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 2019  marzo 27 Mercoledì calendario

Trota sconvolge Yellowstone. Pesa oltre 30 kg

Difficile credere che una trota selvaggia, esotica, che ha invaso le acque del lago del parco di Yellowstone, già popolate da un’altra specie di trota autoctona, possa averne sconvolto l’ecosistema. Non solo, ma ha determinato cambiamenti anche in quello terrestre. Ancor di più se si pensa che il lago non è per niente piccolo, ma si estende su una superficie di 350 chilometri quadrati (due terzi del lago Lemano) e 110 chilometri di costa.Una squadra di ricercatori del Centro ricerche di Yellowstone, e delle università del Montana e del Wyoming, ha dimostrato che la proliferazione di questa trota salmoniforme, predatrice (si valuta che la sua cugina, la più piccola trota autoctona riconoscibile per la presenza di una striscia rossa vicino alla bocca, rappresenti il 30% della sua alimentazione), vorace, ha avuto conseguenze negative sull’insieme della fauna acquatica, ma anche terrestre del parco di Yellowstone. La presa del potere da parte di questa nuova regina del lago ha avuto l’effetto inverso rispetto a quello dei lupi sull’intero ecosistema del parco che sta meglio da quando ci sono loro: sono stati reintrodotti nel 1995.
La storia è cominciata nel 1994, quando le guardie del parco si sono accorte della presenza di queste grandi trote di acqua dolce nel lago. La convinzione è che siano state introdotte illegalmente, più volontariamente che accidentalmente, negli anni 80, da un lago vicino, secondo quanto ha riportato Le Figaro. Queste grandi trote sono dei bei pesci, considerati come trofei al pari della loro taglia e della battaglia necessaria per pescarle. Possono arrivare a un metro di lunghezza e 30 chili di peso. Ciascuna femmina depone all’incirca 9 mila uova l’anno.
I servizi del parco, all’epoca, decisero di attuare un programma di lotta, principalmente di pesca con la rete. All’incirca 2,4 milioni di trote furono pescate fra il 1994 e il 2016 alle quali si devono aggiungere i 20 mila esemplari pescati ogni anno con il metodo classico.
Anche se oggi la popolazione di queste grandi trote non sembra crescere ulteriormente, la loro eliminazione sembra quasi impossibile, secondo quanto ha riportato Le Figaro. Le specie esotiche che invadono l’habitat sono la quarta causa di impoverimento della biodiversità. È per questo che i programmi di contrasto e di monitoraggio si moltiplicano: c’è una presa di coscienza su scala mondiale.
L’invasione della trota del lago di Yellowstone è un caso modello. Todd Koel e Lusha Tronstad, biologi americani, hanno analizzato 40 anni di dati (1972-2017) raccolti sul lago e nel parco e hanno misurato l’effetto della grande trota esotica, invasiva, su tutti gli ecosistemi.
La prima conseguenza dopo la riduzione della popolazione della trota autoctona, secondo i lavori dei ricercatori, è stato l’aumento della quantità di zooplancton, cosa che ha determinato un diverso colore dell’acqua del lago, diventata più chiara, con un impatto sulla sua temperatura in estate. Seconda conseguenza è stata la rarefazione dei falchi pescatori: risultato: dei 38 nidi di questi uccelli, presenti fra il 1987 e il 1991, soltanto 3 sono stati osservati fra il 2013 e il 2017. Stessa cosa per l’aquila di mare: degli 11 nidi nel 2004-2008 ne erano rimasti 8 tra il 2013-2017. La natalità degli uccellini è diminuita, dal 56% nel periodo 1985-1989 a zero nel 2009. Ed è ritornata al 70% negli ultimi quattro anni, sembra per il fatto che queste aquile hanno trovato la possibilità di nutrirsi di altro, piccoli uccelli acquatici. Anche le lontre sembra abbiano cambiato menu, ma sono diminuite. L’orso bruno e i Grissly non sembrano aver sofferto della rarefazione della trota autoctona: ne mangiavano circa 20 mila l’anno negli anni 90. Tuttavia, il numero degli orsi è diminuito, alla fine del 2000 non erano più di 300.
Adesso sembra esserci una leggera ripresa della trota autoctona, ma l’inizio del ripristino dell’ecosistema del lago di Yellowstone è ancora incerto.