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 2019  aprile 02 Martedì calendario

Filippo Tortoriello: «Dalla sindaca tre anni di assenza. Ormai anche i giovani vanno via»

Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria, è nato a Baragiano (Potenza).

Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria. Che segnale lanciano le imprese all’amministrazione con l’iniziativa di ieri?
«Bisogna cambiare passo, dotando Roma di una progettualità che guardi verso il futuro e che parta dalle problematiche immediate, per far diventare la Capitale il vero traino dell’economia nazionale».
Partendo da cosa, concretamente?
«Abbiamo evidenziato il tema delle fermate della metropolitana chiuse, che è un fatto ingiustificabile da ogni punto di vista in una città come Roma, che già dispone di un servizio molto limitato».
Parlate anche di recuperare il decoro. In che senso?
«La Corte costituzionale, per esempio, ha chiarito che gli ambulanti che lavorano in zone prestigiose deturpano l’area e assalgono i turisti devono essere trasferiti altrove. Si tratta anche qui di problemi concreti per i quali ci vuole una ferma presa di posizione dell’amministrazione comunale. Poi ci sono i temi della mobilità e dei rifiuti, dove c’è bisogno di progettualità».
Lei parla di una città che non è più attrattiva. Perché?
«I giovani vanno via perché pensano che altrove, da New York a Parigi, possono trovare soddisfazioni per i loro desideri, sia lavorativi che di qualità della vita. Roma ha tutte le potenzialità per entrare nel novero delle grandi città internazionali attrattive per i giovani. Ma serve effervescenza economica e tanto lavoro per farla rinascere».
E il Campidoglio come si dovrebbe muovere, in tal senso?
«Per questo è necessario che Roma, come le altre capitali, si doti di un masterplan, con il quale si può anche andare al Governo a chiedere i fondi necessari».
Le imprese che contributo possono dare, in questo lavoro?
«Noi abbiamo messo a punto con tutte le associazioni datoriali quel piano chiamato Roma Futura 2030-2050, che è stato approvato da sindacati e Regione, maggioranza e opposizione. L’unica persona con cui non riusciamo a dialogare è la sindaca. L’avevamo invitata a Copeneghen perparlare di rifiuti, non ci ha nemmeno risposto. Noi non vogliamo imporre nulla. Siamo diventati propositivi perché abbiamo visto una totale assenza. E sono passati tre anni».
Potreste anche scendere in piazza?
«Noi non facciamo manifestazioni di piazza, che non appartengono al nostro Dna, se non come extrema ratio, ma dialoghiamo con le istituzioni, che in questo momento sono rappresentate dai Cinquestelle che hanno vinto le elezioni. Noi dobbiamo essere la goccia cinese con quest’amministrazione, poi saranno i cittadini a valutarla».
Se non ci fosse il cambio di passo da voi auspicato, chiedereste alla sindaca un passo indietro?
«Non è nostro compito chiedere dimissioni, ma che ci si rimbocchi le maniche. Quest’amministrazione ha ancora due anni davanti, e in questo tempo si possono fare tante cose: affrontare problematiche di carattere immediato e impostare una progettualità per il futuro».
Per rilanciare la città puntate molto sul convention bureau.
«I convegni sono la parte più pregiata del turismo, perché i partecipanti spendono molto di più di un visitatore medio. Ma ci vogliono un ospitalità di altissimo livello, con alberghi cinque stelle lusso, un sistema di trasporti all’altezza della situazione, un decoro cittadino impeccabile. Il convention bureau è un ulteriore strumento di stimolo, in tal senso, per quest’amministrazione».
Quale sarà il prossimo passo?
«Organizzare un forum internazionale a ottobre, per lanciare un piano strategico per Roma, sarebbe un fiore all’occhiello per la sindaca e permetterebbe di programmare efficacemente il futuro».