La Stampa, 22 marzo 2019
Gli annunci hard beffano il Fisco
Il market virtuale del sesso non osserva né festivi né giorni di riposo. Orario continuato, con sedi - ovviamente digitali - in 106 città italiane. Le offerte non mancano mai e ce n’è davvero per tutti i gusti. Lo scaffale degli annunci è ben organizzato, suddiviso in tante categorie: ci sono le proposte per donne che cercano uomini, per uomini che cercano donne, ma anche per omosessuali, coppie, amici e persino per chi si illude di trovare su questo angolino buio del web la propria anima gemella. Funziona tutto: chi cerca trova e chi mette a disposizione la grande vetrina online guadagna. E anche parecchio, stando ai primi accertamenti eseguiti dalla Guardia di finanza e dalla Procura della Repubblica di Bari.
La gara per la visibilità
Dietro la sterminata bacheca hot, quella di Bakecaincontri.com, c’è un giro d’affari da parecchi milioni di euro. Quasi cento a livello europeo, leggendo bene i primi dati raccolti dai militari delle Fiamme gialle. Una parte di questi incassi è fatta in Italia, eppure il fisco di casa nostra - secondo i magistrati pugliesi - non ha mai ottenuto un centesimo di tasse sul business del sesso. E non a caso proprio su questa stranezza la procura barese indaga oramai da qualche mese. Ha avviato le verifiche per quantificare il guadagno sugli annunci pubblicati in tutte le province italiane e ha ordinato ai finanzieri di eseguire alcune perquisizioni.
Il corteggiamento sembra essere roba d’altri tempi: sul più grande sito d’annunci a luci rosse si va subito al sodo. Niente giri di parole, proposte esplicite, talvolta fotografie e anche altri dettagli che non si possono riportare. Gli accordi si fanno in poco tempo: si chatta per qualche ora e poi ci si conosce. La ricerca è articolata. Perché le proposte per trascorrere una serata bollente interessano ben 23 nazioni e tutte le nostre regioni: da Vibo Valentia ad Aosta, da Novara fino a Palermo. Scorrendo sulla home page del sito sembra che pubblicare un’inserzione possa essere semplice e soprattutto gratuito, ma dopo la registrazione è necessaria la carta di credito. Il metodo è lo stesso di tutti i portali di annunci: si paga per mettere in evidenza il messaggio oppure per tenerlo online più a lungo. La spesa media per ogni cliente è di poche decine di euro, ma considerando il numero degli utenti attivi è possibile stimare un grande giro d’affari. Su questo, il Nucleo di polizia economica e tributaria di Bari, prova a verificare l’ammontare delle imposte dovute in Italia.
Registrarsi in realtà non è sempre facilissimo. Qualche volta bisogna concludere l’operazione attraverso Telegram, ma in altre circostanze è anche necessaria una video-chiamata. Che per usufruire di uno spazio privilegiato all’interno del sito sia necessario pagare non è un mistero. È scritto chiaro nella home, anche se in basso e molto in piccolo: «Talune funzionalità specifiche del sito sono a pagamento - recita l’articolo 5 del regolamento di utilizzo -. I servizi a pagamento non sono rimborsabili, nemmeno per le pubblicazioni rimosse, ritardate, omesse o riposizionate».
Le tracce fino a Madeira
La società che è proprietaria del sito (regolarmente citata nella home page) ha sede sull’isola di Madeira, nel centro della città di Funchal, la patria di Ronaldo. Formalmente una società italiana non esiste, ma la Procura di Bari e gli uomini della Finanza hanno individuato alcune persone che si occuperebbero della gestione degli affari dalle nostre parti. Gli indagati per omessa dichiarazione dei redditi al momento sono due e nei loro confronti, la settimana scorsa, sono scattate le prime perquisizioni. Una è stata fatta anche all’aeroporto torinese di Caselle, al momento del ritorno a casa di quello che i finanzieri considerano il responsabile della sezione italiana della vetrina a luci rosse.