ItaliaOggi, 5 aprile 2019
Germania, torna l’antisemitismo
I ragazzi musulmani nelle scuole sono antisemiti? La colpa è dell’islamofobia dei tedeschi. Questo in estrema sintesi il risultato di uno studio della Bundeszentrale für politische Bildung di Bonn, la centrale federale per la formazione politica. Un risultato preoccupante, ha commentato il settimanale Focus nell’edizione online. Lo studio è molto attento: si parla genericamente di «giovani musulmani» senza mai indicare l’origine, turca o araba. La ricerca è stata condotta per due anni in due scuole di Duisburg e di Dinslaken, nella Ruhr. Un campione piccolo, dunque, e geograficamente circoscritto. Nella zona la concentrazione di immigrati è altissima, ma sarebbe interessante condurre la ricerca nelle grandi città, da Berlino a Monaco, alla vicina Colonia dove sorge la più grande e moderna moschea d’Europa.I ragazzi musulmani si sentono discriminati e respinti a causa della loro fede religiosa, reagiscono cercando un capro espiatorio e lo trovano negli ebrei: «Anche noi veniamo trattati come ebrei», ripetono. Un corto circuito che non può essere spiegato razionalmente. Ma sembra che il giudizio dei ricercatori di Bonn rifletta, a sua volta, la paura dei tedeschi di essere accusati di razzismo a quasi 75 anni dalla fine del III Reich. Le aggressioni contro gli ebrei, a scuola o per strada, sono aumentate in modo drastico a partire dall’arrivo di oltre un milione di profughi, in gran parte arabi, nel settembre 2015. Ma le autorità scolastiche hanno il timore di prendere posizione, «normali dispute» tra adolescenti è il loro giudizio. La polizia non classifica sempre le violenze come atti razzistici, i giornali secondo il codice di autodisciplina non dovrebbero indicare l’origine di chi è coinvolto in fatti di cronaca, come aggressore o vittima. E, caso mai, si arriva a scrivere di «mobbing religioso».
Per non drammatizzare, basta citare due recenti casi di cronaca, in cui non si sono avute vittime. La settimana scorsa una dozzina di auto di un corteo nuziale si è fermato sull’autostrada A2 presso Hannover per scattare foto. Il traffico è rimasto bloccato creando una situazione di grave pericolo. E amici e parenti degli sposi hanno aggredito gli agenti quando sono intervenuti. All’inizio si è parlato genericamene di «corteo nuziale», senza dire che gli sposi erano turchi, che hanno l’usanza di festeggiare con cortei di auto i matrimoni di solito nei centri cittadini. Venerdì, un giovane si è lanciato a cento all’ora nella zona pedonale di Essen, sempre nella Ruhr, ed è stato bloccato in tempo prima che provocasse vittime. Anche in questo caso solo con molto ritardo si è precisato che era un diciannovenne del Tagistan, irritato perché in banca gli avevano chiesto i documenti.
La ricerca dell’Istituto di Bonn è stata condotta tra il 2015 e il 2016; si è atteso prima di comunicare i risultati, ma proprio l’ultimo dell’anno del 2015 a Colonia (a pochi chilometri da Duisburg) duemila giovani arabi si erano scatenati in una notte di violenze contro le donne. Erano quasi tutti giovani del Maghreb, tunisini, algerini, marocchini, accolti nei centri della Ruhr, che non avrebbero diritto all’asilo politico. Pochi sono stati identificati, nessuno è stato espulso. Forse nei mesi successivi, quelli in cui è stata condotta la ricerca, si sarà avuta una comprensibile reazione negativa.
Gli ebrei sono in Germania non più di 200 mila, i musulmani tra i 4 e i 5 milioni. È normale che nelle scuole di Berlino i ragazzi ebrei siano in minoranza rispetto ai coetanei musulmani. E anche ai ragazzi cristiani. In certe classi, gli studenti tedeschi, a volte, non sono più di un paio. Le famiglie ebree preferiscono mandare i figli alle scuole private, a Berlino si raccomanda agli ebrei, residenti o turisti, di non farsi riconoscere per strada. In certi quartieri è pericoloso.
Il Varband di Bonn consiglia di estendere la ricerca a tutta la Germania e di cercare di reagire alla tendenza anti islamica. Già in uno studio del 2010 aveva paragonato l’islamofobia all’antisemitismo. Ma la fobia, cioè la paura di qualcosa o di qualcuno è cosa diversa dal razzismo. Nel Corano, si aggiunge, non ci sarebbero passi contro gli ebrei. L’ho letto, come lessi a suo tempo il libro verde di Gheddafi, perché è il mio mestiere leggere tutto, ma non mi spaccio per un esperto. Ma nel Corano, ad esempio, non si parla di velo islamico che dovrebbe coprire le donne, come nei Vangeli Gesù non pronuncia mai la parola «sesso». L’odio per gli ebrei è diffuso e radicato tra i musulmani da secoli. Dire che è colpa di noi europei è come dire che è colpa degli ebrei se Hitler cercò di sterminarli.