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 2019  marzo 25 Lunedì calendario

LA MAGLIE FATTA A MAGLIE - ''MI HANNO SILURATA DALLA RAI? (RISATA). DIREI PROPRIO DI SÌ!''. L'INTERVISTA: ''MAHMOOD, GRETA? PREFERISCO FARE BATTUTE SCORRETTE CHE TRAVESTIRMI DA LIBERAL E POI DIRE COSE NOSTALGICHE SULLE BONIFICHE DI MUSSOLINI - MIO MARITO HA 20 ANNI MENO DI ME? NON AVVERTO DIFFERENZE. GALEOTTO FU SGARBI CHE MI TRASCINÒ A SALEMI, DOVE CONOBBI CARLO. LO CHIAMA IL MIO CAPO DI GABINETTO, È UN ARTISTA COLTO E SENSIBILE'' -

Maria Giovanna, partiamo da una cosa sgradevole: ti hanno silurata dalla Rai? (Risata) «Direi proprio di sì. Ma dopo te lo spiego meglio».

E perché? (Sospirone e sorriso) «Ehhhh...!».

Lo avevi immaginato? «Ero molto scettica. Non ho mai creduto che mi potessero dare quella striscia, fino alla fine».



E poi? «Quando mi hanno chiamato dicendomi: "Questo è il budget, indicaci gli autori, gli inviati e dicci quanto vuoi", confesso, ci ho creduto».

E proprio a quel punto te lo hanno tolto. «Sono scienziati. Ma devo ringraziare Teresa De Santis per averci pensato. Sarebbe stato una meraviglia Chiaro e tondo».

Chi ti ha fatto fuori? (Lampo negli occhi azzurrissimi) «Nuovi schieramenti e vecchi rancori».

Però pure tu, nelle ore in cui si decideva il tuo destino lanciavi dardi infuocati! «Quali?».

La sera di Sanremo addirittura contro Mahmood. «Se non sono libero di fare un tweet sui politicamente corretti innamorati di Mahmood è finita!».

A Un giorno da pecora hai detto: «Vorrei mettere sotto Greta Thumberg»! «Primo. Tu sai che in romanesco è quasi un vezzeggiativo. E poi...».

Poi cosa? «Se il discorso è serio ti dico che mi fa orrore la strumentalizzazione di una ragazzina da parte dei genitori e di una brutta squadra di affaristi. E poi...».

Che altro? «Se entriamo nel merito ti dico che non credo al riscaldamento globale, perché ho letto Carlo Rubbia, e odio l' ecologismo talebano e radical chic perché è peloso e ipocrita».

Che c' entrano i radical chic? «Maddai! Nessuno di quei ragazzi rinuncerebbe alla chat, alle snickers da 200 euro cucite in Messico e allo zainetto griffati in pvc».

Sai che se dici cose così non puoi essere mainstream, nemmeno a destra? «Preferisco fare queste battute che travestirmi da liberal e poi dire cose nostalgiche sulle bonifiche di Benito Mussolini, come certi azzurri che si stupiscono indignati delle mie battute».

Adesso stai sfidando Antonio Tajani? «Non solo lui, anche gli altri. Se uno del Pd si commuove per Greta, non approvo, mi dispiace. ma capisco. Ma se anche una simpatica come Gabriella Giammanco diventa moralista "gretista" chiamo il 118».

Di nuovo contro Forza Italia? «Semmai sono loro che oggi non si distinguono più dai piddini!».

Dai, confessa cosa hai votato. «E che è un problema? Ho votato Lega: e non andavo alle urne dal 1993».

Non hai votato anche Silvio Berlusconi, come ti rimprovera Fulvio Abbate? «Mai. Certo, ho sostenuto alcune sue idee. Ma parliamo del povero Fulvio: sta scrivendo contro di me cose di un veleno che se lo porta via. Gli ha preso male.

Dice: «Attenti a Mgm!». «E io gli rispondo: "Abbate, perdime di vista"».

Lui dice che sei sovranista. «Sono trumpiana!». Cioè? «Penso che si vince con il popolo, penso che l' Ue stia distruggendo le realtà nazionali e che non abbia portato nessun vantaggio all' Italia».

E l' euro? «Peggio me sento. L' euro ci ha rovinati. Ricordo certe risse terribili con Oscar Giannino nella redazione del Foglio».

C' ero. Lui ti diceva: «Non capisci nulla di economia!». «È vero. E ti dirò: ne sono abbastanza fiera».

E perché mai? «Gli economisti sono quelli che capiscono tutto di economia e nulla del resto».

Sei scientificamente cattivista. «Se questo vuol dire opinioni forti espresse senza nessun timore, sì!».

Hai attaccato persino gli ebrei di Roma. «Buono! Ho una storia di amicizia con il popolo ebraico e una vera passione per Israele che è il baluardo della democrazia in medio Oriente...».

Però? «Però quando la comunità ebraica di Roma attacca Matteo Salvini come se fosse un governo gli dico che si facessero i cazzi loro».

