Corriere della Sera, 7 aprile 2019
Sergio Costa: «Salvini non sa di che cosa parla. Prima di criticarmi deve studiare»
Sergio Costa, Ministro dell’ambiente, è nato a Napoli.
Ministro Sergio Costa, questi attacchi contro tutto quello che fa lei da parte di Matteo Salvini cosa significano? «Significano che allora sto lavorando bene».
È una battuta?
«Certo».
E cosa pensa veramente di un ministro dell’Interno che ogni giorno attacca il ministro dell’Ambiente?
«Salvini non è solo un ministro, è un leader politico, ha diritto di esprimere le sue critiche, però...».
Però cosa?
«Salvini dovrebbe prima studiare. Quando affronta i temi ambientali non sa di che cosa parla».
Che vuole dire?
«Prendiamo i termovalorizzatori. Volerne costruire di nuovi è antistorico, soprattutto quando alcune regioni – Lombardia e Veneto tra queste – stanno pianificando di chiuderli. È una questione di buon senso che si spiega con i numeri. Posso?».
Prego...
«Secondo gli obiettivi europei gli inceneritori bruciano rifiuti indifferenziati non riciclabili e non compostabili, e noi abbiamo un accordo con l’Europa per cui entro il 2030 dobbiamo arrivare al 70% di raccolta differenziata. Cosa ci mettiamo quindi in quegli ipotetici impianti che nel 2030 avremmo appena finito di costruire? Non è un caso che nel contratto di governo che anche la Lega ha siglato c’è scritto di superare gradualmente gli inceneritori».
Matteo Salvini dice che lei gli impianti non li vuole costruire...
«Il ministro Salvini sbaglia. Io non voglio che si costruiscano impianti che non servono. Ma gli impianti di compostaggio sì, sono loro il futuro visto che smaltiscono il materiale organico, ovvero il 40% dei nostri rifiuti. È questo il problema di Salvini».
I modelli
Sui termovalorizzatori ragiona con i vecchi paradigmi produttivi
E vuole abbattere i lupi
Quale?
«Ragiona con i vecchi paradigmi produttivi, il cambiamento climatico ci impone una svolta radicale nel nostro modo di pensare. Dovrebbe prendere esempio dai ragazzi del Friday for future».
Salvini l’ha attaccata anche sul «piano lupo». C’entra anche il lupo con i cambiamenti climatici?
«C’entra con la salvaguardia della biodiversità, che è parte del contrasto ai cambiamenti climatici. Il piano lupo è stato realizzato da scienziati del settore, prevede 22 azioni di mitigazione, ed esperti Ispra che aggiungono modelli di mitigazione integrata per specifici territori. È un approccio scientifico, non ideologico come quello di Salvini: abbattere a prescindere».
Salvini ha polemizzato con lei sulla Tav Torino-Lione...
«Io sulla Tav non ho alcun potere decisionale».
E allora come mai Salvini se l’è presa con lei pure la Tav?
«Non ho potere decisionale ma Toninelli e Di Maio – ministro dei Trasporti e dello Sviluppo economico – recepiscono i miei pareri».
E secondo lei che problemi crea all’ambiente la Tav?
«Il più grave, a mio parere, è quello dell’amianto. Per costruire quel tratto di ferrovia devono bucare colline e montagne ricche di amianto».
E qual è il pericolo?
«L’amianto si diffonde nell’aria in fibre molto sottili, se respirato può uccidere».