il Fatto Quotidiano, 20 marzo 2019
Intervista a Silvana De Mari
Silvana De Mari, scrittrice, è nata a Caserta.
La dottoressa Silvana De Mari, 65 anni, è tante cose: ex chirurgo, psicologa, affermata autrice di Fantasy, relatrice del World Congress of Families di Verona, firma de La Verità. Ma, al momento, a causa delle sue posizioni, è la figura più odiata dal movimento Lgbt (e non solo): “Un picco di notorietà – dice – a cui avrei volentieri rinunciato”.
Lei denuncia “fiumi di odio e menzogne sul congresso di Verona” e in particolare su di lei. Davvero si stupisce che i temi proposti – e i toni – urtino molte sensibilità?
Mi impressiona il falso: a me sono attribuite frasi mai dette, la fake news che Lucy Akello sia favorevole a pena di morte o ergastolo per i gay, rimbalza dappertutto. Le nostre idee sono francamente banali: permettere alle donne di diventare madri quando lo vogliono con aiuti economici importanti e decenti; pretendere almeno un anno di astensione dal lavoro a stipendio pieno per la madre e vorremmo che fosse sempre detta la verità nel consenso informato per l’aborto volontario: lei potrebbe rimpiangerlo.
Lei è considerata la “dottoressa anti-gay”. Recentemente è stata condannata per diffamazione.
La denuncia presentata dal coordinamento Pride di Torino toccava diversi punti, e sono stata condannata solo per un’affermazione. Per tutte le altre sono stata assolta, e quindi abbiamo abbattuto l’ennesimo paletto che mina la libertà di tutti: grazie a me, e grazie ai miei straordinari avvocati, ora si può dire che l’uso ricreativo dell’ultima porzione del tubo digerente nuoce alla salute. Sono stata condannata per aver affermato che nella sua corsa al vietato vietare, il movimento Lgbt sta portando a una maggiore tolleranza per l’“amore senza limiti di età”.
Lei scrive: “Amo profondamente le persone che si dichiarano omosessuali, al punto tale da rischiare un linciaggio tutti giorni per affermare che il loro stile di vita è biologicamente perdente e assolutamente reversibile”. Insomma, la dovrebbero ringraziare?
Lo stanno già facendo. Molti mi chiedono le linee teoriche di quello che sto dicendo, consiglio libri, mi contattano per pareri medici, molti non sapevano i rischi che si corrono in un battuage e in una dark room. Mi dicono che di me si fidano, perché sono antipatica, ma dico la verità.
Non le è mai passato per la testa che esistano omosessuali felici e realizzati?
Penso che chi usa gli organi in senso antifisiologico stia esprimendo una ferita, e che quel comportamento ripari quella ferita. A voi cosa cambia se penso questa cosa?
Lei punta spesso il dito contro il sesso anale e ci ha detto il perché. Ma se una coppia gay (o etero) sceglie liberamente di praticarlo, perché mai dovrebbe fregarcene qualcosa?
Se sceglie liberamente, nulla da eccepire. Tra maschi, niente da dire: i maschi hanno il testosterone, hanno forza fisica e aggressività. Tra di loro è verosimile che la scelta sia libera. Le donne no. Molte donne, grazie a me, hanno preso il coraggio di dire no e di mandare al diavolo il partner.
Nessun imbarazzo a sedersi al tavolo di chi vorrebbe pena di morte per i gay?
Mi riempio di collera davanti alla signora Bonino che si copre la testa quando va a parlare con i vertici dell’Iran; la signora Mogherini che dialoga serenamente con Hamas senza chiedere conto dei ragazzi buttati giù dal quinto piano. Nessuno rimprovera questo crimine all’Arabia Saudita. A parte me, Oriana Fallaci e Magdi Cristiano Allam, non mi risulta che nessuno ne parli.
Lei scrive: “Una donna di 25 anni disoccupata ha la libertà di abortire ma non di diventare madre perché questa libertà non ha valore”. Scusi, ma chi lo nega? Chi non la considera un valore?
Lo Stato, per esempio, che dà gli asili nido e non un congedo di maternità di almeno un anno, e che non ha mai previsto un reddito di maternità.
I movimenti pro-vita promuovono il divieto assoluto al diritto alla genitorialità al di fuori della cosiddetta famiglia tradizionale.
Guardi, sta confondendo con l’Iran. I movimenti pro-vita si battono contro le gravidanze che cominciano fuori dall’utero e mettono insieme gameti di persone che non si conoscono tra di loro per progettare la nascita di bambini amputati di un genitore e di metà della loro ascendenza. La donazione di ovuli può scatenare la terrificante sindrome da iperstimolazione ovarica. Sempre più numerose si alzano le voci dolenti dei figli fabbricati con metà della loro genealogia cancellata. La gravidanza per altri è vietata da qualsiasi società civile.
Anche la tanto decantata famiglia tradizionale ha le sue disfunzionalità. O no?
Può essere disfunzionale, cattiva, mostruosa, ipocrita, brutta, ma dispone di un tizio e di una tizia dotati rispettivamente di spermatozoi e ovuli che tra loro concludono cose interessanti, senza provette, senza aghi, senza anestesie, senza sindrome da iperstimolazione ovarica, senza rischio di aborto e nascita prematura moltiplicati. E dato che la natura segue linee logiche, se ci vogliono ovulo e spermatozoo per fabbricare il pargolo, è perché il nuovo bambino ha bisogno di un padre e di una madre.
Non pensa che certe parole possano causare dolore a chi non ha ancora, per condizioni sociali e familiari, la libertà di esprimere la propria omosessualità? Non staremmo meglio senza insegnare agli altri a stare al mondo?
È una condizione drammatica e ingiusta che le persone non possano esprimere la condizione omosessuale che credono di avere, per questo ho sempre combattuto perché non possano esserci persecuzioni.