Il Messaggero, 23 marzo 2019
Xi ha portato anche un suo sosia a Roma
Ha portato con sé anche un sosia per ragioni di sicurezza, oltre agli uomini dei reparti speciali, un gruppo di fedelissimi, tutti cinesi e molto atletici. Proteggono ogni movimento di Xi Jinping, quasi lo nascondono per quanto sono alti. E non possono certo passare inosservati: non accade tutti i giorni, infatti, di vedere qualcuno con gli occhi a mandorla alto quasi due metri. Non appena sono sbarcati a Fiumicino, il Viminale li ha muniti di regolare porto d’armi, possono intervenire in casi estremi (sono dotati solo di armi corte), anche se la vera difesa del presidente è affidata ai Nocs, gli uomini del Nucleo operativo centrale della Polizia. Anche in hotel, però, ad ogni piano ci sono uomini della sicurezza che vigilano su Xi e la moglie, ma anche se tutta la folta delegazione cinese che ha occupato interamente la struttura a 5 Stelle vicino a Villa Borghese. Dalla Cina il presidente ha portato anche il suo staff medico.
PRECEDENTISistema di sicurezza ai massimi livelli, quello predisposto per il capo di Stato che arriva da Pechino. Non molto diverso dal piano adottato per Trump e Putin. Anche se ogni passaggio del leader cinese è controllato da un’auto provvista di radar, così come era avvenuto durante la visita di Gheddafi in Italia nel periodo del governo Berlusconi. Xi, poi, viaggia a bordo di una supercar da 800 mila dollari: la limousine Honggi N501 dal nome Bandiera Rossa. Un modello mai lanciato ufficialmente sul mercato, neanche presentato al Salone di Pechino, blindatissimo. Mentre il Boeing 747 con il quale è arrivato a Fiumicino, sebbene di Air China, è di produzione americana, perché l’industria aeronautica cinese è ancora indietro con gli apparecchi commerciali. La serata al Quirinale è stata sorvegliata con molta discrezione da corazzieri in borghese, mischiati tra la folla, ed è stata preceduta, nei mesi scorsi, da tantissime riunioni preparatorie. I cinesi sono sembrati particolarmente meticolosi su un fatto: il presidente non deve mai trovarsi davanti a manifestazioni di protesta di dissidenti. Quasi un’ossessione. Un qualsiasi urlo od offesa a Xi rappresenterebbe una violazione per la sovranità del leader. Roma ieri era blindata, con chiusure a soffietto ogni volta che passava il lunghissimo corteo del presidente: in alcune zone- era impossibile spostarsi anche a piedi e non sono mancante le lamentele di residenti e turisti, anche se la maggioranza dei romani ha preferito restare lontano dal centro per evitare problemi. Oggi si replica, con tutta l’area di Villa Madama isolata per la firma del memorandum della Via della Seta con il premier Conte. Infine, spostamento all’aeroporto Leonardo da Vinci, in una Roma-Fiumicino super sorvegliata, e atterraggi e decolli sospesi per qualche decina di minuti quando, attorno alle 14, il 747 di Xi partirà con destinazione Palermo.