La Stampa, 25 marzo 2019
Cori Gauff, la baby tennista da un milione di dollari
Il tennis femminile è pieno di annunciate, improbabili, possibili eredi di Serena Williams, Cori Gauff, detta Coco, rispetto alla concorrenza ha un vantaggio e (forse) un problema in più: ha 15 anni, compiuti da un mese, e secondo Forbes già un milione di dollari in contratti pubblicitari. L’ultimo l’ha firmato qualche giorno fa con la Barilla - e non a caso, visto che la baby meraviglia è seguita da Team8, la società di management sportivo di proprietà di Roger Federer e del suo agente Tony Godsick. L’anno scorso la New Balance le ha allungato il primo assegnone, strappandola alla Nike, il resto del malloppo è frutto dell’accordo con la Head, che le fornisce le racchette. Troppo?
Di aspettative esagerate e contratti sovradimensionati è lastricato l’infernuccio dorato delle promesse decadute del tennis, da Anna Kurnikova a Laura Robson. La bimba Coco però sembra avere numeri e cromosomi giusti. Papà Corey giocava a basket a Georgia State, e lei è già alta 180 centimetri (quattro più Serena Williams), mamma Candi è stata ginnasta prima di darsi all’atletica. Patrick Mouratoglou, il coach di Serena, che di eredi dovrebbe intendersene, è stato il primo a metterle gli occhi addosso e giura sul suo futuro: «è venuta alla nostra Academy quando aveva 10 anni, ed è una grande lavoratrice. Ma soprattutto ha le doti che non si insegnano: non molla mai ed è un’atleta naturale. Impressionante. Ha ancora tanto da imparare, e paragonarla a Serena non ha senso, perché Serena è una sola. Ma se continua così può andare molto lontano».
«Voglio diventare n.1»
Cori è nata ad Atlanta ma si è trasferita ragazzina a Delray Beach, in Florida. Con il tennis ha iniziato a 6 anni, e a 8 - «quando ero giovane», ha spiegato - ha deciso di piantarla con la ginnastica, pallavolo e basket e dedicarsi seriamente a quello che le riusciva meglio. Da juniores ha vinto l’Orange Bowl a 12 anni, è stata finalista agli Us Open a 13 anni, l’anno scorso ha vinto il Roland Garros - la più precoce dopo Hingis, Capriati e Sabatini - diventando pure la più giovane numero 1 under 18 della storia. Quest’anno è arrivata in finale all’Itf di Surprise, debuttato nel circuito delle grandi a Indian Wells strappando un set a Timea Bacsinski. A Miami, nello stadio adattato al tennis dove papà la portava a vedere i Dolphins e gli Hurricanes, ha vinto il suo primo match in tabellone, contro Catherine McNally. «Papà mi ha sempre detto che in campo devo occuparmi di quello che posso controllare, e io cerco di dargli retta. Il mio obiettivo? Be’, ovviamente diventare la più forte di tutti». Al secondo turno è stata rispedita a casa da Daria Kasatkina, 6-3 6-2 in poco più di un’ora, ma era prevedibile. E poi il punto non è questo. L’importante è capire se una ragazzina che è ancora numero 400 del mondo, ma già fra le top-10 come guadagni, riuscirà a non farsi deragliare dal futuro che le hanno già scritto addosso. La «Capriati rule», la regola introdotta dopo che baby Jennifer, numero 10 del ranking a 14 anni, finì bruciacchiata dal troppo successo impiegando anni per riprendersi, le consentirà di giocare un numero limitato di tornei fino ai 18 anni. Il resto sarà compito suo, della famiglia. Di chi vede già in lei un assegno in bianco per i prossimi 10 anni.
La segue la Team8 di Federer
«I primi contatti con Cori li abbiamo avuti nel 2017 - spiega il suo manager alla Team8 Alessandro Barel di Sant’Albano - aveva 13 anni ma giocava già come una 18 enne e aveva una mentalità molto matura. Noi vogliamo lavorare con i migliori atleti possibili, ma cerchiamo anche persone con valori solidi». Con Federer si è già fatta fotografare, e dopo aver firmato con Barilla ha assicurato che va pazza per le penne e gli spaghetti, conditi peraltro con salse improbabili che farebbero inorridire chef Oldani, quello dello spot con Federer. Quello che conta, però, è non sbagliare la cottura.