la Repubblica, 30 marzo 2019
Lite tra eredi di Johnny Hallyday
"Mon pays, c’est l’amour”, il mio Paese è l’amore, s’intitola con afflato poetico l’album postumo di Johnny Hallyday. Ma nella famiglia della più famosa rockstar francese la questione della nazionalità dell’artista è diventata molto più prosaica. E più che di amore si parla di soldi. Decine di milioni di euro di patrimonio secondo i rotocalchi d’Oltralpe che si appassionano alla disputa intorno all’eredità di Hallyday. Il contenzioso tra la giovane vedova Laeticia e i due figli della prima unione, David e Laura, è cominciato poco dopo i funerali a Parigi, il 5 dicembre 2017, in cui per un attimo i parenti si sono stretti a lutto insieme davanti al presidente Emmanuel Macron e a centinaia di migliaia di fan.
Cambio di scena: la prima udienza al tribunale di Nanterre ieri per stabilire a chi andrà l’immenso patrimonio di Johnny, tra cui anche i diritti sulle 1.160 canzoni che hanno ritmato la vita dei francesi negli ultimi cinquant’anni. Il testamento di Hallyday è netto: l’unica erede è Laeticia e le figlie adottive Jade e Joy, di 14 e 10 anni. Le ultime volontà dell’artista sono contenute in un testo depositato nel 2014 in California, dove Hallyday trascorreva parte del suo tempo. Gran parte della fortuna dell’artista è stata trasferita in un trust americano intestato a Laeticia, 44 anni, ex fotomodella. Forse, sostengono alcuni amici dell’artista, Hallyday ha voluto così garantire un futuro alle figlie più piccole e alla giovane vedova inconsolabile. Forse. Nei vari clan che si combattono intorno alla rockstar, altri insinuano che l’artista, ormai vecchio e malato, sia stato spinto a fare questa scelta estrema. Comunque sia, la guerra è appena cominciata. Il musicista David, 52 anni, e l’attrice Laura, 35 anni hanno impugnato il testamento secondo la legge francese che impedisce di diseredare alcuni figli. Gli avvocati della vedova Laeticia hanno risposto contestando la competenza della procura di Nanterre visto che Johnny era residente negli Usa.
La prima udienza si è concentrata quindi su una questione di territorialità della procedura. Ma gli aspetti tecnici diventano anche umani e culturali com’è normale quando si parla di un mito nella storia popolare d’Oltralpe. «Laeticia riduce l’icona francese Johnny Hallyday a semplice cittadino americano per scopi puramente finanziari», è il messaggio della cantante Sylvie Vartan, ex moglie dell’artista e madre di David, letto in aula da un legale. Uno degli avvocati di Laeticia ha mostrato i biglietti aerei nel 2017, dimostrando invece che Johnny aveva trascorso 195 giorni negli Stati Uniti e solo 168 in Francia. «Dal 2009 – ha proseguito la difesa – è stato curato al Cedar Sinai Hospital di Los Angeles». Vero ma, hanno ricordato gli avvocati della controparte, Hallyday ormai gravemente malato di cancro ha scelto di tornare in Francia per le ultime cure, dov’è poi morto. Altro argomento della vedova Laeticia: le figlie Jade e Joy studiavano in California. Vero anche questo ma, obiettano i legali di David e Laura, le bambine erano state iscritte alla scuola francese di Los Angeles.
Un altro argomento, forse il più scontato, è il successo dell’artista. «Al 90% in Francia e solo al 10% all’estero», hanno ricordato gli avvocati che contestano il testamento. Il legale di Laeticia ha replicato che Hallyday sognava di ottenere la cittadinanza americana, una volta finiti i cinque anni della green card. Per poi citare interviste in cui Johnny decantava l’amore per gli Usa. «La mia cultura è sempre stata quella di Nashville e Memphis. Lavoro qui, registro i miei album qui, e quando passeggio, mi sento tranquillo». Eppure la rockstar si è trasferita in California solo a sessant’anni e probabilmente anche per ragioni fiscali. La battaglia è appena cominciata, senza esclusioni di colpi. Comunque vada, un altro mito nazionale sarà messo a dura prova.