la Repubblica, 21 marzo 2019
Dinastia Maldini, ora tocca a Daniel
«Sono molto felice di vestire la maglia azzurra: voglio onorarla e spero un giorno di riuscire ad arrivare in Nazionale maggiore, come mio papà Paolo e mio nonno Cesare». Il manifesto programmatico di Daniel Maldini, figlio e nipote d’arte, ultimogenito di una straordinaria dinastia, è quello di un ragazzo dalle idee chiarissime. Il giovane trequartista del Milan, 18 anni il prossimo 11 ottobre, esordirà domani in Olanda con l’Under 18, ma non vuole certo fermarsi qui.
La sua ascesa si inquadra nella crescita rapida di una generazione di talenti che mancava dal 2004, anno dell’ultimo Europeo Under 21 vinto dagli azzurrini e preludio al titolo mondiale dell’Italia di Lippi a Berlino. Il secondo posto all’Europeo 2018 dell’Under 19 di Kean, Zaniolo e Tonali ha schiuso prospettive impensabili e sta bloccando un fenomeno diffuso nell’ultimo quinquennio: la caccia all’oriundo. Se l’innesto di Jorginho, brasiliano cresciuto in Italia, si è rivelato per ora felice al di là delle difficoltà contingenti del Chelsea di Sarri, e se Eder, Motta e soprattutto Camoranesi avevano dato parecchio a Conte, Prandelli e Lippi, c’è chi ha fatto dietro- front: Vazquez, dopo il debutto in azzurro, ora gioca nell’Argentina ed è recentissimo il caso di Luiz Felipe, che dopo avere detto sì all’Under di Di Biagio è tornato indietro, col sogno della Seleçao, ala quale Mancini ha lasciato l’ex pupillo Telles. Né il ct sembra smaniare per Pussetto, italo-argentino dell’Udinese. «Nessuno deve avera un’altra Nazionale in testa» : è la parola d’ordine. Con ragazzi come Maldini junior all’orizzonte, forse gli oriundi non servono.