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 2019  marzo 27 Mercoledì calendario

Il mercato dell’arte vale 67 miliardi

Secondo il report The Art Market 2019, curato da Clare McAndrew per Art Basel & Ubs, l’anno scorso il mercato globale dell’arte ha raggiunto un valore complessivo di 67,4 miliardi di dollari segnando un incremento del 6% sul 2017. Si tratta del secondo rialzo consecutivo dopo un 2016 caratterizzato da notevoli difficoltà. Lo stato di salute di questo settore economico vede le aste pesare per il 46% e il comparto delle gallerie per il 54%. Gli Stati Uniti hanno portato a casa il loro miglior risultato di sempre con un fatturato complessivo di 29,9 miliardi (+2% annuo; 44% del mercato globale). Il Regno Unito ha totalizzato, invece, 14,4 miliardi (+4%, 21% di market share), mentre la Cina si è posizionata sul terzo gradino del podio con un fatturato totale di 12,9 miliardi (-3%, 19% del mercato). Sono stati 15 i lotti aggiudicati per più di 50 milioni di dollari, 52 quelli venduti tra i 20 e i 50 milioni di dollari: dati in netta crescita rispetto al 2017. 
L’intonazione positiva dell’asset class «arte», spiega il report curato da Deloitte e ArtTactics, è legata a diverse tendenze in atto. Tra queste la «rivincita» delle donne nel sistema dell’arte globale sia a livello di mercato che istituzionale. Sono cresciute le quotazioni di opere di molte artiste a livello internazionale e sono state numerose le mostre di grande successo dedicate ad esponenti femminili. A New York, ad esempio, nello scorso maggio sono stati registrati ben 15 record per opere di artiste donne, guidati dal dipinto astratto Blueberry del 1969 di Joan Mitchell venduto per 16,6 milioni di dollari. A Londra ad ottobre l’auto-ritratto di Jenny Saville è stato venuto per 9,5 milioni di sterline e l’ha resa l’artista donna vivente più costosa al mondo. Va inoltre segnalata la forte accelerazione nell’arte contemporanea africana grazie ai riconoscimenti da parte del mercato artistico globale e all’aumento dei collezionisti africani attivi a livello internazionale che possono favorire l’apporto di nuovi capitali e l’apertura di nuovi canali di compra-vendita. Si è inoltre registrata una crescente attenzione per altri settori dei beni da collezione (fotografia, vini e design) le cui aste hanno registrato un incremento nel numero dei lotti e nel prezzo medio di aggiudicazione. Fra i comparti l’arte contemporanea ha risentito nel 2018 di una minore disponibilità di opere di grande qualità rispetto all’anno precedente, di contro il segmento anteguerra ha registrato una forte crescita favorita dall’arrivo di prestigiose collezioni private in asta. Il successo dell’arte, tuttavia, è significativamente connesso al sempre maggiore interesse dei grandi patrimoni (Ultra-High-Net-Worth-Individuals con un portafoglio da almeno 30 milioni di dollari) che sono aumentati del 12,9% nel corso del 2017.
Lo studio di Deloitte e ArtTactic ha evdenzato che circa 2 collezionisti su 3 e 9 operatori del settore su 10 dichiarano che la spinta all’acquisto di arte o oggetti da collezione deriva dalla passione, ma con attenzione al valore dell’investimento, con l’obiettivo di diversificare il portafoglio. Qesto trend ha provocato un significativo aumento di domanda di nuovi servizi professionali relativi alla gestione e alla protezione del valore investito in arte. Ecco perché wealth manager e private banker tengono un approccio olistico nei confronti dell’arte intesa come asset class offrendo una molteplicità di servizi ( valutazione delle opere d’arte, art advisory, gestione delle collezioni, consulenza sugli aspetti regolamentari ed ereditari) in grado di rafforzare le relazioni con i propri clienti. Una tendenza destinata a crescere se si pensa che il 44% degli operatori intende aumentare le risorse dedicate a queste particolari gestioni.