Il Messaggero, 19 marzo 2019
Al Bano: «Non sono un terrorista»
Albano Carrisi, cantante, è nato a Cellino San Marco.(non ricordo se l’avevo già messo)
«A me l’etichetta di terrorista non me la deve dare nessuno, l’accusa la rimando la mittente»: Al Bano è infuriato e sul piede di guerra. Il fatto di essere stato infilato nella lista nera degli individui considerati minaccia alla sicurezza nazionale dell’Ucraina non gli va giù in nessun modo. Lo trova un insulto ed è pronto ad alzare la sua voce, che come sappiamo è in grado di raggiungere note altissime. Così il suo avvocato, Cristiano Magaletti, ha intanto annunciato che è pronto a passare al contrattacco. L’intenzione è di ricorrere alla Corte Europea dei diritti dell’uomo «perché questo può diventare un pericoloso precedente – dice il legale Si tratta di una vicenda che non deve essere trattata con superficialità, ma va dibattuta con la rabbia di chi si trova a subire un’enorme ingiustizia». E non finisce qua: si vuole coinvolgere anche il governo italiano perché intervenga diplomaticamente e si pensa anche di chiedere un risarcimento danni per quanto detto e fatto.
Al Bano ha intenzione di chiedere soldi all’Ucraina?
«Sì, ma se mai dovessero pagare, quei soldi dovranno andare tutti in beneficenza, in particolare dovranno essere destinati a un ente ucraino».
Sta dicendo che quella black list che le impedisce di andare in Ucraina è, per lei, anche un danno professionale?
«Ma che danno vuoi che sia andare a cantare ogni quattro o cinque anni in Ucraina? Pensa che, giusto cinque anni fa, feci un concerto a Yalta alla presenza di quello che era il loro presidente di allora».
A quel tempo però non c’era stata ancora la guerra.
«No, non c’era ancora».
Che effetto fa essere il primo cantante della storia a essere messo in una black list da un Paese?
«Ma non è ridicolo? Questa è una faccenda strana. Riguarda la guerra che è ancora in atto con la Russia. Tutti quelli che si sono esibiti in Russia vengono colpiti dall’Ucraina. È una storia loro, io che cosa c’entro?».
Già, ma anche Toto Cutugno c’è finito dentro. Vi siete sentiti per caso?
«Non dopo che se la sono presa con lui. Toto mi aveva mandato un messaggio quando è uscita questa storia che ero finito nella lista nera. E, visto che il 23 ha programmato un concerto a Kiev, mi ha scritto: Sto andando in Ucraina, parlerò io con il presidente. E dopo un paio di giorni è toccato a lui».
Cutugno ha annunciato che partirà ugualmente per Kiev, nonostante la richiesta di metterlo nella lista nera. Lei sarebbe disposto a provare ad andarci?
«Non ho nessuna intenzione di andarci, mi devono trattare da persona di pace quale sono sempre stato».
Il suo avvocato ha parlato anche di coinvolgere Strasburgo e il ministero degli Esteri, invitandolo a intervenire con le vie diplomatiche per ottenere l’immediata cancellazione del suo nome dalla black list.
«Devo capire con lui cosa possiamo fare. Ma tutto quello che sarà possibile mettere in piedi lo faremo. Non è accettabile essere trattato da terrorista. Io sono un cittadino del mondo e amico di tutti, devo essere libero di andare in Ucraina se ci voglio andare. Questa è un’ingiustizia tremenda».