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 2019  marzo 27 Mercoledì calendario

Imprenditori calabresi investono nel porto di Gioia Tauro

Un gruppo di imprenditori calabresi punta ad entrare, con un piccola quota, in Mct (Medcenter container terminal), la società di gestione del porto di Gioia Tauro, per portare la voce del territorio all’interno di una compagine che sta avviandosi a diventare proprietà Msc (Mediterranean shipping company).
A farsi portavoce di questo gruppo è Angelo Maria Sorrenti, alla guida della società di telecomunicazioni Dedalus: un imprenditore che vive dal 1994 sotto scorta per aver denunciato il sistema mafioso e, a fine 2014, è scampato a un attentato (nella sua auto era stata nascosta una bomba).
La proposta di Sorrenti arriva mentre sta accelerando il cambio di azionariato in Mct, finora controllato pariteticamente da Contship Italia e Msc. A metà marzo, infatti, dopo un lungo periodo di tensioni fra i due azionisti, che si sono ripercosse anche sulla situazione occupazionale dei lavoratori del porto, Contship Italia ha annunciato di aver avviato il negoziato per cedere il 50% di Csm Italia Gate, società che controlla Mct, alla Msc di Gianluigi Aponte. A quanto risulta, l’offerta di Msc per la quota della società concessionaria del terminal container di Gioia, si aggira intorno ai 60 milioni di euro.
Ma prima che la trattativa si concluda, anche gli imprenditori calabresi, alcuni dei quali hanno attività proprio nella zona industriale del retroporto di Gioia Tauro, vogliono far sentire la propria voce e fare in modo che questa sia ascoltata anche nel prossimo cda di Mct.
«Siamo cinque imprenditori – spiega Sorrenti – che hanno pensato, con il supporto di Confindustria Reggio Calabria (sede territoriale di Unindustria Calabria), di fare uno sforzo economico per entrare nella società concessionaria del terminal. Noi auspichiamo di poter avere una piccola parte, simbolica, della società (anche sotto il 5%, ndr) per poter sedere a un tavolo di trattativa col gestore del terminal, col semplice scopo di offrire i nostri contributi. Vogliamo entrare come soci di capitale per dare un aiuto. Insomma, non intendiamo sindacare sulle strategie del gruppo Msc ma dare il nostro apporto. In modo da consentire anche alle aziende del territorio di crescere. Un grande uomo come Gianluigi Aponte dovrebbe capirlo bene. Se a lui, che è partito dal basso, fosse stato impedito di sognare e di crescere, non avrebbe fatto questo impero. Lui stesso porta il suo personale, della penisola sorrentina, in giro per il mondo nelle sue aziende. E la Calabria perché non deve poter far crescere il proprio personale, i propri figli? Così si sconfiggerà la mafia. La criminalità e il degrado si battono semplicemente col progresso e questo arriva crescendo; se non ci consentono di farlo resteremo sempre fermi. Questa è la mia idea e così la pensano anche gli altri imprenditori coinvolti nel gruppo. Vogliamo dire la nostra in modo collaborativo. L’obiettivo è fare in modo che il porto imprima sviluppo al resto del territorio; che poi è lo scopo per cui la politica ha voluto lo scalo di Gioia Tauro».
Confindustria Reggio Calabria, da parte sua, prosegue Sorrenti, «ha scritto a Mct dicendo che c’è un gruppo di imprenditori che vorrebbe poter acquisire parte delle quote della società. E Mct ha risposto che ha messo agli atti questa richiesta e che sarà valutata nelle sedi opportune».