Libero, 1 aprile 2019
Intervista a Nicola Legrottaglie, integralista cattolico
Prima di mettere in pratica gli insegnamenti di Dio non ero un vero professionista: arrivavo al campo, mi allenavo in modo superficiale e andavo via. Poi è cambiato il mio modo di pensare e di comportarmi e sono migliorato anche come atleta». Nicola Legrottaglie, 43 anni, sposato e papà del piccolo Pietro, ha collezionato più di 100 presenze nella Juve. Lo incontriamo al Congresso delle Famiglie al termine del suo intervento. Il primo libro che racconta la sua svolta religiosa, uscito nel 2009, si intitola: “Ho fatto una promessa”. Il secondo, “Cento volte tanto. Con la fede vivi meglio”.Prima viveva male? Era un calciatore di successo...
«Quando hai potere e denaro pensi che tutto ti sia dovuto, che la gente debba stenderti il tappeto rosso. Io ero così, ma la vita è altro».
Quando ha sentito il richiamo della religione?
«Non c’è stato un momento preciso: ho capito che il mio stile di vita non dava frutti e ho deciso di intraprendere un percorso di fede che col tempo mi ha cambiato».
Per lei esiste solo la famiglia tradizionale?
«Credo nell’uomo, nella donna e nei figli nati dal loro amore. Nella famiglia ci sono dei ruoli, come nel calcio: Del Piero faceva l’attaccante, a volte aiutava la difesa, ma il suo compito era fare gol. Anch’io segnavo, ma il mio compito era difendere».
Quindi è contrario alle unioni civili?
«Sì, ma ognuno è libero di pensarla come vuole».
La Sinistra spinge per le adozioni omosessuali.
«Ci possono essere rarissime eccezioni, ma la famiglia non può essere stravolta, lo dico senza voler entrare in discorsi politici».