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 2019  marzo 25 Lunedì calendario

Il web perde la memoria

Dopo anni di post, condivisioni, email, documenti in cloud, chat private e mi piace, gli utenti del web si sono abituati a vedere internet come un’estensione del proprio computer o del proprio smartphone.
Una scatola enorme in cui depositare i propri ricordi in tutta tranquillità, senza pensare troppo né alla privacy né alla possibilità che questi possano essere cancellati. La memoria digitale però, a più riprese si è mostrata poco affidabile. 
Non solo per un costante ricambio generazionale tra le diverse piattaforme ma soprattutto perché a causa di errori altrui è possibile perdere foto e post che fanno parte della propria vita sul web.
L’AMNESIA
La scorsa settimana ad esempio, si è scoperto che MySpace – uno dei social più in voga nella prima parte degli anni 2000, considerato antesignano di Facebook – ha cancellato per un banale errore tecnico tutti i contenuti caricati dai propri utenti tra il 2003 e il 2015. Una perdita di una quantità enorme di dati che avrebbe colpito circa 14 milioni di utenti. Anzi, di artisti dato che le vere vittime dall’amnesia della piattaforma sono stati soprattutto i musicisti che in quel periodo avevano affidato al social le proprie creazioni. Cinquanta milioni di file, soprattutto canzoni e tracce quindi, che spesso erano stati caricati solo su MySpace e che ora risultano irrecuperabili.
Tra questi anche alcuni brani d’esordio che hanno portato alla ribalta la cosiddetta Myspace Generation, come Lily Allen, Arctic Monkeys e Yeasayer ma anche Skrillex e Calvin Harris. Un po’ la stessa cosa che è accaduta con Flickr all’inizio di marzo, anche se in maniera meno traumatica. Il social fotografico infatti, dal 12 marzo, ha iniziato a cancellare le foto dagli account gratuiti dove i proprietari hanno caricato più di 1.000 file. In questo caso la cancellazione era stata annunciata consentendo agli iscritti di scaricare i propri lavori e salvarli su una memoria fisica non soggetta alle leggi del web. E lo stesso è accaduto con Geocities, un’importante piattaforma molto utilizzata dai blogger qualche anno fa, e da Google Plus, il social recentemente spento da Big G. Social network che per un certo periodo – anche brevissimo – sono stati il punto di ritrovo di un’intera generazione rappresentandone una testimonianza importante. È un po’ come se, a causa di una mancanza di spazio sui server oppure per una decisione arbitraria presa dai vertici di Facebook, di Twitter o di YouTube, all’improvviso queste piattaforme venissero ripulite. Anche se questo per il momento non sembra particolarmente probabile, è un’eventualità che bisognerebbe considerare. 

L’INDAGINE
Soprattutto perché, come detto, ormai si tende a utilizzare Facebook ma anche Gmail o Dropbox come un’appendice del nostro pc o della nostra memoria. In realtà però si tratta di un atto di fiducia nei confronti di colossi che, da un giorno all’altro, potrebbero far pagare i propri utenti per accedere ai loro stessi ricordi oppure semplicemente cancellarli. Se poi selfie allo specchio, strimpellate alla chitarra e video più o meno simpatici, possono non sembrare una grande perdita, esistono precedenti ben più importanti. Due anni fa ad esempio, l’archivio digitale del quotidiano Unità è andato perso definitivamente a causa di un imprecisato errore sui server.
Tutto ciò che era stato caricato in rete – a vantaggio di chiunque volesse consultarlo – dai primi articoli del 1946 agli ultimi del 2017 sono ora disponibili solo in forma cartacea. Un problema reale che, sia per quanto riguarda i social network che per le piattaforme di archiviazione, mette a rischio 1 persona su 3. Il 33% degli utenti del mondo infatti, secondo un’indagine condotta lo scorso anno dalla società di sicurezza informatica Acronis, non ha mai eseguito un backup dei propri dati. Informazioni che quindi non sono mai state messe in sicurezza. Proprio per sensibilizzare a questo genere di tema, domenica prossima, il 31 marzo, ricorre il World backup day. La giornata mondiale che si celebra fin dal 2011 per rendere consapevoli le persone dell’importanza di scaricare, aggiornare e salvare i propri dati sia online che offline. Non solo per preservare ricordi e documenti di lavoro, ma anche per proteggerli da eventuali cyber attacchi.