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 2019  marzo 23 Sabato calendario

Diritto & Rovescio

Marcello De Vito, politico pentastellato, presidente dell’Assemblea capitolina (cioè, per farla breve, del Consiglio comunale di Roma), è stato portato in carcere dai carabinieri con l’imputazione di avere ricevuto sostanziose tangenti. L’hanno beccato all’aperto mentre, in tuta, stava facendo jogging. De Vito non era un grillino dell’ultima ora. Di quelli raccolti per strada quando scoppiò il loro boom. No, lui era un sansepolcrista del Movimento, un pentastellato della prima ora. Dieci anni fa, quando gli M5s erano quattro gatti, De Vito stava già gridando a crepapelle. Contro chi? Beh, contro i corrotti e la corruzione che ovviamente, già allora, era dilagante. I suoi slogan? «In galera!», «Vi chiudiamo dentro e gettiamo la chiave!». «Meritate l’ isolamento, meritate!». «Basta con gli sconti ai corrotti!». «Processi per direttissima, altroché, a chi ruba i soldi pubblici!». Esiste una regola tassativa (psicologica, non religiosa) che dice: chi ha più peccati è quello che strilla di più. Cvd, come volevasi dimostrare.