il Giornale, 27 marzo 2019
Ritrovato in Olanda il busto di Dora Maar
Tutto è cominciato nel 1935 con un amore improvviso, e sanguinante, ed è finito ieri con la soluzione di un giallo ambientato nel mondo dell’arte e del lusso. Partiamo dall’inizio. La fotografa Dora Maar (1907-1997), all’epoca già famosa, era seduta sola sulla terrazza del caffè Les Deux-Magots a Saint-Germain-des-Prés. Giocava a quello che è noto come il «poker del marinaio»: colpiva con un coltellino, a gran velocità, lo spazio tra un dito e l’altro della mano, inguantata di bianco, appoggiata al tavolino. Mancava di precisione ma non di coraggio. Interruppe il gioco il famoso poeta Paul Éluard, che le presentò Picasso. Il pittore, rapito, si fece dare i guanti insanguinati e li espose su una mensola del suo appartamento. Dopo il sangue e la bellezza di Dora a terminare la seduzione ci pensò il di lei fluente spagnolo, era cresciuta in Argentina. Nasceva così una relazione, molto chiacchierata, che durò sino al 1943, anno in cui l’irrefrenabile Pablo conobbe la molto più giovane Françoise Gilot. Prima di quest’esito il pittore ritrasse Dora in moltissime opere. Tra cui Il ritratto di Dora Maar, noto anche come Busto di donna (Dora Maar), dipinto nel 1938 e dal valore stimato di 25 milioni di euro. E qui siamo al giallo risolto. Il dipinto era stato parte della collezione privata di Picasso fino alla sua morte (nel 1973). Dopo è stato acquistato da uno sceicco saudita che lo ha posizionato sul suo lussuosissimo yacht. Naviglio da cui è stato sottratto, nel 1999, durante un elegante ma infausto ormeggio nel porto di Antibes, vicino a Cannes, in Costa Azzurra.
Del quadro si sono perse per anni le tracce nonostante una munifica taglia di 350mila sterline (rivalutate nel tempo). Poi, il colpo di scena. Il ritrovamento in Olanda, grazie a delle intercettazioni telefoniche, del 2015, che hanno rivelato l’utilizzo di un’opera d’arte di grandissimo valore offerta come garanzia per traffici di droga ed armi. Al centro dell’indagine l’esperto Arthur Brand, soprannominato «l’Indiana Jones del mondo dell’arte» per le sue imprese investigative. Brand sin da allora si è messo sulle tracce del capolavoro che immaginava essere proprio il Picasso, finché a metà marzo due uomini che lavoravano per un uomo d’affari olandese si sono presentati in piena notte nella sua residenza di Amsterdam, portando il ritratto di Dora Maar sotto braccio, avvolto in un sacco per l’immondizia. Per l’autentica c’è voluto tempo ma, proprio ieri, è stato reso noto che gli esperti confermano che la tela è il Busto di donna rubato in Costa Azzurra. Secondo Brand il proprietario era ignaro della provenienza illecita dell’opera. Brand ha immediatamente informato la polizia olandese e francese e il dipinto è stato affidato a una compagnia di assicurazioni. Negli anni, secondo l’esperto d’arte, il capolavoro è passato di mano in mano nell’economia sommersa, cambiando proprietario almeno una decina di volte. Ora la Dora di tela dovrebbe avviarsi verso una vita meno tumultuosa, fortuna che la vera Dora non ebbe.