Corriere della Sera, 26 marzo 2019
La crisi di Higuain
Chi è, oggi, Gonzalo Higuain? Bella domanda. Di sicuro sappiamo chi era: un centravanti fenomenale, per lungo tempo il padrone assoluto della serie A. Uno di quei calciatori di cui si narra che fanno la differenza. Più con il Napoli, dov’era l’asse intorno a cui tutto girava; meno con la Juventus, dove era un gran campione fra molti suoi pari. Comunque sempre un crac e una garanzia, pur con dei limiti di efficacia in Europa dove non ha mai spaccato come nei campionati.
Tutto questo potere è svanito il giorno in cui la Signora ha ingaggiato Cristiano Ronaldo e ha deciso di fare a meno di lui. «Un contraccolpo da cui non si è ancora ripreso – osserva oggi Aldo Serena a otto mesi di distanza da quei giorni così infausti per il Pipita —. Una botta che invece di generare una riscossa ha prodotto una crisi profonda e, francamente, inaspettata».
A 31 anni, con tanto passato e tanti gol fatti, Higuain ha dovuto cambiare prospettiva, e si è incartato su sé stesso. La chance del Milan – che lo ha accolto con un prestito annuale oneroso di 18 milioni con diritto di riscatto a 36 – si è rivelata un fiasco: 22 partite, 8 gol, un progressivo distacco tecnico e umano che ha condotto al clamoroso addio a gennaio. Osserva Serena: «Forse l’errore è stato anche del Milan che si è appoggiato troppo su di lui: gli ha dato le chiavi di una squadra in costruzione e lui si è perso».
Per ritrovarsi è volato al Chelsea dal suo ex allenatore Maurizio Sarri: vedrai che lì si rifarà, si è detto tutti. Come no. Al momento in 10 partite i gol segnati dal Pipita sono 3 e il bollettino è negativo: il Pipita non incide e piace poco. «Purtroppo per lui – continua Serena – il Chelsea e Sarri erano già in difficoltà. E alla fine si sta trovando fuori posto anche lì».
Un doppio fallimento con sfumature diverse ma una base simile: «Dentro il Pipita c’è una crepa interiore», analizza Serena. E questo ci permette di rispondere alla domanda di partenza: Gonzalo è un uomo in transizione e un calciatore in difficoltà, prigioniero di una certa malinconia e di una rabbia agonistica che non riesce a incanalare. Continua Serena: «Ero certo che al Milan avrebbe fatto 20 gol, anche per far vedere alla Juve che si era sbagliata». Se si è sbagliata...
Così la domanda diventa un’altra: chi sarà Gonzalo dalla prossima estate? Ovvero: dove giocherà? Con la Juve no di certo: Agnelli, già irritato dal mancato introito dei 36 milioni di riscatto, vorrebbe evitare di sborsare altri 18 milioni netti di stipendio (9 l’anno) previsti nel contratto che scade a giugno 2021. E dunque? «La premessa è che non si tratta di una crisi tecnica – spiega Serena —. Higuain la scorsa stagione con la Juve ha fatto 16 gol in campionato (più altri 12 nelle Coppe, ndr): impossibile abbia disimparato a giocare e segnare. Altri due grandi anni può farli, dove e come dipende da lui».
Con lo stipendio che ha, questo potrebbe essere uno scenario tipico da pista cinese. Cioè la pensione. Il Pipita però a Londra resterebbe volentieri: la città gli piace soprattutto per la privacy che regala e fosse per lui, che continua a credere nella cura Sarri per sé e per il club, non se ne andrebbe. Ma proprio l’ex tecnico del Napoli potrebbe essere la chiave per un ritorno in Italia se andasse alla Roma e gli chiedesse di seguirlo. Lì però il problema resterebbe: Higuain, per natura, è più un trascinato che un trascinatore e in giallorosso rischierebbe di «sedersi» come ha fatto al Milan. Anche se poi tutto dipende dalla sindrome Ronaldo: solo se guarirà da quella, il Pipita tornerà quello di prima. Il tempo c’è. La forza chissà.