Corriere della Sera, 30 marzo 2019
La regina del surf colpita da un fulmine
Luzimara Souza aveva 23 anni ed era una campionessa brasiliana di surf innamorata del mare da quando era una bambina. La ragazza è morta mercoledì – a Fortaleza, davanti alla spiaggia di Leste-Oeste, dove si stava allenando – colpita da un fulmine mentre sulla tavola stava dribblando le onde. Grave anche un diciassettenne, Felipe Cardoso Nogueira, un altro campioncino che in quelle acque stava preparandosi per le gare del 6 aprile, quando lì si disputerà il campionato nazionale. Un video amatoriale pubblicato dal quotidiano brasiliano «O Globo» mostra l’intervento dei soccorritori. In cielo le nuvole sono nere, la pioggia è abbondante. Sono le condizioni meteo più pericolose per nuotare in mare, visto che l’acqua, soprattutto quella salina, è un ottimo conduttore di elettricità.
Luzimara è stata appena colpita dalla saetta e il suo corpo è sballottato, mentre è ancora viva ma esanime, tra le onde a cinque o sei metri dal surf. Più indietro c’è l’altro ragazzo, pure lui svenuto. Dalla spiaggia è un gruppetto di persone a tuffarsi per soccorrerli: Luzimara e Felipe vengono afferrati e portati a riva. Un’ambulanza li porta entrambi in ospedale: la campionessa però muore poco dopo. Felipe è ancora gravissimo, in Rianimazione.
«Non sono affatto strane le circostanze dell’incidente» osserva ora Stefano Dietrich, ricercatore all’Isac (l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr) dove si occupa di studi sull’elettricità. «Una persona in acqua, magari in piedi sulla tavola da surf o con un braccio alzato mentre nuota a stile libero – continua – rappresenta il bersaglio più probabile del fulmine che, per via del cosiddetto “effetto punta”, va a scaricarsi su tutto ciò che, distinguendosi nello specchio acqueo o nel suolo, è appuntito o presenta delle asperità». Il ricercatore accosta l’incidente avvenuto a Fortaleza a quelli, assai frequenti, «che si verificano in montagna, dove i rocciatori vengono centrati dalle folgori mentre, in caso di temporali, tengono la piccozza metallica in mano».
Ogni anno nel mondo almeno 1.000 persone vengono uccise – molte nei boschi e soprattutto nei mesi estivi – dai fulmini e diverse altre migliaia riportano lesioni gravi. Circa un decimo delle vittime – il trend è lo stesso dal 1990 – sono localizzate in India, Nepal e Bangladesh, posti caratterizzati da fortissimi temporali quando si passa dalla stagione secca a quella delle piogge. Negli Usa i morti sono una cinquantina ogni dodici mesi, mentre in Italia le folgori hanno ucciso – sono ancora le cifre del Cnr – circa 600 persone negli ultimi trent’anni. Tendenza in diminuzione – per via dei sistemi di difesa sempre più perfezionati – visto che i morti degli ultimi anni oscillano tra i 10 e i 15 l’anno, contro i 40-50 registrati in precedenza.