Il Post, 22 marzo 2019
Una gemella dentro la sua gemella
In Colombia è nata una bambina che portava nel suo addome la propria sorella gemella, formata per metà e cresciuta al suo interno nel corso della gravidanza. Non è la prima volta che succede, ma i casi di “fetus in fetu” sono comunque piuttosto rari e interessanti dal punto di vista scientifico, per comprendere meglio come funziona lo sviluppo degli embrioni e più in generale la differenziazione cellulare. Negli ultimi anni altri casi sono stati segnalati in India, Singapore e Indonesia: si stima che il fenomeno si verifichi in media ogni mezzo milione di nascite.
Come spiega il New York Times, il caso colombiano è stato ancora più insolito perché i medici sono riusciti a identificare il problema con largo anticipo, riuscendo a gestire meglio i rischi della gravidanza per la bambina formata correttamente e per la madre. Il caso clinico è stato gestito dal dottor Miguel Parra-Saavedra, consultato spesso dai media colombiani durante l’epidemia da virus Zika che aveva interessato la Colombia nel 2016.
Grazie a un’ecografia ad alta definizione, Parra-Saavedra aveva notato che all’interno del feto in formazione si stava sviluppando un altro feto, con un proprio cordone ombelicale che si collegava all’intestino di Itzamara, la gemella più grande e meglio formata. Lo scorso 22 febbraio, alla 37esima settimana di gravidanza e quando Itzamara pesava ormai 3 chilogrammi, i medici hanno deciso di sottoporre la madre a un taglio cesareo, nel timore che se avessero atteso ancora il feto più piccolo avrebbe potuto danneggiare gli organi interni della gemella più grande.
Dopo il parto cesareo, Itzamara è stata operata per rimuovere il feto che aveva al suo interno. Era lungo circa 5 centimetri e aveva testa e arti parzialmente sviluppati, ma era privo di cuore e cervello. Itzamara ha superato l’operazione e sta bene, mentre per il feto rimosso sono previsti ulteriori test del DNA e analisi.
A volte il fetus in fetu viene scambiato per un teratoma, un tumore dei tessuti embrionali e simile a una cisti. Il feto contenuto in quello più grande viene di solito definito “gemello parassita”, perché sottrae il nutrimento all’altro. In letteratura scientifica ci sono riferimenti al fenomeno a partire dai primi dell’Ottocento. In alcuni casi il fetus in fetu si realizza con una parziale crescita del feto all’interno e all’esterno del gemello normalmente formato.
In rari casi ci si accorge della presenza di un feto più piccolo solo dopo anni. Nel 2015, per esempio, una donna britannica di 45 anni fu operata per quella che sembrava essere una comune cisti ovarica. La biopsia dei tessuti rimossi rivelò che si trattava invece di un piccolo feto malformato, con alcuni denti, parte della faccia e capelli. Si era sviluppato durante la gravidanza ed era poi rimasto per decenni nella sua gemella, fino a quando questa aveva sviluppato alcuni sintomi.