il Fatto Quotidiano, 30 marzo 2019
Vincenzo Spadafora: In futuro non faremo alleanze coi leghisti
Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, è nato ad Afragola (Napoli).
“A Roma si celebreranno le idee e il futuro, a Verona si rivanga il passato”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora presenta il “contro-convegno” che si svolge oggi a Cinecittà: “Il problema non è il rapporto tra le tesi di Verona e il M5S o tra il M5S e la Lega, ma il rapporto tra quelle tesi e la realtà. Esiste un mondo reale che è già oltre ed è popolato da ragazzi e ragazze che guardano al futuro con molta più tranquillità culturale rispetto a quei temi”.
Chi ci sarà oggi a Cinecittà?
Seicento ragazzi provenienti da tutta Italia a cui presenteremo un bando che si chiama “Fermenti” e che mette a disposizione venti milioni di euro per progetti sui territori. Lo scopo è aprire 70 cantieri in tutta Italia. Ci criticano per i cantieri che non vogliamo far partire… Rispondiamo realizzando 70 progetti di riqualificazione urbana, gestione di beni non utilizzati e anche attività imprenditoriali. Ma lo scopo non è tanto puntare sul tema del lavoro – che sarà il centro del discorso del ministro Di Maio – quanto quello di favorire una partecipazione attiva dei ragazzi.
Di Maio aveva garantito che nessun 5 Stelle sarebbe andato a Verona. Invece è intervenuta la vostra senatrice Tiziana Drago: “Nel Movimento ci sono anche senatori e deputati che hanno apertura nei confronti della famiglia naturale”, ha detto.
Non ho mai sentito dire a qualcuno dei 5 Stelle che la famiglia naturale è superata… La senatrice è intervenuta esprimendo un’opinione personale. Credo abbia sbagliato: siamo noti per discutere vivacemente al nostro interno, avrebbe potuto rappresentare a noi le sue idee. Ha preferito avere un momento di visibilità: non rappresenta la nostra posizione.
Lei aveva detto: “Quello di cui si discuterà a Verona non sarà mai nell’agenda di questo governo”.
Sarebbe preoccupante se le tesi di Verona diventassero un programma di governo! Finché ci saremo noi, questo non accadrà mai.
Ma il logo della Presidenza del Consiglio è rimasto.
Il Presidente Conte, con la sua lettera, è stato chiarissimo. E con altrettanta chiarezza è stato chiesto il ritiro del simbolo dai manifesti: gli organizzatori ci hanno marciato, alla fine non l’hanno tolto. Questo però attiene alla loro onestà intellettuale.
E il ddl Pillon?
Non mi risulta che possa essere approvato. Grazie al Movimento si rimetterà mano alla materia con un testo proposto da noi e che rivede i punti critici di quel testo.
Si moltiplicano i temi su cui voi e la Lega siete in totale contrapposizione: diritti civili, Tav, castrazione chimica a proposito del ddl sul revenge porn… Come si concilia la diversità con la tenuta del governo?
Noi e la Lega abbiamo due visioni di società diverse. Ci siamo assunti la responsabilità di governare e ancora oggi credo valga la pena portare avanti l’esecutivo fino a quando riusciremo a realizzare gran parte del contratto, in cui sono contenuti molti dei temi fondamentali e identitari del M5S. La tensione di queste ultime settimane si ascrive al clima di campagna elettorale. Detto ciò, siamo due forze alternative: non ci alleeremo in futuro, né a livello a nazionale né locale. Adesso ognuno mette in discussione una parte di sé per fare delle cose. Ne stiamo realizzando molte: noi più dei nostri alleati, che a parte qualche battaglia di bandiera non stanno producendo molto. Ora la Lega gode di molti consensi: vedremo quel che accadrà quando dovrà raccontare cosa ha concretamente fatto. E vedremo chi avrà più risultati da sottoporre ai cittadini…