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 2019  aprile 05 Venerdì calendario

La Germania crescerà solo dello 0,9%

FRANCOFORTE
La Germania crescerà «solo» dello 0,8% nel 2019, oltre un intero punto percentuale in meno di quanto pronosticato nell’autunno 2018: a dirlo sono stati ieri i cinque principali think tank economici tedeschi nel rapporto di primavera sull’andamento dell’economia, redatto per conto del ministero federale dello sviluppo economico. Ieri stesso, gli ordini industriali tedeschi sono calati più del previsto a febbraio, segnando -4,2%, il ribasso più forte da due anni e in controtendenza rispetto alla stima media di un +0,3%. Su base annua si tratta di una flessione dell’8,4%, la più pesante in dieci anni. Il ministero dell’Economia tedesco ha osservato che l’attività manifatturiera «continuerà ad essere debole nei prossimi mesi,in particolare per la scarsa domanda estera», anche se la Germania spera ancora in un secondo semestre 2019 in buona salute e un 2020 in ripresa.
La drastica revisione al ribasso delle previsioni congiunte di Ifo, DIW, IfW Kiel, IWH e RWI rispetto al forecast autunnale, è stata attribuita al rallentamento nel secondo semestre dell’anno scorso, peggiore delle attese per via del deterioramento delle condizioni internazionali e da impedimenti alla produzione nel settore manifatturiero, tra i quali la lentezza delle immatricolazioni auto e il basso livello dei fiumi. Il rapporto tuttavia ha mantenuto invariata la stima per il 2020 con la crescita del Pil data in rialzo a +1,8% grazie a un ultimo trimestre 2019 atteso particolarmente solido. I cinque istituti esperti non drammatizzano, sostenendo che la moderazione del 2018 e di inizio 2019 può essere interpretata come una «normalizzazione» dopo un 2017 particolarmente forte: dall’altro lato però ammettono che restano le incognite irrisolte sul fronte dei dazi Usa e una Brexit disordinata. La possibilità di una recessione pronunciata quest’anno, con diversi trimestri in Pil negativo in Germania, è data nel rapporto per modesta ma aperta all’intensificarsi dei rischi politici.
Il peggioramento della crescita in Germania nel 2019 rispetto a quanto previsto a metà dello scorso autunno, trend di cui ha già preso atto il Governo (Pil +1%), conferma la vulnerabilità dell’economia tedesca alle turbolenze internazionali e ai fattori globali. La tenuta della domanda interna e l’ottimo stato di salute dell’occupazione non bastano per ora a ribaltare il rallentamento, che anzi sta proseguendo più del previsto e con intensità maggiore delle attese. Nel 2019, stando al responsabile del dipartimento di macroeconomia e vice-presidente dell’Halle Institute IWH Oliver Holtemöller, sarà l’Italia, piuttosto che l’industria auto tedesca, ad avere un impatto negativo sull’andamento dell’economia tedesca quest’anno. «L’industria automobilistica in Germania ha contribuito al rallentamento del 2018, ma ora prevediamo che tornerà a crescere. Per questo non prevediamo che avrà un impatto negativo quest’anno anche se esiste sempre il rischio che i problemi delle auto risultino peggiori del previsto – ha spiegato al Sole 24 Ore Holtemöller-. In quanto all’Italia, che è uno dei partner commerciali principali della Germania, la debole economia italiana avrà un impatto negativo sull’export tedesco. Prevediamo lo 0% per il Pil italiano quest’anno».
Di tutti questi fattori tiene conto la Bce, che mantiene la politica economica ampiamente accomodante, con una forward guidance che indica tassi che resteranno su questi livelli fino alla fine del 2019(e non più fino all’estate) e con il reinvestimento integrale dei titoli che scadono nel portafoglio da 2.600 miliardi dell’Asset purchase programme per un «prolungato periodo di tempo» dopo il primo rialzo dei tassi. Alcuni esponenti del Consiglio hanno «espresso una iniziale preferenza per l’estensione della forward guidance fino alla fine del primo trimestre del 2020», è emerso dai verbali della riunione di politica monetaria della Bce del 7 marzo e resi noti ieri. Altri membri hanno preferito estendere la forward guidance fino alla fine del 2019, più coerente con lo scenario di base di «un rimbalzo dell’economia nella seconda metà del 2019».