Il Sole 24 Ore, 4 aprile 2019
Dbrs è in vendita
I due fondi di private equity americani Carlyle e Warburg Pincus hanno messo in vendita la quota di maggioranza dell’agenzia di rating Dbrs. La procedura di cessione, che secondo indiscrezioni è stata affidata a New York alla banca d’affari Lazard, è destinata a chiudersi entro due mesi. In gara per l’acquisizione vi sarebbero fondi di private equity e grandi gruppi media finanziari internazionali. Ma ci sarebbe anche l’interesse di Scope Ratings, l’agenzia di rating tedesca nata da pochi anni con l’ambizione di entrare nel grande giro internazionale che però finora si è vista rifiutare la “licenza” da Bce. La Banca centrale europea, infatti, continua a riconoscere solo quattro agenzie ai fini della determinazione dei cosiddetti “collateral requirements” per i prestiti: le americane Moody’s e Standard & Poor’s, Fitch dalle origini europee e, appunto, la canadese Dbrs. Come è noto, il rating di riferimento per Bce è quello più alto tra le quattro agenzie di rating dotate di “licenza europea”. Proprio il rating di Dbrs è attualmente il più elevato per il debito sovrano italiano ed è inevitabile che i destini futuri dell’agenzia di rating, che pure opera autonomamente rispetto agli assetti proprietari, interessino molto l’Europa e in particolare l’Italia.
Le indiscrezioni sulla procedura di vendita di Dbrs, apprese da Il Sole 24 Ore in tarda serata, non hanno potuto essere verificate con le fonti ufficiali. Carlyle e Warburg Pincus avevano acquistato la maggioranza di Dbrs poco più di quattro anni fa, nel 2014, e hanno ora deciso di monetizzare l’investimento. Pur essendo la quarta agenzia di rating globale, Dbrs – fondata in Canada nel 1976 da Walter Schroeder e guidata dal 2016 dall’ex ceo di Fitch Stephen Joint – ha molto accresciuto la sua attività dalle circa mille società e Spv che emettono titoli di debito, ai tempi dell’acquisizione di Carlyle e Warburg Pincus, raggiungendo ormai una quota di mercato del 3-5% a livello globale.
Le trattative per la cessione di Dbrs cadono in una fase delicata per i rating sovrani, con l’Italia che solo poche settimane fa ha corso il rischio di un downgrade a “non investment grade” da parte delle maggiori agenzie di rating. Fase decisiva per i rating anche in campo bancario, basti pensare al complesso tentativo promosso dal Governo tedesco di fondere Deutsche Bank e Commerzbank che dovrà passare anche al vaglio di Moody’s & friends. Proprio in questo contesto, è da monitorare se la cessione di un asset pregiato come Dbrs – proprio perché già licenziatario Bce – scatenerà gli appetiti della società di rating tedesca Scope. Fondata solo nel 2002 a Berlino da Florian Schoeller, la società è cresciuta nel tempo e ha effettuato il salto di qualità – e soprattutto di ambizioni – con la ricapitalizzazione sottoscritta nel 2015 dalla holding Aqton di Stefan Quandt (azionista tra l’altro di Bmw). Non è chiaro se Scope intenderà tentare di acquistare Dbrs, diventando uno dei quattro player decisivi per Bce e quindi per il sistema finanziario pubblico e privato in Europa. Si sa però che, sempre secondo indiscrezioni non confermate dalle fonti ufficiali, nei mesi scorsi Scope si è vista bocciare da Bce la richiesta di diventare la quinta agenzia di rating ad avere la “Ecai recognition”. Dovessero servire capitali per acquistare Dbrs, occasione unica per fare il salto tra le agenzie di rating, c’è da scommettere che il sistema Germania non farebbe mancare le risorse a Scope.
La partita si giocherà nelle prossime settimane. Entro due mesi al massimo, stando a fonti vicine alla procedura di vendita, le sorti di Dbrs saranno segnate.