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 2019  aprile 03 Mercoledì calendario

I soldi dai Fratelli Musulmani alle moschee d’Italia

Da almeno vent’anni in tutta Europa, Italia inclusa, si dibatte alacremente sul tema dei finanziamenti esteri di moschee. Il timore, condiviso da Servizi, politici di ogni colore e, non ultime, parti importanti delle comunità musulmane europee che vorrebbero affrancarsi da ingerenze estere, è che somme importanti di denaro favoriscano la diffusione di interpretazioni della religione islamica non compatibili con i valori occidentali e che ciò comporti un ostacolo all’integrazione e, in alcuni casi, un’anticamera del terrorismo. È un tema controverso, che tocca temi delicati come la libertà di religione, e che spesso si basa su accuse scarsamente documentate.
Esce oggi in Francia Qatar Papers, un libro che apporta un contributo fondamentale al dibattito. Gli autori, Christian Chesnot e Georges Malbrunot, decani del giornalismo d’oltralpe, hanno avuto accesso a migliaia di documenti interni della Qatar Charity, la fondazione tecnicamente indipendente ma in realtà largamente finanziata e controllata dall’emiro del Qatar e nodo centrale del soft power del piccolo ma ricchissimo emirato. Analizzare cosa fa il Qatar è fondamentale perché’ il Paese, pur non essendo l’unico del Golfo Arabo a farlo, negli ultimi anni è divenuto il principale finanziatore di moschee e centri islamici in Europa, perlopiù istituzioni legate ai Fratelli Musulmani. 
Le cifre fornite in Qatar Papers e documentate nei file allegati lo dimostrano chiaramente. 113 progetti finanziati in tutta Europa nel 2014, per un totale di 71 milioni di Euro. Il paese dove la Qatar Charity ha speso di più? L’Italia, più di 22 milioni suddivisi su 45 progetti. Moschee e centri islamici, soprattutto nel nord (Saronno, Piacenza, Brescia, Alessandria….), ma anche centro e sud. Anzi, tra le regioni primeggia la Sicilia con i suoi 11 progetti, nei capoluoghi come in piccoli centri quali Comiso e Vittoria. I beneficiari sono in larga misura organizzazioni legati all’UCOII (Unione delle comunità islamiche d’Italia), i cui forti legami finanziari col Qatar erano d’altronde già stati onestamente ammessi anni addietro dall’ex presidente dell’organizzazione Izzedin Elzir.
Tra i documenti originali prodotti nel libro emerge anche una lettera di raccomandazione datata 27 gennaio 2015 e firmata da Yussuf al Qaradawi, in cui lo sceicco elogia il CAIM (Coordinamento associazioni islamiche di Milano e Monza e Brianza) ed esorta i destinatari a donare generosamente ai suoi rappresentanti Yassine Baradei e Davide Piccardo, noti esponenti dell’islam lombardo, per sostenere il loro progetto di costruire «un nuovo grande centro islamico a Milano, con una moschea e vari centri educativi, un progetto che ha bisogno di sostegno».
Capire chi sia Qaradawi rivela chiaramente quale sia la problematica nel flusso di denaro qatariota nel nostro paese. Egiziano di nascita, l’ormai ottuagenario Qaradawi è basato fin dagli anni ‘60 in Qatar, dove ha costruito un impero teologico-imprenditoriale che negli anni ha incluso uno show sull’emittente qatariota al Jazeera, ruoli chiave in istituzioni di finanza islamica e decine di libri tradotti in molte lingue. Leader spirituale dei Fratelli Musulmani, ha più volte espresso posizioni altamente problematiche, dall’approvare la pena di morte per chi abbandona l’islam all’elogiare Hitler, cosa che lo ha portato ad essere bandito in molti paesi occidentali (in Francia già negli anni ‘90). Qaradawi ha anche più volte proclamato di avere certezza che i musulmani conquisteranno Roma e l’Europa, precisando però che tale conquista non avverrà con la spada ma attraverso il proselitismo e la fede.
Idee come quelle di Qaradawi vengono regolarmente promosse dai network legati ai Fratelli Musulmani e amplificate attraverso i massicci finanziamenti qatarioti. In altri paesi si stanno ponendo in essere misure per contrastare il fenomeno: da leggi che vietano ogni finanziamento estero ad azioni politico-diplomatiche specificamente adottate in relazione al Qatar. Vista il flusso di fondi qatarioti diretto nella nostra penisola sarebbe opportuno che anche la nostra classe politica affrontasse il discorso.