Libero, 24 marzo 2019
Testosterone introvabile
Migliaia di giovani rischiano la vita In Italia perché i farmaci a base di testosterone sono fuori produzione. Sono i malati di tumore al testicolo, che colpisce uomini fra i 20 e i 40 anni e che hanno subito interventi di orchiectomia bilaterale, cioè l’asportazione di entrambi i testicoli. I farmaci elettivi che sopperiscono alla menomazione indotta dalla cura del cancro, oltre a chemioterapia e controlli semestrali ferrei, sono tre: Testoviron, Testovis e Sustanon. Tutti spariti dalle farmacie italiane da settimane e l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, li ha classificati come temporaneamente carenti o indisponibili dall’8 febbraio scorso. Senza la somministrazione periodica di testosterone rischiano la vita tutti i pazienti ammalati di cancro al testicolo, ovvero buona parte dei 2500 giovani che ogni anno secondo il Siuro, società di urologia oncologica, si ammalano di questo morbo. L’incidenza del cancro ai testicoli è in preoccupante evoluzione e fa registrare, sempre secondo il Siuro, il 3% di casi in più all’anno. A rischiare la vita non sono solo i malati oncologici, ma anche i transessuali che devono sottoporsi a vita alla terapia ormonale. Il primo e più diffuso farmaco scomparso dalle farmacie è stato il Testoviron, soluzione iniettabile della Bayer che ne ha sospeso la produzione nello scorso settembre. Da allora tutte le persone sofferenti di carenze ormonali lo avevano sostituito con il Testovis, prodotto dai laboratori farmaceutici Sit, o dal Sustanon. Ma nel giro di poco anche questi due farmaci si sono rivelati introvabili. Secondo i responsabili dell’Agenzia del farmaco il mercato italiano assorbe il testosterone in eccesso rispetto alla produzione, ed ecco spiegato il motivo della sua scomparsa dalle farmacie, anche se incomprensibile dal punto di vista medico e pratico. Le soluzioni, sempre secondo l’Agenzia del farmaco, sarebbero già state adottate, solo che i pazienti nonne sarebbero a conoscenza. Ovvero, sono state date autorizzazioni ai titolari delle Asl per importare dall’estero il farmaco a base di testosterone e a queste bisognerebbe rivolgersi senza “girare a vuoto per 50 farmacie”. In questo caso importazioni dall’Olanda, che avrebbe maggiore disponibilità del farmaco rispetto all’Italia. Una soluzione obiettivamente incomprensibile, di difficile accesso anche se si considera che per entrare in possesso delle cure ormonali specifiche, ammesso che si trovino, non basta la ricetta del medico della mutua, bensì quella di un endocrinologo che non è sicuramente di facile o immediata reperibilità. Il risultato è che molti malati di cancro al testicolo o dei tanti altri bisognosi del farmaco per altre ragioni acquistano il testosterone online, con tutti i rischi che derivano dall’acquistare i medicinali in vendita su Internet. Il mercato illegale della Russia, dell’Ucraina o dell’India abbonda di farmaci a base di testosterone ma nessuno garantisce che contengano i giusti elementi, e così gli acquirenti rischiano due volte la vita. Perché per molti malati la terapia ormonale è effettivamente una questione di vita o di morte.