La Stampa, 24 marzo 2019
Barbara Bouchet non ha paura di invecchiare. Intervista
La seconda giovinezza di Barbara Bouchet passa dalla risata. Corre da un set all’altro come fosse tornata ai tempi d’oro. E in effetti sono preziosi questi anni maturi che le hanno regalato un’autoironia eccelsa, un volto bellissimo e naturale e la voglia di guardare la vita, la sua innanzitutto, da un’angolazione divertita. Corre da un set all’altro come solo negli anni ruggenti delle cine-commedie aveva fatto, il che non le vieta di partecipare come ospite d’onore e giurata d’accezione al Cortinametraggio, il festival dedicato al meglio della cinematografia breve italiana giunto alla sua 14a edizione.
Bouchet, perché corre da un set all’altro?
«Perché oramai non dico mai di no. Accetto tutto, pure i ruoli piccoli. Alla mia età posso fare quello che voglio».
Dunque?
«Ho finito di girare Tolo Tolo, il film che vede Checco Zalone autore della sceneggiatura, interprete e per la prima volta regista, girato in Kenya, Marocco, Puglia e Roma. Uscirà a Natale. A me hanno vietato di parlarne».
Pare tratti di un comico napoletano minacciato da un boss malavitoso e dell’amicizia con un carabiniere che dovrebbe fungere da sua scorta. E lei sarà una riccona con toy-boy.
«E a giorni inizierò a girare un tv movie prodotto da Hallmark Channel, un dream-make sulla scia di Vacanze Romane. Arriva in Italia una ragazza americana che va a vivere in una pensione diretta da una signora, interpretata da me, amante dei fiori e della buona cucina che le farà da mamma. Nostro dirimpettaio un giovane giornalista di cui la ragazza si innamorerà. Amore a parte, è un po’ la mia storia».
In che senso?
«Avevo 24 anni quando sono arrivata in Italia e andai a vivere in una pensione. La proprietaria era un’austriaca e si chiamava Bimbi. Mi faceva sentire a casa».
Da lì è partita la sua carriera, tante commedie. Poi?
«Poi ho smesso. A 39 anni ho lasciato il cinema. Un bel giorno mi sono detta: “Simbolo del sesso a 40 anni non si può”. Ho calcolato che di lì a poco sarebbero stati gli altri a fare la mia stessa considerazione e io li volevo battere sul tempo. Mi ero fatta un film come si dice a Roma».
E così si è regolata...
«Mica tanto. Mi ero ripromessa di tornare dopo 10 anni per fare la signora cinquantenne, la donna della mia età. Invece ci ho messo vent’anni».
E perché?
«Nel frattempo ho cominciato con la ginnastica, le palestre, le trasmissioni di fitness. Un’altra vita nella quale mi trovavo bene. E a 45 anni, per caso, sono rimasta incinta di Max. E dire che il mio medico aveva escluso del tutto questa eventualità».
Nonostante i figli vent’anni sono tanti.
«Non ci pensavo più. Un giorno mia sorella mi disse che Martin Scorsese stava venendo in Italia per girare Gangs of New York con DiCaprio. Chiamai riluttante. Mi dissero che ci sarebbe stato un ruolo, piccolo. Feci il provino e quando andai sul set Scorsese mi accolse con tutti gli onori. Mi baciò la mano, mi ringraziò per la disponibilità e mi disse che aveva visto tutti i miei film come prima mi aveva detto solo Quentin Tarantino. Si stabilì un rapporto bellissimo, con sua moglie fece il Natale a casa mia. Doveva stare un’ora, ci tenne svegli fino alle 2 del mattino».
Un rientro nel cinema dalla porta d’onore, no?
«Era quello che pensavo. Dopo questo rientro tutti mi chiameranno. Manco per niente. Nessuno mi pensava. Dopo 120 film ricominciavo dal basso. E accettavo anche piccoli ruoli, in fiction. Mai un no. Ho fatto persino la morta nel freezer. Ho tampinato Ozpetek e Pupi Avati. Mi dicevo: se Pupi ha fatto recitare una cantante lirica farà lavorare anche me. Macché. Ora mi tocca il sequel di Milano calibro 9 dove io ero l’amante del gangster che ballava sul cubo. Sono sempre lei ma con un figlio... il tempo passa».
Altri progetti?
«Un libro che racconti la mia vita da dedicare ai miei figli».
A proposito di figli, Alessandro Borghese, suo figlio, è una star. Cosa le cucina?
«Io mangio come un uccellino e mi piace la semplicità. Aglio e olio è il mio piatto preferito».
Certo per uno chef stellato non è il massimo. E sul lavoro che cosa cerca?
«Ho un desiderio. Vedo Helen Mirren, Redford, Jane Fonda e anche Charlize Theron. Io dico: invecchiatemi, imbruttitemi ma datemi un ruolo che mi faccia uscire dal cliché della commedia. Non rinnego il mio passato però è passato. Vorrei dimostrare chi sono veramente».