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 2019  aprile 04 Giovedì calendario

Lamberto Sposini attende un risarcimento dalla Rai

Il 29 aprile saranno otto anni. Tanto è passato da quel pomeriggio in cui la vita di Lamberto Sposini è cambiata per sempre e, assieme alla sua, quella delle persone che gli vogliono bene. Era al lavoro, in Rai, pronto per andare in onda. Ma un’emorragia cerebrale ha sconvolto ogni cosa e un uomo «che fino a quel momento aveva fatto della parola la sua esistenza, si è ritrovato a non poterla usare più», dice Sabina Donadio, ex compagna del giornalista. Con lui ha avuto una figlia, Matilde, che oggi ha 17 anni. 
Anche lei non vede l’ora che si concluda il processo con la Rai, per accertare i ritardi e le negligenze che avrebbero compromesso non poco lo stato di salute di suo papà: la sentenza di primo grado negava questo, ma è stata impugnata. Da mesi un collegio di giudici ha invitato le parti a trovare un accordo extragiudiziale, ma dalla Rai tutto tace e la proposta (in primo grado erano stati chiesti 11 milioni di euro, ora l’accordo si raggiungerebbe con 350 mila euro) non è mai arrivata. La prossima udienza d’appello è fissata per il 21 maggio. «Vorrei fosse chiaro che per noi non è una questione economica. Lamberto ha bisogno di cure costanti, ma il punto non è questo. Ci piacerebbe che, umanamente, la Rai fosse un interlocutore diverso, perché non si può liquidare così quello che è successo». 
In questi anni, l’ex compagna ha «tentato con tutti i presidenti della Rai di turno, con tutti i dg, di far presente la situazione. Non ultimo Salini, che non era a conoscenza di tutti i dettagli e si è dimostrato piuttosto sensibile. Ma dopo un po’ se ne dimenticano sempre». L’avvocata Ada Odino, che tutela Matilde, spiega: «Quello che manca è proprio un riconoscimento di quello che è successo al padre. Dalla famiglia viene considerato più il lato morale che economico: è quello che ferisce. Si sarebbero aspettati un gesto riparativo. Parliamo di una bambina per cui il padre era un supereroe e di colpo si è trovata ad accudirlo. Resta un supereroe per lei, ma questo mutismo da parte della Rai pare quasi disinteresse». 
L’avvocato Bruno Tassone, legale di Sposini, è d’accordo: «Stiamo parlando di un conduttore che alla tv pubblica ha dato moltissimo. Inoltre, la Rai rischia una condanna per milioni di euro: perché non arrivare a un accordo che si chiuderebbe con 350 mila euro? Perché continuare questo stato di incertezza?». In realtà, sembra che le premesse per una transazione, ora, ci siano. «A livello di intenzioni – riprende —. Ma in questi mesi in cui è stata sollecitata una proposta non ci è mai arrivato nulla: nemmeno a livello informale, non una mail, una telefonata interlocutoria...». 

E anche oggi, «essendoci un giudizio in corso», la Rai fa sapere che, a tutela delle parti, ritiene non sia corretto parlare del caso. Ma dietro le vicende legali e tecniche, c’è una persona che, secondo il suo legale, non sarebbe stata soccorsa in modo adeguato mentre era al lavoro: «Il 118 nel centro cittadino garantisce l’intervento in otto minuti. Nel caso di Sposini, ne sono passati quasi 50. Non sono state date indicazioni corrette circa le sue condizioni, tanto che all’inizio si era parlato di infarto, pur avendo sintomi completamente differenti. Al punto che poi è stato portato in un ospedale non attrezzato per fare l’intervento a cui è stato sottoposto solo quattro ore e mezzo dopo. Tutta la letteratura medica spiega che la tempestività in casi come il suo è fondamentale». 
Poi lo porta in studio prima della diretta: il pubblico lo applaude e lui è felice 
La domanda, secondo Tassone, è «come sia possibile che un posto come la Rai, in cui passano ogni giorno migliaia di persone, non sia attrezzato per dare le prime cure giuste e nemmeno i primi consigli giusti». Non sarebbe un caso se «dopo la vicenda Sposini le misure sono decisamente cambiate. Quando Fabrizio Frizzi aveva avuto il primo malore, ad esempio, tutto era stato sensibilmente diverso: era stato soccorso molto più velocemente. La mia idea è che sia stato il caso Sposini a indurre il cambiamento». 
Nel frattempo, lui questo non se lo domanda, e forse nemmeno lo sa. La vita del giornalista oggi è fatta di gioie semplici e di affetto. Tra chi, senza farlo sapere, gliene sta regalando a ondate c’è Barbara d’Urso. Da qualche tempo, la conduttrice – che è sempre andata a trovarlo, in questi anni – lo invita a Mediaset. Dopo il caffè in camerino, entra in studio e, prima della diretta, chiede al pubblico di bloccare i telefoni e non fare video. Quindi, fa entrare il suo amico. Gli applausi e il calore della gente lo travolgono ogni volta e ogni volta il suo cuore sembra scoppiare di felicità. Chi lo vede, giura che, in quel momento, torna ad essere quello di sempre.