Libero, 2 aprile 2019
Da Brunetta a Cuffaro, gli onorevoli enologi
Secondo la leggenda, Luigi Einaudi partecipava alla vendemmia a Dogliani anche quando era presidente della Repubblica. Aveva acquistato un podere nel 1897, a ventitré anni, e gli rimase fedele fino alla fine. Era una generazione che nell’agricoltura vedeva una via alla crescita economica e uno strumento di elevazione morale. Per la generazione di oggi, invece, la coltura della vite è sinonimo di buon vivere e antidoto allo stress. Il più famoso dei politici contemporanei che si è dato alla produzione di vino è Massimo D’Alema, che sulle colline umbre tra Narni e Otricoli ha insediato oltre dieci anni fa la sua azienda “La Madeleine” (anagramma di “linee D’Alema”), affidando le sue uve alle cure del superesperto Riccardo Cotarella, che vanta tra i suoi clienti anche la famiglia Moratti e Bruno Vespa. Sulle sue orme s’è incamminato Renato Brunetta, che nella campagna a sud di Roma, vicino al santuario del Divino Amore, ha comprato 25 ettari dalla famiglia dei nobili Capizucchi e produce ogni anno centomila bottiglie («mi sono indebitato fino ai capelli ma sono felice»). Passeggiare tra i filari è ormai una consuetudine anche per molti ex. Totò Cuffaro, per esempio. L’ex governatore siciliano, dopo aver passato 5 anni in carcere per legami con la mafia, è passato dal coltivare rapporti umani (era soprannominato “vasa, vasa” perché baciava chiunque incontrasse) al coltivare la terra. Nella sua tenuta, in provincia di Catania, produce tra l’altro un bianco dedicato alla madre Ida e un rosso dedicato a Euno, lo schiavo siciliano che si ribellò ai romani nel quale l’ex governatore rivede sé stesso. Dalla Sicilia al Piemonte, con tappa alla Morra (Cuneo): qui ha la sede l’azienda di Giovanni Negri, passato dalle battaglie radicali (fu segretario del partito di Pannella dall’84 all’88) al barolo, prodotto con la figlia Giulia nella sua tenuta “Serradenari”. Un barolo di tutto rispetto: «Nella classifica di Wine Enthusiast capeggia le eccellenze tricolori, collocandosi al settantaduesimo posto nel pianeta», si vantava Negri qualche anno fa. Un altro ex, anche se meno noto, è Mario Masini, parlamentare di Forza Italia in due legislature, dal 1994 al 1994 e dal 2001 al 2006. Nel suo caso, fu fatale una campagna elettorale: «Girando di porta in porta arrivai dagli 11 frati di un eremo di camaldolesi». Le terre intorno erano abbandonate e a lui venne l’idea di metterle a coltura. I frati si convinsero e Masini passò dalla politica al frascati. Anche Gerry Scotti è un ex politico: fu parlamentare socialista dal 1987 al 1992. E anche lui ha recentemente “firmato” una linea di vini prodotti dalla famiglia Giorgi nell’Oltrepò pavese. Linea chiamata “Nato in una vigna” perché, spiega Scotti, «il mio ricordo d’infanzia è la vigna di mio nonno». Nessuna esperienza politica ma menzione ad honorem per Alessia Berlusconi, nipote del Cav (è figlia di Paolo, il fratello di Silvio), la cui cantina “La Contessa”, a Capriano del Colle (Brescia), dove si coltiva biologico, ha ottenuto molti riconoscimenti. E pensare che suo zio è astemio.