Libero, 22 marzo 2019
Biografia di Xi Jinping
Due mogli, due lauree e un’infanzia letteralmente da fame. Xi Jinping, l’ultimo imperatore cinese, è arrivato in Italia per siglare una serie di contratti commerciali, tali da consentirgli lo sbocco in Europa delle merci asiatiche. E viceversa... si spera. È sceso alle 18.30 a Fiumicino dal “suo” Air China, mano nella mano con la moglie Peng Liyuan, ex cantante e tenente generale nell’Esercito popolare di liberazione. Peng è però la seconda consorte di Xi. Il suo primo matrimonio si concluse con Ke Lingling quando la coniuge si trasferì nel Regno Unito per assumere un ruolo diplomatico e seguire il padre. Meglio così... vista la carriera del padre-padrone dell’ex celeste impero. Peng infatti, fino al 2007, era più famosa del marito dato che per molti anni è stata la cantante di punta della tv di Stato in occasione delle celebrazioni del capodanno cinese. E poi perché, col matrimonio, la signora Jinping dimostrò che il marito era entrato nell’èlite. La vita di Xi infatti non è sempre stata rose e fiori. Nasce il 15 giugno 1953, anno del serpente, da Xi Zhongxun, amico personale di Mao e addirittura vicepremier responsabile della cultura fino al 1961. Tuttavia, nel 1966, la rivoluzione maoista – una sorta di purga dei dirigenti del partito accusati di tradire la rivoluzione – spinse anche la famiglia di Xi fuori da Pechino. Il ragazzo, abituato a frequentare le belle scuole, finì scaraventato in mezzo alla campagna più arretrata, nella provincia Shaanxi, nel nord del Paese. Ecco là, in mezzo a contadini rabbiosi contro la gente di città, non mancarono maltrattamenti e soprusi. Forse è una leggenda, ma pare addirittura che il futuro capo della Cina, fosse stato cacciato dentro una caverna. L’esperienza, inutile dirlo, fu traumatica. Ma formativa (col senno di poi). Al punto che Xi, avendo visto gente morire letteralmente di inedia, ha sempre a cuore lo sviluppo del Paese, senza dimenticare coloro i quali tutt’ora guadagnano 300 dollari al mese. Uno dei suoi motti infatti è: nel 2020 la povertà sarà un ricordo del passato. Frase che forse ha ispirato Di Maio nei suoi annunci legati al reddito di cittadinanza... Proprio quando Xi si stava ambientando in campagna, ecco la fine della “rivoluzione culturale” e il ritorno nella capitale. Dove si laurea in ingegneria chimica. Nel frattempo cerca di iscriversi al partito comunista. Dopo ben 10 tentativi, riuscirà ad avere la tessera solo nel 1973. Pazzesco. Entra nell’esercito e dal 1978 al 1982 lavora come segretario di Geng Biao, membro della commissione centrale militare e membro di spicco tra le forze armate. La sua strada sembrava segnata: prestigio, influenza, reputazione. Ma Xi cambia rotta. Lascia l’esercito e si dedica all’amministrazione civile. Provinciale. Una carriera tutt’altro che scontata. Un percorso che lo porta inevitabilmente a lasciare Pechino. Si sposta parecchio, fino a stabilizzarsi – si fa per dire – nella zona sud-orientale del Fujian, dove tra l’altro incontra la moglie Peng nel 1985 e dove nel 2002 è scelto come governatore. Schiva inchieste giudiziarie, ma allo stesso tempo viene a contatto con investitori esteri e imprenditori locali. Quando si trasferisce nella dinamica provincia dello Zhejiang incontra un giovane Jack Ma, all’inizio della sua attività on line, che ora è diventata il gigante del commercio elettronico Alibaba. Diventa papà nel 1992: nasce Xi Mingze, che si è poi laureata ad Harvard con pseudonimo per non avere favoritismi. Non perde comunque di vista il partito e la capitale. Tant’è che alla stessa università dove si laureò in ingegneria chimica, alla fine degli anni ’90 completa un dottorato in legge presso il dipartimento di studi di marxismo e leninismo. Le fortune di Xi sono due: 1) dove passa, dal partito o dai governi locali, risolve problemi, acquisendo di fatto conoscenze ed esperienza. Quella che gli servirà per essere nominato leader incontrastato di tutta la Cina 2) fa carriera lontano dalla capitale, quindi lontano dai veleni, le ripicche, le beghe di partito. Evita le rogne (e le punizioni) dopo piazza Tien An-Men. Nel 2007, grazie al suo ottimo curriculum sul campo, torna nella capitale. E inizia la scalata alla vetta. Facendosi largo approfittando delle inchieste che faranno fuori il favorito Bo Xilai. Per non incontrare Hillary Clinton, il futuro premier, addirittura sparisce dalla scena per qualche tempo. Forse per un incidente di nuoto, forse per un presunto tentato omicidio o forse per lasciare che i galletti del partito si scannassero. Finita la rissa, nel 2012, arriva la nomina di Xi a capo del partito. Poi presidente della repubblica e guida dell’esercito. Infine la possibilità di poter allungare il mandato di Xi a vita. Come può una persona avere tutto questo potere ed essere amata dalla sua gente? Parliamo sempre di un miliardo e 200 milioni di anime. Semplice: Xi sa che senza il partito, i cinesi sono persi. Però il partito deve diventare un mezzo per aiutare il popolo a star meglio. Ha visto gli errori dei sovietici, di Mao, di Deng e degli altri leader. Così meno smog, più figli e stipendi migliori. Come arrivare a questo obiettivo? Aprendo al mercato. Globale. Mentre Mao fece una lunga marcia per riprendersi la Cina, Xi sta facendo la marcia per conquistare il mondo.