La Stampa, 22 marzo 2019
Biografia di Giampaolo Manca, il Doge
Metà della sua vita l’ha trascorsa a fare il criminale, l’altra metà in carcere. Giampaolo Manca, 65 anni, è stato uno dei più feroci componenti della Mala del Brenta, il sodalizio criminale che per due decenni ha seminato terrore a Nord-Est. Oggi il «Doge» (come lo aveva soprannominato l’ex boss Felice Maniero) dice di essere un’altra persona e che la sua conversione è avvenuta nella comunità romagnola dove il giudice, nel novembre 2017 lo ha mandato in affidamento dopo trentasei anni, sei mesi e due giorni di carcere: «Non ce la facevo più a stare in cella, durante un processo ho chiesto al giudice di sottopormi all’eutanasia e morire. Mi hanno concesso di uscire ed è cominciata la mia nuova vita».
Si è messo a scrivere la sua autobiografia e l’ha intitolata «All’inferno e ritorno», un libro che è diventato un caso editoriale perchè è in vetta alle classifiche di vendita nelle librerie del Nord-Est, grazie al quale potrà realizzare il suo sogno: «Voglio costruire una casa famiglia per i bambini abbandonati e per la madri in difficoltà – spiega accennando a un sorriso - . In pochi mesi ho raccolto un milione e 700 mila euro, ho creato un’associazione ed entro l’anno il progetto partirà». Quando Giampaolo Manca ripercorre la sua vita criminale il sorriso scompare, gli occhi diventano lucidi, lo sguardo si fissa sul pavimento. Era il capo dei «Veneziani» che controllavano il traffico di droga ed il mercato dei cambisti al Casinò. Tra le tante condanne anche quella per un triplice omicidio nel 1990 con i cadaveri sepolti lungo l’argine del Brenta. «Era un regolamento di conti deciso da Maniero – ricorda - . Non potevamo rifiutarci, ho dovuto uccidere un mio amico, un ragazzo che era sempre con me nelle rapine».
Alcuni assalti milionari sono passati alla storia, come il colpo alla Rolex di Ginevra che nel 1972 gli fruttò trecento milioni di lire e il furto da sette miliardi di brillanti e diamanti ad Amsterdam. Il «Doge» è stato il primo a portare l’eroina di Cosa nostra a Venezia, a 17 anni ha rubato in una chiesa di Venezia i quadri del Bellini ottenendo cento milioni di riscatto, nel 1968 ha rubato il motoscafo Riva di Aristotele Onassis, arrivato a Venezia per il Carnevale: «E’ stato il mio primo furto, non sapevo che appartenesse all’uomo più ricco del mondo. Avevo 14 anni e con mio fratello volevamo rubare lo yacht ma una volta dentro non sapevamo come manovrarlo e così abbiamo preso il motoscafo». Tutte le notti era fuori del Casinò con una valigetta piena di soldi in attesa dei clienti: «Eravamo i soci occulti della sala da gioco. Quando un giocatore aveva finito i soldi veniva da noi per un prestito che doveva saldare il giorno dopo con gli interessi del dieci per cento, in un anno cambiavamo assegni per cinquanta miliardi».
La storia di Manca diventerà presto un film. «Stiamo scrivendo il soggetto, poi ci sarà la sceneggiatura e per fine anno ci sarà il primo ciak – spiega da Parigi il produttore Francesco di Silvio - . Sarà un gangster movie ambientato interamente a Venezia con un cast importante». Di Silvio ha già incontrato Vincent Cassel, l’ex di Monica Bellucci, e gli ha proposto di interpretare il «Doge»: «Vincent è entusiasta del ruolo e di girare a Venezia, ora si tratta solamente di definire il budget e riuscire ad incastrare le date delle riprese con i suoi tanti impegni».
Anche Giampaolo Manca pensa che Cassel sia l’attore giusto per recitare la sua parte: «Un’espressione da duro, una faccia da bandito, proprio come ero io» – dice, ma poi spiega che dopo un anno e quattro mesi fuori dal carcere quell’espressione non c’è più: «Se stai a contatto con il male continui a fare del male ma se sei in mezzo al bene impari a fare del bene, è stata la mia nuova famiglia a farmi cambiare e adesso voglio che tutti, soprattutto i giovani capiscano che l’illegalità non paga». Tra tutti i crimini che ha commesso è il traffico di droga quello che non riuscirà mai a perdonarsi: «Eravamo senza scrupoli, banditi della peggior specie, quando hai tanti soldi non capisci più niente e con l’eroina guadagnavo miliardi – spiega con le lacrime agli occhi - . La droga ha ucciso tanti giovani, ho fatto star male tante famiglie, se adesso faccio qualche lacrima».