Lo diresti ancora? «Loro mi hanno risposto siamo italiani. Da quello che avevano scritto non si capiva, e mi è molto dispiaciuto. Ce l' avevo con quella presa di posizione».

Ma davvero te ne vai addirittura a Verona, ad aprire il Congresso mondiale della famiglia? «Con molto piacere, farò un saluto».

Ma che c' entri con loro che sei atea? «Sono una atea ratzingeriana».

E che significa? «Che non sono devota. Ma che quando sono giù mi leggo il discorso di Ratisbona».





Perché? «Perché il cristianesimo è il cardine dell' identità dell' Occidente».

Per questo vai a Verona? «Primo: detesto tutte le forme di intolleranza. Soprattutto nei loro confronti. Secondo: il nuovo femminismo mi fa orrore».

Sei un caterpillar. (Risata mariagiovannesca) «Ah ah ah! E mi sto soltanto scaldando!». Un mese fa Maria Giovanna Maglie, al secolo «Mgm», doveva occupare lo spazio informativo più importante della Rai. Invece è scoppiata una polemica enorme ed è stata congelata. Oggi è senza dubbio l' opinionista donna più celebre nel mondo giornalistico del centrodestra, ma è - anche - l' occhio del ciclone di tutte le polemiche, alcune che risalgono alla preistoria della prima Repubblica. Mi accoglie nella sua casa al Pantheon, (meravigliosamente decorata dal marito Carlo) carezzando un bulldog e mi fa: «Tranquillo, Rufus è come me: un vero tenerone!».

Chi ha inventato la tua firma, Mgm? «Giuliano Ferrara al Foglio. Gli devo molto: era il Foglio straordinario e irripetibile con Buttafuoco, Di Michele, Lanfranco Pace, Oscar Giannino. Vicky Festa, Mattia Feltri. Marina Valensise!».

Tempo dopo Passi a Radio 24 . «Ci sto due anni, chiamata da Gentili. Faccio L' utopista, il nonno della Zanzara. Poi News con Andrea Monti». E ora? «Scrivo solo per Dagospia e faccio l' opinionista tv».

Perché? «Dago è avanti dieci anni. E Giorgio Rutelli, suo braccio destro un genio».

Con America fatta a Maglie prevedi la vittoria di Trump. «I tre giornali di centrodestra -La Verità nasce dopo - hanno perso una grande occasione. Non hanno capito nulla».

Perché? «Conformisti, ottusi: scrivevano del parrucchino, del candidato Pagliaccio. Il Foglio tifava la Clinton».

E tu come ci arrivi, dall' Italia? «Con il cervello. Leggendo e interpretando le fonti ostili a Trump».

Con quale chiave? «Partivo dal presupposto che otto anni di Obama avevano distrutto l' America economicamente e socialmente».



E poi? «Il mainstream era morto. La globalizzazione come risposta era fallita. Perché i mercati avevano azzerato la politica. E poi...».

Cosa? «Mi aveva aiutato Gran Torino, il film di Eastwood che meglio di tutto ha spiegato l' onda trumpiana».

Tutti scrivevano vince Hillary. «Non credevo a quello che scrivevano i giornali».

Dicono che hai azzeccato perché gufavi Hillary. «Scrivevo argomentazioni, non tifo. La destra antitrumpiana è stata conformista, e non capiva gli esteri».

Qui nasce il tuo rapporto con Salvini. «Ci siamo conosciuti su Twitter dove ci seguiamo a vicenda. Abbiamo iniziato a sentirci. È il leader più grande dopo anni senza grandi leader».

Sei una sua consigliera, si dice. «No comment».

Hai difeso addirittura il reddito di cittadinanza. «Dopo mesi di trattative è nato un governo. Se nel programma c' è il reddito bisogna difenderlo. Sono sempre per il centralismo democratico, sia pure gialloblù. I giornali invece sono stupidi: per Libero va bene quello che fa la Lega, è il M5s è un orrore. Per il fatto è il contrario».

Ma non è il M5s che ti ha fermato in Rai? «Così mi hanno detto».

Hai sospetti su Paragone? «Mi auguro di no, per lui. Spero che abbia cose più importanti da fare». Stai facendo la striscia tre giorni a settimana su Internet. «Il mondo dei social è straordinario. Ed è bello fare questa avventura con Francesca Chaouqui».

È un addio alla Rai? (Ride) «Nooo! Abbiamo appena cominciato a discutere».

Potresti rientrarci? «Certo. Ma cantando la canzone che avevo scelto come sigla. I' m what I' m. I' m my own special creation»!

La canzone della Cage aux follles? «Sì. O a modo mio o nulla».

Hai sposato un uomo vent' anni più giovane di te. «Galeotto fu Vittorio Sgarbi che mi trascinò a Salemi». E al Kempisky di Mazara hai conosciuto Carlo. «È un artista, è colto, sensibile. Lui dice di essere il maggiordomo. In aggiunta alle altre la cosa non mi dispiace. Vittorio lo chiama il mio capo gabinetto».

È il tuo toy boy? «È un signore di quasi 50 anni. Non avverto differenze di età».