il Fatto Quotidiano, 29 marzo 2019
Quelli che si sbattezzano per protesta
Monique D., il 20 marzo: “È deciso: chiederò alla mia diocesi di cancellare il mio nome dalla lista ‘eterna’ dei battezzati. L’apostasia in risposta a questa Chiesa che era, è stata e sembra voler restare complice di crimini odiosi”. Jean-François B, lo stesso giorno: “Dopo il comportamento indegno del vescovo di Lione e la complicità del Pontefice, farò anche io domanda di apostasia. Non posso avallare un’istituzione deviante”. Sono solo due delle tante testimonianze che si leggono su #Apostasie da quando papa Francesco ha rifiutato le dimissioni del cardinale di Lione, Philippe Barbarin. A scrivere sono i delusi della Chiesa, quelli che, disgustati dagli scandali di pedofilia e di abusi dei preti sulle suore, intendono rinunciare al battesimo.
Monique D., il 20 marzo: “È deciso: chiederò alla mia diocesi di cancellare il mio nome dalla lista ‘eterna’ dei battezzati. L’apostasia in risposta a questa Chiesa che era, è stata e sembra voler restare complice di crimini odiosi”. Jean-François B, lo stesso giorno: “Dopo il comportamento indegno del vescovo di Lione e la complicità del Pontefice, farò anche io domanda di apostasia. Non posso avallare un’istituzione deviante”.
Sono solo due delle tante testimonianze che si leggono su #Apostasie da quando papa Francesco ha rifiutato le dimissioni del cardinale di Lione, Philippe Barbarin. A scrivere sono i delusi della Chiesa, quelli che, disgustati dagli scandali di pedofilia e più di recente dalle rivelazioni sugli abusi dei preti sulle suore, intendono rinunciare al battesimo. In Francia sono sempre più numerosi. Per molti è stato l’affaire Barbarin, scoppiato nel 2016, con i suoi ultimi sviluppi, a far scattare la decisione di farsi “sbattezzare”. Lo scorso 7 marzo il porporato è stato condannato a sei mesi per aver coperto gli abusi su giovani scout di un prete pedofilo, padre Bernard Preynat. Il 18 marzo Barbarin è stato ricevuto in Vaticano, ma papa Francesco ha respinto le sue dimissioni in nome della “presunzione di innocenza”.
Nel frattempo infatti il cardinale ha fatto appello. Quel giorno le parole di François Devaux, fondatore dell’associazione La Parole Libérée, che rappresenta le vittime del padre Preynat, sono state molto dure. Devaux ha definito papa Francesco un “traditore”, un “Giuda”: “Quando si difendono valori che non si rispettano, quando si ricevono rapporti dell’Onu senza darvi seguito, quando si promette tolleranza zero e non si applica, che altre parole usare?”. Il sito di La Parole Libérée raccoglie centinaia di testimonianze. Géraldine, 27 marzo: “Sono battezzata, ma non mi sono mai riconosciuta in questa religione e qualche anno fa mi sono resa conto che non volevo più essere considerata come ‘una di loro’. Ora ho deciso di farmi sbattezzare”. Come altri, anche Géraldine, che ci pensa da tanto, si è convinta dopo aver visto il film Grâce à Dieu di François Ozon che rivela la verità sugli abusi del padre Preynat e il silenzio delle gerarchie. Julien, 26 anni, omosessuale, ha deciso di lasciare la Chiesa dopo che papa Francesco ha raccomandato la psichiatria per i bimbi gay: “Crescendo ho sentito un divario troppo forte tra la mia sessualità e la religione – ha detto al giornale online Slate – come gay, mi sento escluso”.
Altri ancora sono solidali con gli attivisti pro-aborto argentini che a migliaia hanno chiesto l’apostasia per protestare contro le ingerenze della Chiesa sul progetto di legge per la legalizzazione dell’aborto. In Francia chi vuole “uscire” dalla Chiesa può consultare il sito Apostasie pour Tous, dove si trovano le informazioni sulla procedura e delle lettere-tipo da completare on line e stampare. La Chiesa francese non fornisce statistiche nazionali sulle apostasie. La stampa fa riferimento a uno studio del 2008 in cui risultavano circa un migliaio le domande all’anno in Francia. Ma il fenomeno è in crescita.
La diocesi di Strasburgo all’emittente Bfmtv ha confermato 50 richieste di sbattezzo nel 2017, 100 nel 2018 e già 30 nel 2019. “Dall’autunno scorso, con il moltiplicarsi degli scandali, ci arrivano più lettere – ha detto padre Bernard Xibaut, cancelliere della diocesi di Strasburgo –. Posso capire che le persone siano scioccate al punto da voler andare via”. A France Info la diocesi di Lione ha fatto sapere che riceve due domande di sbattezzo al giorno da quando il papa ha incontrato Barbarin. Nell’ultimo mese ne sono arrivate 15 alla diocesi di Parigi, “quattro volte più del solito”. Sul sito della radio si legge la lettera che un ex prete, Jean, tornato laico nel 2014, ha spedito in Vaticano alcuni giorni fa: “Santo Padre, non condivido il suo atteggiamento. Prendo sin da oggi la risoluzione di chiedere la resiliazione del mio battesimo”. In realtà farsi “dimenticare” dalla Chiesa non è così facile. A France Info la Conferenza dei vescovi francese precisa che non è prevista la cancellazione del nome dell’ex fedele dai registri della Chiesa.
“L’atto di battesimo non può essere soppresso”, ha spiegato Denis Jachiet, vescovo ausiliario di Parigi. Il regolamento prevede solo che, accanto al nome del battezzato, venga scritto: “Non condivide più la fede”. Una soluzione che però non soddisfa tutti. Una decina di ricorsi sarebbe stata presentata alla Cnil, la Commissione per l’informatica e le libertà, per chiedere che il nome non figuri più nel registro dei battesimi.