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 2019  aprile 01 Lunedì calendario

In Grecia è boom di attacchi xenofobi

L’ultimo episodio, solo in ordine di tempo, è stato due settimane fa a Konitsa, nel nord ovest della Grecia, dove cinque bambini di origine afghana sono stati attaccati da uomini mascherati vicino all’ingresso di una struttura per rifugiati. I piccoli, erano impegnati in un evento sportivo organizzato da una associazione che tutela i diritti umani, e che doveva servire proprio a favorire una maggiore integrazione. Purtroppo, il risultato è stato esattamente l’opposto. Uno dei minori è rimasto ferito, dimostrando, ancora una volta, quello che in Grecia sanno in molti, ossia che le condizioni dei migranti sono precarie e che molto spesso la loro sicurezza a rischio.
Di attacchi come questo, se ne contano a decine. Molti non riescono nemmeno a raggiungere i quotidiani nazionali e se ne ha notizia solo grazie all’attività di denuncia delle Ong. L’amministrazione comunale di Konitsa ha promesso che farà di tutto per identificare chi ha perpetrato l’attacco, dicendo di «condannare profondamente tutte le forme di violenza che colpiscono i rifugiati, che hanno già sperimentato gli orrori della guerra nei loro Paesi».
La magistratura di Atene, mercoledìscorso, ha disposto l’apertura di un’indagine. Ma le segnalazioni di manifestazioni evidentemente razziste si moltiplicano, assumendo proporzionipreoccupanti. La settimana scorsa, a Vilia, un villaggio a sud-est di Atene, un centinaio fra cittadini e autorità locali si sono presentati davanti a un albergo dove, da poche ore, era ospitato un gruppo di 80 rifu- giati, fra cui molti bambini. Protestavano perché lamagistratura aveva respinto la richiesta di fare ospitare il gruppo di migrantialtrove. Inferociti dalla loro presenza, hanno lanciato contro la facciatadell’edificio sassi, ma anche bombe molotov. Alcune di queste sono riuscite a passare dalle finestre. Non soddisfatti, il gruppo ha intonato slogan contro i migranti, lasciando un tappeto di bottiglie di vetro rotte all’ingresso della struttura. Non ci sono stati feriti, solo tanta paura e la preoccupazioneche ormai queste manifestazioni non temono più nemmeno la presenza della polizia, che fa sempre più fatica a contenere la rabbia xenofoba che in Grecia ha toccato picchi difficilmente immaginabili fino a qualche anno fa. Fra i manifestanti a Vilia, c’era anche il sindaco della municipalità di Mandra, una località poco distante, che ha dichiarato pubblicamente di non potere e non volere più ospitare rifugiati nelle strutture presenti sul territorio che amministra.
Sono circa 6.000 i migranti ospitati in alberghi in Grecia. A questi, vanno aggiunti quelli che sono ospitati nei campi e negli hotspot, spesso in condizioni igieniche oltre il limite ed esposti alle intemperie. Luoghi che offendono la dignità umana e che non li rendono certo immuni dagli attacchi xenofobi. La zona di Salonicco, dove la formazione neonazista Alba Dorata, che rappresenta il terzo partito in parlamento, è più attiva, rappresenta una delle regioni più pericolose per chi ha già vissuto l’orrore della guerra.Qualche mese fa, a Oraiokastro, una cittadina alla periferia di Salonicco, due ragazzi pachistani stavano tornando al loro campo, quando sono stati bloccati da un gruppo di 10 uomini mascherati che ha teso loro una vera e propria imboscata. Uno è riuscito a scappare, l’altro è stato picchiato brutalmente e ricoverato d’urgenza in ospedale. Sempre nella stessa cittadina, nel febbraio 2017, Alba Dorata ha dato vita a una protesta violenta per non ammettere i figli dei rifugiati a scuola. Il mese scorso, a Neapoli, un altro sobborgo di Salonicco, un gruppo di razzisti ha lasciato bombe molotov in una casa dove alloggiavano due donne irachene e i loro otto bambini, tutti con età compresa fra uno e 15 anni. La polizia e la magistratura ellenica fanno quello che possono per assicurare i colpevoli alla giustizia. Ma sull’Ellade si allungano ombre che non fanno ben sperare sul futuro a breve termine. Fra maggio e ottobre il Paese voterà per le amministrative, le europee e il rinnovo del parlamento. Il tema dei migranti è destinato a tornare alla ribalta, come arma elettorale, insieme con nuove ingiustizie ai danni dei più deboli.