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 2019  aprile 01 Lunedì calendario

Il Salvator Mundi è «disperso»

Non più tardi di dieci giorni fa il direttore del Louvre di Abu Dhabi, Manuel Rabaté, intervistato a Dubai dal Corriere della Sera sfoggiava un sorriso da Monna Lisa e lo sguardo enigmatico di San Giovanni Battista. «Il Salvator Mundi? Non è nostro, la decisione di esporlo non spetta a noi, ma al Dipartimento della Cultura e del turismo di Abu Dhabi». Convenevoli e strette di mano. Non una parola di più, mistero più assoluto sul quadro attribuito a Leonardo da Vinci venduto da Christie’s per la cifra record di 450,3 milioni di dollari nel 2017. E anche adesso, nel cinquecentenario della morte del genio vinciano (2 maggio 1519), quando qualunque museo del mondo farebbe carte false per avere un Leonardo (originale) da esporre, sul capolavoro non restano che domande: dove è finito? Quando sarà esposto? In che condizioni si trova? Chi è il vero proprietario (a battere tutti all’asta con quell’offerta astronomica sarebbe stato un intermediario del principe saudita Mohammed bin Salman, al centro della vicenda legata alla morte del giornalista Khashoggi)? Che si tratti di un intrigo internazionale degno di un romanzo ora lo sottolinea il New York Times: fonti anonime del Louvre di Abu Dhabi dicono di non sapere dove si trovi il quadro; il Louvre di Parigi, che vorrebbe (tanto) esporlo per le celebrazioni autunnali, «non è in grado di localizzarlo»; il fantomatico compratore riconosciuto poi come il principe Bader bin Abdullah bin Mohammed bin Farhan al-Saud due mesi dopo l’asta è diventato il primo ministro della Cultura nella storia saudita; i rapporti tra il principe Bin Salman con Mohammed Bin Zayed, principe della corona di Abu Dhabi, sono molto stretti (dunque gli ha prestato il quadro? Glielo ha regalato? Venduto?). Incognite, interessi, lotte di potere. Del «regalo al mondo», come lo aveva definito Mohamed Khalifa al-Mubarak, a capo del Dipartimento di Cultura e Turismo di Abu Dhabi annunciando l’esposizione del Salvator Mundi – mai avvenuta – nel settembre 2018, non c’è traccia. Per avere il suo «regalo», il mondo dovrà aspettare.