ItaliaOggi, 22 marzo 2019
Soresina: grana padano contro gilet gialli
Grazie alla cooperazione non vi è stata nessuna rivolta degli allevatori in Italia (tranne che in Sardegna) mentre in Francia essi si sono aggregati ai gilet gialli. Infatti il prezzo del latte, almeno nelle regioni del Centronord, è abbastanza remunerativo in virtù della catena produttiva che lo trasforma, per esempio, nel grana padano. Come insegna il case history di Latteria Soresina, sede nell’omonima località, in provincia di Cremona, che ritira dai propri soci 1.200 tonnellate di latte all’anno e prevede una cospicua crescita del quantitativo dalla seconda parte del 2019 poiché ha acquistato altre 20 mila quote-latte, cioè la possibilità di aumentare la produzione e rafforzare la propria leadership, tagliando il traguardo (a fine anno) delle 500 mila forme. La coop è prima in classifica nel settore del grana padano, con un fatturato di oltre 400 milioni di euro (acquista l’11% del latte della Lombardia, quasi il 5% di quello nazionale). Dice il presidente, Tiziano Fusar Poli: «Produciamo anche altri formaggi, tra cui il parmigiano-reggiano e il provolone, oltre al burro, ma il core business continuerà ad essere il grana padano, che nell’ultimo decennio ha remunerato il latte meglio di molte altre linee di prodotto, fattore essenziale per lo sviluppo delle nostre campagne».Insomma, sul latte l’Italia batte la Francia. «Il made in Italy lattiero-caseario», aggiunge Fusar Poli, «può essere, pensando all’export, uno dei fiori all’occhiello del nostro sistema agroindustriale». Anche per questo lui ha deciso di investire 15 milioni di euro in un nuovo burrificio in modo da raddoppiare le produzione, arrivando a 10mila tonnellate annue. Se poi si riuscirà a difendere l’italianità dei prodotti dalle falsificazioni sui mercati esteri il business potrebbe più che raddoppiare.