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 2019  marzo 20 Mercoledì calendario

Il nuovo codice degli appalti

Dal ritorno in grande stile del massimo ribasso al subappalto libero. Ecco il modo con cui un governo che poche settimane fa si vantava di aver spazzato via la corruzione pensa ora di far ripartire 600 opere pubbliche paralizzate. Demolendo proprio alcuni capisaldi della lotta al malaffare faticosamente affermati. 
Il decreto sblocca-cantieri è ancora una bozza, ma quello che c’è dentro fa ben capire la direzione di marcia. Non si parla più di sanatorie, è vero. Ed è anche saltata la follia più folle, quella di alzare fino a 5 milioni il limite per aggiudicare i lavori pubblici senza gara: anche se la soglia è stata comunque portata da 150 mila a 350 mila euro, il che farà sparire le gare per gli appalti meno grandi. 
In compenso, però, le mosse che dovrebbero rilanciare le opere guardano tutte a un passato affollato di ombre. 
Si comincia stabilendo che l’aggiudicazione degli appalti deve avvenire “sulla base del criterio del minor prezzo ovvero, previa motivazione, del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”. Viene così riesumato il deprecabile massimo ribasso, ossia quel sistema per cui le imprese ottenevano i lavori a prezzi stracciati salvo poi recuperare i soldi con gli interessi grazie a varianti, riserve e arbitrati. Un sistema capace in decenni di aprire la strada alle più gravi degenerazioni mortificando la concorrenza e la qualità delle opere. Se la nuova formula passerà, la cosiddetta “offerta economicamente più vantaggiosa”, che non si basava esclusivamente sul prezzo ma teneva in considerazione anche gli elementi qualitativi, verrà ammessa solo in subordine e con precisi motivi. Mal sopportata, ora sarà definitivamente accantonata.
E se il diavolo si nasconde nei dettagli, questa bozza è un autentico inferno. Come dimostra la norma che modifica l’articolo 105 del codice degli appalti tuttora in vigore. Quell’articolo fissa l’obbligo per i partecipanti a una gara di comunicare preventivamente l’identità degli eventuali subappaltatori, che non devono avere guai con la giustizia. Lo stesso articolo vieta a chi si aggiudica un’opera pubblica di dare lavori in subappalto agli altri partecipanti risultati sconfitti. Tutto questo per rendere più trasparenti i subappalti e soprattutto evitare accordi sottobanco fra le imprese, per cui vince una ma lavorano anche gli amici che hanno perso, come si faceva una volta. Con le modifiche previste dalla bozza, però, adesso salterebbe tutto: via l’obbligo di comunicare l’identità dei subappaltatori e il divieto di subappaltare agli sconfitti. 
E proprio come ai tempi dei direttori dei lavori compiacenti e dei collaudi senza freni, quando ben 36 dirigenti del ministero delle Infrastrutture venivano omaggiati con prelibati incarichi da collaudatore del Mose, arriva pure il colpo di spugna sui rispettivi albi. 
Per non parlare di altre stravaganze. Gli espropri, per esempio: sarà possibile avviarli anche soltanto in presenza di un piano di fattibilità dell’opera. Ma se poi l’opera fattibile non si fa? Boh... Oppure i controlli: si potrà esaminare l’offerta anche prima di aver verificato i requisiti di chi l’ha presentata. Ma se poi quello i requisiti non ce l’ha? Boh... Quanto all’istituzione di una nuova authority battezzata Andig, che sta per “Agenzia per la sicurezza delle dighe e delle infrastrutture idriche”, se ne sentiva davvero il bisogno?
Questo decreto definito sblocca-cantieri, che riscrive pezzi del codice degli appalti, ha nelle sue parti principali il marchio di fabbrica inconfondibile della Lega. 
Del resto il Movimento 5 Stelle è ormai abituato a farsi passare sotto il naso le furbizie del suo ingombrante socio di governo. Ma stavolta una zeppa l’ha piazzata bene, nell’articolo 23 del codice degli appalti: dove verrà prescritto, dice la bozza, che “il progetto di fattibilità individua, tra più soluzioni, quella che presenta il miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività”. Dunque, prima di decidere di fare un’opera se ne dovranno valutare alcune versioni da sottoporre ciascuna al mitico esame modello Tav, e che vinca la migliore. Un passaggio burocratico in più, e che passaggio. Se questo è il turbo per i cantieri, stanno davvero freschi...