Il Messaggero, 22 marzo 2019
Biografia di Daniele Frongia
Solo tre settimane fa festeggiava il ritorno nelle stanze che contano. Daniele Frongia aveva traslocato a due passi dagli uffici di Virginia Raggi. E con la calma di chi conosce i rischi del mestiere, dopo anni di trincea raccontava a questo giornale: «Io e Virginia abbiamo ancora nove e dico nove procedimenti aperti in cui siamo parte offesa per le denunce e gli esposti che abbiamo fatto quando eravamo all’opposizione. Incredibile, no?».
Io e Virginia. Frongia e Raggi. Un binomio che va avanti da anni. Una coppia politica che ha iniziato a fare squadra dai tempi dell’opposizione: loro da una parte, Marcello De Vito dall’altra. E non a caso, nel 2016 Raggi riuscirà a diventare la candidata del M5S alle primarie del blog grazie al passo indietro di «Dany» che si sottrae alla corsa.
Un favore che la grillina sarà pronta a contraccambiare appena vinte le elezioni: nominandolo capo di gabinetto, incarico da 120mila euro all’anno. Ma l’operazione, siamo sempre alle prese con la guerra tra bande all’interno del M5S, salta. E dunque il dirigente dell’Istat ripiega su un altro ruolo: vicesindaco. Sembra ancora di rivederli il giorno dell’ingresso del primo sindaco donna di Roma al Campidoglio. Fa caldo, i giornalisti sono accalcati dietro le transenne e i due arrivano a bordo di una mini-car elettrica di color turchese. Da mesi il grillino «più lucido del Campidoglio» prepara nei minimi particolari l’assalto al cielo. Innanzitutto scrive un libro. Dal titolo che è un manifesto politico: E io pago – tutti i soldi che gli italiani pagano per mantenere la capitale più corrotta e inefficiente d’Europa. Dentro ci sono numeri e fatti, la specialità di Frongia, soprattutto da profondo conoscitore della macchina amministrativa ci sono anche ricette: come quella di un piano segreto per rimettere in sesto le malandate casse pubbliche con risparmi per 1 miliardo di euro. Una chimera, certo. Ma che «Virginia» ripeterà con costanza in tutti i dibattiti. Nei mesi che precedono la grande scalata, si unisce alla compagnia anche Salvatore Romeo, funzionario del Campidoglio ed esperto di partecipate. Diranno: «Passavamo le notti a studiare carte e delibere, che tempi». C’è anche un’altra persona che li accompagna in questo percorso verso la gloria: si chiama Raffaele Marra, è un dirigente pubblico, un mister Wolf che spacca al centesimo tutte le carte. Eccoli, sono i «quattro amici al bar», come da celebre chat dove comunicano in maniera compulsiva, ma dove si scambiano, come fanno tutti, anche emoticon e foto simpatiche. Ma nel dicembre 2016 scatta l’arresto di Marra e a uscirne ridimensionato è anche Frongia: gli vengono tolti, su volere di Beppe Grillo, i gradi di vicesindaco e viene retrocesso ad assessore allo Sport. Allontanato anche Romeo e la diaspora dei 4 amici al bar. Si tratta di un fatto formale, perché la sintonia con la sindaca rimane altissima. Entrambi vengono comunque dal mondo del volontariato di sinistra. Lui prima di impegnarsi in politica col MoVimento è stato attivo nel volontariato, collaborando con Emergency e Libera, lei nel commercio equo e solidale.
Girano anche voci di un flirt tra i due. Lo scrive il settimanale Chi, condannato lo scorso mese a risarcire le parti. Il mondo del maestro di arti marziali (è cintura nera di judo) Frongia è fatto di calcoli e mosse. Anzi contromosse: «Bisogna sempre capire cosa fare dopo». Lo dice da campione di scacchi. Un’altra leggenda narra di una partita vinta con Davide Casaleggio. Stratega, veloce di testa, mai nervoso e molto calcolatore. E soprattutto con un cellulare pieno di segreti.