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 2019  aprile 03 Mercoledì calendario

Le marinaie che si sono sposate

Roma Lorella e Rosy (e i loro cinque bulldog) sono l’immagine della felicità. Il tenente di vascello Cipro e il nocchiere Mogavero, fresche spose immortalate sorridenti sotto un ponte di sciabole della Marina, foto diventata virale, non si aspettavano tanto clamore. E nemmeno gli auguri e i complimenti della ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, che le considera esempio di «una importante evoluzione culturale, nelle Forze Armate e nel nostro Paese». «Abbiamo ricevuto molti commenti: la stragrande maggioranza complimenti per il nostro coraggio. Ma non ci sentiamo così coraggiose: per noi il matrimonio è l’evoluzione naturale dell’amore» dicono quasi all’unisono.
Ma sull’unione civile non tutti la pensano così. Vi ha spiazzato la Trenta?
Rosy: «Cogliamo l’occasione per ringraziare la ministra che ci ha onorato con il suo augurio».
Siete pronte per la visibilità che vi è piovuta addosso o vi spaventa?
Rosy: «Non l’avevamo prevista. Ma ci fa piacere perché non ci siamo mai sentite diverse ed è bello poter raccontare quello che non tutti possono ancora dire».
Avete mai avuto difficoltà a farvi accettare nella Marina?
Lorella: «No. Per me la difficoltà sul lavoro non c’è stata. Lo scoglio è stato mio padre: un uomo del Sud (la famiglia è di Trinitapoli in Puglia, ndr), tutto di un pezzo. Sono riuscita a rivelargli la mia relazione e l’intenzione di sposarmi appena un mese prima delle nozze».
Torniamo alle reazioni in Marina.
Lorella: «Sono sempre stata riservata sulle mie frequentazioni, fino a quando sono arrivata a La Spezia e al mio equipaggio ho rivelato subito la mia relazione con Rosy».
E come è andata?
Lorella: «La Marina è una grande famiglia. Mi sono sentita subito a mio agio. La Difesa considera i suoi uomini e le sue donne in uniforme per la loro professionalità. E riconosce che la serenità derivante dal potersi esprimere liberamente anche nella sfera privata abbia risvolti positivi nel lavoro».
Quanto tempo fa vi siete conosciute?
Rosy: «Quattro anni fa a Taranto. Entrambe frequentavamo dei corsi. E Lorella ha affittato casa davanti alla mia. Una sera, rientrando, ho notato subito i suoi cani, lei non l’ho proprio notata... (ride) Ma poi abbiamo iniziato a conoscerci e a vivere insieme».
Anche per te è stato difficile rivelarti in famiglia?
Rosy: «Io della mia inclinazione ho preso coscienza piano piano. Sono stata fidanzata quattro anni con un ragazzo prima di innamorarmi di una donna. Ne ho parlato subito ai miei, giù a Palermo».
Gli auguri
Questa visibilità ci sorprende. Ringraziamo la ministra per gli auguri, è stato un vero onore
Con quali reazioni?
Rosy: «Mio padre ha detto che lo infastidiva di più il fatto che fumassi. Mia madre mi ha fatto intendere che l’aveva già capito. Ho avuto subito il massimo dell’appoggio».
E adesso siete qua. Niente viaggio di nozze?
Lorella: «Adesso sono il comandante di nave Leonardo. Lo faremo a settembre, alla fine del comando».
Meta?
Lorella: «Sto convincendo Rosy andare nella Polinesia francese. Ma lei ha paura dell’aereo».
Potreste andarci in nave...
Lorella: «Preferirei cambiare mezzo...».
Avete mai lavorato sulla stessa nave? Vorreste farlo?
«No!». Risposta corale.
E a fare una famiglia ci pensate?
Lunga pausa.
Lorella: «Sta parlando dei cani? – ridono —. Certo che sento l’esigenza di una famiglia: ho subìto la separazione dei miei. Vorremmo tanto adottare un bambino, ma in Italia non si può. Ed è vietata anche la fecondazione assistita. In futuro magari penseremo di andare all’estero per farla».
Lorella, lei sul suo profilo Facebook cita spesso la giornalista Oriana Fallaci.
«La rabbia e l’orgoglio è stato il libro più bello che ho letto. Mi è piaciuto quel suo sentirsi italiana e io ho molto forte il sentimento “Patria e onore”. Amo l’Italia e darei la vita per il mio Paese».
In mare
Non abbiamo mai lavorato sulla stessa nave
E non abbiamo nessuna intenzione di farlo
Intanto lei ha salvato la vita a tanti migranti.
«Ero ad Augusta con i pattugliatori in piena missione Mare nostrum e sì, ne abbiamo salvati tanti. Era il nostro compito, lo abbiamo svolto con coscienza».