Corriere della Sera, 27 marzo 2019
Vertici incompatibili. Non c’erano altri?
Paolo Savona è il nuovo presidente della Consob. Ha 82 anni, è un pensionato e per legge non può percepire stipendio. Lui non era d’accordo, poiché la legge istitutiva della Consob prevede che l’incarico sia a titolo oneroso con durata 7 anni. Pur di averlo in Consob si è trovato il modo di far prevalere la legge dell’Authority su quella dello Stato, e quindi Savona percepirà 240.000 euro annui fino all’età di 89 anni. C’è poi la legge Frattini: stabilisce che deve passare almeno un anno da un incarico governativo, non è passato nemmeno un mese. Prescritto per aggiotaggio sui bilanci Impregilo per «un’operazione cosmetica» sui conti, si è dimesso a ottobre da presidente del fondo d’investimento Euklid.
Il fondo EuklidIl fondo investe in azioni di aziende italiane su cui la Consob vigila, e il figlio è un dirigente della società domiciliata tra Londra e Lussemburgo. Bene, il governo lo ha ritenuto la persona più adatta a presiedere l’autorità indipendente che vigila sui mercati. Peccato sia in conflitto di interessi potenziale, come rileva Raffaele Cantone, presidente dell’authority anti-corruzione, nel parere redatto a seguito di una segnalazione. Un conflitto di interessi difficile «da neutralizzare», scrive Cantone, perché può avere accesso a informazioni riservate da utilizzare per trarne un vantaggio senza che nessuno riesca a saperlo. Savona, ha detto in una recente audizione in Parlamento, vorrebbe anche «capitalizzare» la sua esperienza in Euklid applicando lo stesso algoritmo proprietario nell’attività di vigilanza tipica dell’istituto. Un altro potenziale conflitto che dovrebbe essere attenuato dal fatto che l’ente di vigilanza è dotato di un organo collegiale di cinque componenti in cui le delibere devono essere approvate con una qualificata maggioranza. Savona sarebbe incompatibile soprattutto se prendiamo in considerazione la legge istitutiva della Consob che all’articolo 3 prescrive che i componenti vadano «scelti tra persone di specifica e comprovata competenza ed esperienza e di indiscussa moralità e indipendenza».
Non proprio in linea con la vicenda della prescrizione sui bilanci Impregilo. Non vuol dire che è stato condannato, ma tanto meno assolto. Savona non è un indipendente considerando che fino a poco tempo fa era ministro di questo governo. Cantone ha scritto di non poter esprimere un parere su questo perché spetta all’Antitrust e all’Agcom. Possiamo stare tranquilli, si troverà il cavillo per certificare la sua non incompatibilità.
L’incognita del «fuori ruolo»Roberto Rustichelli è stato indicato come presidente dell’authority per la Concorrenza. Per legge, articolo 10 delle legge istitutiva dell’Antitrust, deve essere scelto tra persone di «notoria indipendenza che abbia ricoperto incarichi istituzionali di grande responsabilità e rilievo». Rustichelli è un magistrato prestato alla politica ed il ruolo di massimo rilievo è stato vice-capogabinetto. È stato fuori ruolo per il tempo massimo, 10 anni. Oggi per fare il presidente dell’Antitrust deve dimettersi dalla magistratura. Lui non intende farlo perché fra 7 anni, quando di anni ne avrà 64, non vuole trovarsi senza lavoro. Deciderà il Csm entro aprile. Intanto l’Antitrust, scoperta da mesi e con una presidente facente funzioni, attende. Rustichelli è ora giudice del tribunale delle imprese di Napoli, ma ha poca esperienza sulla normativa anti-concentrazione. Fra gli incarichi svolti quello di vice-capo gabinetto del ministro delle Attività produttive, di membro del Comitato nazionale per la lotta contro le frodi comunitarie (Colaf), della Commissione per la predisposizione del regolamento sull’Alto commissario anticorruzione e della Commissione di studio sull’azione collettiva (class action) nei confronti della pubblica amministrazione.
