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 2019  marzo 24 Domenica calendario

Andrea Camilleri

Andrea Camilleri, scrittore, è nato a Porto Empedocle.
Estratto di Km123.
«Signora, mi chiamo Giacomo, sono l’infermiere addetto a questa stanza. Le volevo dire una cosa.»«Mi dica.»
«Dato che la degenza di suo marito non sarà certamente brevissima, le consiglio di riportarsi a casa i suoi effetti personali.»
«Il vestito, ridotto com’è, lo potete buttare via. E anche le scarpe.»
«Va bene. Ma non mi riferivo solo a quelli.»
«Cioè?»
«Be’, signora, aveva in tasca il portafogli, il cellulare, le chiavi...»
«Ah, già.»
«Se lei ora mi vuole seguire di là, glieli consegnerò.»
«Ma senta, non può portarmeli qui?»
«C’è da firmare la ricevuta. È da fare anche il riscontro.»
«Che riscontro?»
«Signora, è la prassi. Suo marito aveva in tasca il portafogli, no? Dentro c’erano una forte somma, tremila euro se non ricordo male, due carte di credito, il bancomat, un libretto d’assegni, la patente... All’atto dell’accettazione viene preso nota di tutto, in modo che poi non sorgano contestazioni alla riconsegna... Mi sono spiegato?»
«Sì. La seguo.»
LA TELEFONATA Pronto? Casa Davoli?
Sì. Chi parla?
È la signora Giuditta Davoli?
Sì. Ma chi parla?
Sono Ester Russo, signora.
Chi?
Ester Russo. Ci siamo già conosciute, non ricorda?
Io non...
Il mese scorso, in casa di Anna De Robertis, per quella
riunione di beneficenza...
Ah, sì, ricordo. Come sta?
Bene. E lei?
Non c’è male. Mi dica.
Veramente io volevo parlare con suo marito.
Con Giulio?
Be’, sì.
Dica a me, riferirò.
Signora, io sono un avvocato, forse non gliel’ho detto quando ci siamo conosciute. Sono, come dire, tenuta al segreto professionale, capisce?
Capisco.
Suo marito non è in casa?
No.
Sa se ha sempre lo stesso cellulare?
Sì. Non ne ha un altro?
Che io sappia, no.
Perché l’ho chiamato e non risponde.
Non può rispondere.
Perché?
Non lo sa?
Che cosa?
C’era persino sul Messaggero!
Ma che cosa?
Giulio ha avuto un brutto incidente d’auto.
O Dio mio! E ora come sta?
Non è grave. Ha un trauma cranico, la mascella fratturata e tre costole rotte. Non è in grado di parlare.
O Dio mio, Dio mio, Dio mio...
Non sapevo fosse tanto amica di Giulio.
No... è che... abbiamo ottimi rapporti... professionali... ma una notizia così improvvisa... capirà...
Capisco.
Senta, signora, mi dica dove l’hanno ricoverato.
Perché?
Devo andare a trovarlo... abbiamo una grave questione di lavoro in sospeso...
Per ora i medici hanno proibito le visite, temono complicazioni a causa della ferita alla testa... Per questo le ho detto di dire a me, io posso andarci quando voglio. Se è una cosa importante...
Importantissima.
Allora...
Senta, signora, facciamo così. Gli dica che appena può si metta immediatamente in contatto con me, con qualsiasi mezzo.
Come ha detto che si chiama, scusi?
Ester Russo.
Glielo dirò.
Grazie, signora. Lei è stata veramente gentile.
È sicura che non possa aiutarla io?
No.
ALL’OSPEDALE«Mi scusi, il signor Giulio Davoli?»
«Aspetti che guardo. Stanza 210. Però non sono ammesse visite.»
«Che significa?»
«Significa esattamente che non sono ammesse visite.»
«Ma io sono sua cugina!»
«Sarebbe lo stesso anche se fosse sua sorella.»
«Ma se Giuditta entra quando vuole!»
«E chi è Giuditta?»
«La moglie!»
«La signora ha un permesso speciale.»
«Ma io devo assolutamente vederlo!»
«Non so che farci. Gli ordini sono questi. Buongiorno.»
«O Dio mio! E adesso come faccio? Come faccio?»
«Senta, niente scenate, per favore. E soprattutto non si metta a piangere qui.»
(...)
«Signora?»
«Sì?»
«Si calmi. Ho sentito quello che le ha detto suor Matilde. Quella è una carogna. Se vuole...»
«Lei chi è scusi?»
«Mi chiamo Giacomo. Sono un infermiere. Ce l’ho io il signor Davoli.»
«Lei potrebbe farmici parlare?»
«No. Sarebbe troppo pericoloso. E poi non può parlare per via della mascella fratturata. Può scrivere, questo sì. Però, se lei vuole che io gli dica qualcosa...»
«Magari! Gli dica che Ester ha assoluto bisogno dimettersi in contatto con lui prima possibile. Me lo fa questo favore? Le scrivo il mio numero di telefono.»
«Certo.»
«Dio mio, non mi pare vero! Non so come ringraziarla!
Ecco, tenga, questi sono per lei.»
«Grazie. E stia tranquilla.»