dove lo spostamento delle persone e il cambio delle abitazioni è un fatto più usuale e consueto che da noi, la capacità di accumulo è molto più limitata. In quel Paese il trasloco coincide spesso con l’istituzione del dono o la realizzazione di mercatini, sui marciapiedi antistanti la casa, gestiti da ragazzini. Sebbene non ce ne rendiamo conto gli oggetti posseggono un’anima, o almeno noi gliela attribuiamo come sanno bene i bambini, che stentano a disfarsi dei loro giocattoli anche regalandoli. Con il baratto si esercita una sorta di parità simbolica: un oggetto va e uno viene, e così gli dèi degli oggetti che li abitano non sono troppo dispiaciuti.