L’interpretazione sugli incarichi è ambigua. Essere stato il vice-capo gabinetto di un ministero ha il crisma di un incarico istituzionale di grande rilievo? Dubbi, parecchi, anche sui dieci anni di «fuori ruolo» dalla magistratura. Una parte del Csm, che su di lui ha chiesto un parere all’ufficio studi, ritiene che questo limite imposto dalla legge Severino sia superabile applicando la stessa tesi usata nei confronti di Luigi Carbone, attuale capo di gabinetto del ministero dell’Economia: decisione con la quale alcuni degli incarichi svolti in precedenza dal consigliere di Stato sono stati considerati «elettivi», quindi non conteggiabili nei dieci anni.
La nomina leghistaGian Carlo Blangiardo è il nuovo presidente dell’Istat. Occorre una formazione economica, lui ha una grande competenza come demografo. È espressione di un partito, la Lega. Parliamo di un incarico che ha una durata di 4 anni, rinnovabili, perché occorrono pianificazioni rigorosissime e che prevede grandi responsabilità sulla diffusione dei dati economici del Paese, come il prodotto interno lordo e il tasso di disoccupazione, numeri sensibili sull’operato del governo in cui il requisito dell’indipendenza sarebbe il minimo sindacale. Ha 70 anni e a ottobre andrà in pensione. Per la legge dello Stato può restare ma senza stipendio al massimo per un altro anno, considerazione riportata nel decreto di nomina. È stato scelto dalla ministra per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno che ha valutato dieci candidature e ha scelto. Gli altri nomi sono rimasti top secret, non proprio il massimo della trasparenza.
I risparmi necessariPasquale Tridico, consulente di Di Maio per il quale ha costruito la riforma del reddito di cittadinanza, è appena stato nominato presidente dell’Inps e non ha quindi di certo il requisito dell’indipendenza dal governo per una macchina così complessa come l’Inps che gestisce 185 miliardi di euro all’anno di versamenti contributivi, 157 miliardi di prestazioni pensionistiche e 130 miliardi di spesa assistenziale che sta crescendo con pensione e reddito di cittadinanza.
Tridico avrà la delega per scegliersi chi lo controlla, cioè il cda creato ad hoc da questo governo che ha ripristinato l’organo collegiale andato in soffitta qualche anno fa. Non è proprio un esperto di previdenza, e al momento gli è stato affiancato Adriano Morrone come vicepresidente. Però sul decreto di riforma dell’istituto è scritto che entro il 30 aprile l’Inps dovrà fare risparmi strutturali per pagare i componenti del board. Quindi o tagli in fretta, o il vicepresidente e cda non potranno essere pagati. Da aprile partirà l’adeguamento delle pensioni all’inflazione e il taglio delle pensioni d’oro. Possiamo considerarlo risparmio strutturale?
L’app per trovare lavoroDomenico Parisi è stato scelto da Luigi Di Maio come capo dell’agenzia governativa Anpal che deve far funzionare il reddito di cittadinanza. Professore che si è occupato di sociologia rurale, e poi imprenditore che si è inventato un’applicazione che incrocia domanda e offerta di lavoro. Quindi l’Anpal presieduta da Parisi compra il software prodotto dallo stesso Parisi? Si chiamerebbe gigantesco conflitto di interessi, ma finora nessuno ha smentito l’ipotesi che ciò avvenga, nemmeno Di Maio. Nell’ultima legge di Bilancio è stata inserita una norma che potremmo definire «ad caricam», aggirando la normativa sullo spoils system.
Il comma 718 ha deciso la decadenza di Maurizio Del Conte e la nomina di Domenico Parisi alla guida dell’agenzia. Una decisione arrivata per legge, procedura assolutamente inusuale. Sappiamo, dal suo curriculum di 20 pagine, che ha conseguito un dottorato in “Sociologia rurale” nel 1998 e che dal 2007 è professore ordinario presso l’università del Mississippi, ateneo che si piazza al 177esimo posto su 312 nella graduatoria U.S.News & World Report College and University. Non esattamente il più importante tra gli atenei americani. Le questioni del lavoro non risultano centrali nelle pubblicazioni accademiche del professore. Domanda: su piazza non c’erano altre figure qualificate senza problemi di conflitto e incompatibilità per i vertici di Consob, Antitrust, Istat, Inps e Anpal?