la Repubblica, 6 aprile 2019
Intervista a Alfonso Bonafede
Alfonso Bonafede, Ministro della giustizia, è nato a Marzara del Vallo.
«Manettaro». Autore di «furbate» poco corrette come presentare in commissione, anziché in consiglio dei ministri, prima la prescrizione e poi le pene più alte per la violenza contro le donne. Lo sa, Guardasigilli Bonafede, che la Lega ce l’ha proprio con lei? «Continuo ad ascoltare chiacchiere di corridoio, che non so se vengono fatte circolare volutamente. Nessuno mi ha mai detto queste cose in faccia, e d’altronde sarebbe difficile venirmi a dire di essere contro l’aumento delle pene per la violenza sulle donne. Se valuto i fatti, sulla giustizia abbiamo approvato tantissime leggi importanti e il governo è stato compatto». Dicono che la mossa della castrazione chimica era proprio una sorta di ritorsione della Lega contro di lei perché starebbe preparando una riforma del processo civile e penale all’insegna delle manette. È vero? «Anche questo non mi risulta, e chi lo ha detto mente. La verità è che sulle riforme del processo ci sono già stati diversi incontri e dobbiamo farne soltanto un altro. Siamo tutti d’accordo sul fatto che i processi devono essere più veloci. Quanto alla castrazione chimica si tratta, al netto di qualsiasi valutazione etica e giuridica, di un trattamento temporaneo per chi, condannato per stupro, vuole uscire dal carcere. Per me l’obiettivo, invece, è far stare in carcere quel condannato». Riecco le manette di cui si lamenta la Lega. Quanto al processo civile e penale il ministro Bongiorno ha già messo a terra l’ascia di guerra, dice che l’accordo non c’è... «Non c’è nessuna ascia di guerra, e io non ho mai detto che l’accordo era già chiuso». Non potrebbe essere un trucco della Lega per far saltare il blocco della prescrizione che dovrebbe entrare in vigore a gennaio 2020? «I cittadini ci chiedono processi con tempi brevi, e su questo la Lega mi dice di essere d’accordo. I trucchi li lascio ai prestigiatori». La Lega ce l’ha con voi. Il sottosegretario Giorgetti dice che M5S ha da parte dossier sul Carroccio... «Siamo alla pura fantascienza... che a voi giornalisti però vedo che piace». Lei non vuol far saltare le leggi sulla giustizia ed è cauto, ma Di Maio ha avuto parole dure contro la Lega «abbagliata dal potere» e che «vuole prendersi tutto», come ha scritto Repubblica. L’ultima accusa è di ieri, sull’alleanza leghista con partiti che giustificano l’Olocausto. Avete deciso di rialzare la testa? «M5S cammina a testa alta portando avanti i suoi valori. Da sempre. Resta una forte preoccupazione per un’ultra destra che avanza a livello europeo. Basta studiare la storia per capire che non è la strada da seguire». Per lei chi ha vinto tra Tria e Di Maio sui risparmiatori? «Non c’era una partita. Di Maio, a nome di M5S, ha chiarito che abbiamo una sola parola ed è quella che abbiamo dato ai truffati dalle banche che devono essere risarciti. L’incontro di lunedì tra i truffati, Conte e Tria dimostra che stiamo andando proprio in quella direzione. Poche chiacchiere, passiamo ai fatti». Finirete per cacciare Tria? «Non dico che Tria debba stare sereno perché porta male. Può però stare tranquillo perché ci fidiamo di lui. Se qualche volta c’è qualche piccola tensione, non si tratta di un questione personale. Ma siamo una forza politica che mantiene la parola». Come finirà con i risparmiatori? «È stato già stanziato un miliardo e mezzo, quindi verranno risarciti. Sulle modalità non rispondo perché sarebbe poco rispettoso in vista dell’incontro di lunedì». Dica la verità, si avvicinano le elezioni, vi siete resi conto che siete sotto nei sondaggi e che questo governo vi danneggia. Quindi state prendendo pesantemente le distanze dalla Lega. «Non abbiamo mai lavorato in base a quello che ci dicevano i sondaggi, ma in base agli interessi dei cittadini. Continuiamo a credere che il lavoro paga, così com’è stato in tutti questi anni». Esiste una dichiarazione di guerra in 12 punti di M5S in chiave anti Lega? «Non ho mai letto niente del genere». Lei è sempre stato buonista con Salvini, lo ha coperto sulla legittima difesa. Per non parlare di M5S sull’autorizzazione alle indagini chiesta da Catania sulla Diciotti e sullo stesso decreto sicurezza... «Io non copro proprio nessuno. Continuo a guardare ai fatti. E fino ad ora, per la giustizia, abbiamo portato avanti le leggi che i cittadini chiedevano da vent’anni, il blocco della riforma Orlando sulle intercettazioni e sulla svuota carceri, la riforma del diritto fallimentare, la ‘spazzacorrotti’, il divieto dell’abbreviato per i reati puniti con l’ergastolo, la class action, infine il codice rosso. E nel frattempo stiamo facendo un numero di assunzioni sulla giustizia che non ha precedenti nella storia della Repubblica». Vogliamo parlare della riforma degli appalti su cui insiste la Lega, proprio contro la sua ‘spazzacorrotti’, e su cui si registra il pesante silenzio dell’Anac di Cantone? «Per me questa riforma è importante, così come lo è il fatto che ci sia un confronto con l’Anac e con il presidente Cantone. E colgo l’occasione per ringraziarlo per il rapporto virtuoso che si è istaurato con il mio ministero». È di queste ore l’insistenza irridente di Salvini su Mimmo Lucano anche dopo la sentenza della Cassazione. Non è un’offesa al buon senso e all’indipendenza dei giudici? «Non c’è stato nessun attacco alla magistratura e non commento le singole sentenze». E dove mette l’atteggiamento della Lega che ammicca all’estrema destra, gruppi come Casa Pound, Forza Nuova, protagonisti della guerra nelle periferie? «Dal mio punto di vista dev’essere chiaro che in Italia non c’è alcuno spazio non solo per la violenza, ma nemmeno per chi la fomenta». Anche a costo di spaccare il partito, di cacciare presunti dissidenti come De Falco, avete rispettato un contratto che è del tutto indigesto quantomeno a una parte del vostro elettorato di marzo... «Nessuno ha mai messo in dubbio che M5S e la Lega siano due forze politiche completamente diverse. Ma c’è un contratto di governo e la lealtà rispetto ad esso rappresenta l’unica strada percorribile».