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 2019  aprile 04 Giovedì calendario

I filosofi trash della tv

Pio D’Antini e Amedeo Grieco, comici, nati a Foggia.

La loro forza è non prendere mai una posizione, non scegliere mai da che parte stare, «siamo abituati a stare per strada e salire sul carro vincente». La filosofia opportunista di Pio e Amedeo è la cifra della loro comicità, marcata inflessione foggiana, il gioco sul prototipo dell’italiano medio e cafone, una maschera per fare ironia in modo non banale. Dopo un Sanremo da applausi sono tornati in tv, ospiti fissi di Amici di Maria De Filippi.
Tra «Amici» e Sanremo non c’è molta differenza, è una gara di cantanti e anche al Festival non è che fossero così famosi...
«Noi eravamo così terrorizzati all’idea di esibirci a Sanremo che nemmeno sapevamo chi cantava. Per la verità non sappiamo nemmeno chi ha vinto».
Ad «Amici» avete ironizzato su Salvini e Di Maio. Ora vi date alla satira?
«È stata una sfida. Abbiamo provato a portare un po’ di satira politica dentro un programma dedicato ai ragazzi. Non un’ironia alla Crozza, che è un fenomeno, ma secondo la nostra cifra, mantenendo un linguaggio accessibile a tutti, non solo a chi legge tutti i giornali. Ci ha sorpreso la reazione dei ragazzi, soprattutto sulle battute a Di Maio».
Chi fa più ridere tra Salvini e Di Maio?
«Insieme sono uno spettacolo. Litigano, fanno pace, litigano di nuovo. Ma dipende dagli ormoni, perché da quando sono fidanzati sono più nervosi. Quando cominci una storia non consumi, al massimo fai una pomiciata, per cui entrambi sono inquieti... Di Maio e Salvini sono giovani, parlano lo stesso nostro linguaggio, avvicinano molto i ragazzi alla politica».
Sicuri che siano felici se dite che parlano il vostro stesso linguaggio?
«Dice che si devono offendere? Però il post sul tiramisù l’avevamo già fatto noi un anno fa, molto prima di Salvini».
Alex Britti non sembrava felice delle vostre battute...
«Bisogna capirlo, aveva preso una multa, gli hanno tolto tre punti, ma non se lo meritava, era una contravvenzione ingiusta, per le quattro frecce sul passo carraio...».
Il vostro talent è stato la strada?
«Lo è tuttora, se stai a casa non trovi niente: il dovere di un comico è spiare la gente, prendere spunto da quello che succede, rubare in strada... in senso lato perché purtroppo tra gli aspetti negativi della popolarità c’è che non possiamo più rubare all’autogrill».
In tempi di politicamente corretto è più difficile fare comicità?
Stiamo sperimen-tando
la satira politica
In coppia Salvini
e Di Maio sono uno spettacolo Da quando sono fidanzati sono più nervosi: dipende dagli ormoni
«Se riesci a scavare su certi argomenti, riesci a essere vincente: lo stimolo è confrontarsi in format diversi, capire il pubblico a cui ti rivolgi e sollecitarne la reazione».
Vi date un limite?
«No, ce lo danno gli altri... Scherzi a parte non siamo mai stati censurati, ci hanno sempre permesso di fare quello che volevamo, siamo noi piuttosto che decidiamo cosa fare in determinati contesti».
A settembre sarete in scena all’Arena di Verona per il vostro nuovo spettacolo «La classe non è qua».
«Sicuramente chi viene a vederci non si deve aspettare correttezza, sarà una sorta di esperienza mistica e pensiamo di invitare qualche guest star, qualcuno che in questo periodo sta toccando il fondo del barile e ha tempo libero a disposizione».
Sanremo, «Amici», come si torna alla vita di tutti i giorni, alla tv di tutti i giorni?
«Il segreto della comicità è fare cose importanti e riposarsi quando hai consumato le munizioni. Per i prossimi due anni i colpi in canna li abbiamo, speriamo sempre di mantenere uno standard elevato. Al limite ricominciamo dal basso, stiamo già pensando al concorso nei vigili del fuoco».
Cosa vi fa arrabbiare?
«Le persone che si prendono troppo sul serio, la facilità con cui non si rispetta il lavoro degli altri, l’odio dei social, gli haters. La critica è legittima, la cattiveria fa paura».
Siete una coppia di fatto...
«Non solo una coppia di fatto, ma anche una famiglia allargata, siamo cresciuti insieme, alla fine non sai più chi è la mamma di chi... Battute a parte, non è più tempo di giudicare, e lo diciamo noi che veniamo da una realtà evolutissima come Foggia».
Voi che siete popolo e non élite per chi votate?
«C’è un nostro cugino che è candidato alla circoscrizione di Foggia. Anzi se non le dispiace chieda dei voti a nome suo, perché noi siamo per il sistema clientelare. È passato in 12 anni dal Pd a Forza Italia, alla Lega, ora è nella Lista Civica: lui è per la pagnotta e non si schiera mai».