La Stampa, 20 marzo 2019
La Marianne libera il calcio al femminile
La partita d’esordio del mondiale femminile, Francia-Corea del Sud del 7 giugno, non ha più biglietti in vendita. Il Parco dei Principi è esaurito e in generale il torneo ha già staccato 600 mila ingressi.Il calcio femminile si muove piano, ma deciso e ha una faccia che è destinata a segnarne la storia anche perché è presa direttamente da lì. Sul poster ufficiale dei Mondiali 2019 c’è una donna decisa, fiera, una figura che richiama quella della Marianne. E siamo in Francia, il gioco è facile ma il simbolo della République è pure quello della libertà, della parità. In origine pure della rivoluzione e questo manifesto in effetti rivolta qualche stereotipo. La coppa sullo sfondo e un’immagine potente che strappa con l’iconografia di un passato da pioniere. Prima erano figurine stilizzate un po’ retrò, ombre disegnate sopra gli stadi e poi proposte un po’ più elaborate e vagamente dolci, con le chiome che sfumavano nella natura del Canada per l’ultima edizione. Ora lo sguardo si fa più sicuro e il messaggio forte, si accompagna a uno slogan a cui ancora si può lavorare: «Dare to shine», il coraggio di brillare, anche se qui non si tratta di farsi notare ma di lasciare il segno. Lo sanno gli organizzatori, lo sanno le protagoniste, lo sa l’Italia rientrata nel giro che conta dopo 20 anni e soprattutto nella stagione buona. Quella in cui il calcio delle donne è pronto a svoltare. La Marianne è perfetta per il momento, determinata e pure bella perché si porta dietro le ambizioni migliori e la determinazione necessaria. I capelli si muovono al vento del cambiamento, non solo nel calcio, ma quello era un feudo e ora è un terreno di confronto. Il gioco evolverà, è destinato a farlo, però lo sguardo orgoglioso non è lì solo per puntare a un orizzonte da raggiungere, è lì per convincere. Subito.