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 2019  marzo 17 Domenica calendario

Perché la matematica spaventa i bambini

Chi ha paura della matematica? Moltissimi, se esiste una precisa condizione che si chiama “ansia da matematica”, come dimostra uno studio dell’università di Cambridge, che ha intervistato un campione di 1.000 studenti italiani e 1.700 studenti inglesi delle scuole primarie e secondarie. Esiste anche una parola più tecnica: la matofobia, la paura della matematica, per l’appunto. Del resto basta riandare a come affrontavamo il giorno dell’interrogazione o del compito in classe di matematica. Al confronto perfino la versione di greco era una passeggiata. Ma lo studio, condotto dal Centro per la neuroscienza nell’educazione, vuole chiarire quali sono le cause dell’ansia da matematica, e chi sono, per così dire, i portatori più o meno sani. Ed è emerso, abbastanza sorprendentemente, che il contagio avviene tramite i genitori e i professori degli alunni. Sono loro a inoculare l’ansia nei ragazzi, un timore che attanaglia non solo le schiappe, ma anche quelli che hanno la sufficienza o più; inevitabilmente, però, anche questi, dimostra la ricerca, finiranno per peggiorare il loro rendimento. Lo studio è motivato anche dal fatto che, in Gran Bretagna, c’è una sorta di allarme matematico: nel 2014 un rapporto ha svelato che quattro adulti su cinque hanno scarse abilità matematiche, mentre le capacità letterarie e linguistiche sono deficitarie in meno della metà della popolazione. L’Inghilterra, insomma, la patria di Newton e di Hawking, due dei più grandi matematici di tutti i tempi, non sa più fare i calcoli.

INETTITUDINE
Un tempo si credeva che l’inettitudine matematica fosse dovuta principalmente a fattori cognitivi, ma ora si ritiene che la causa sia soprattutto psicologica ed emotiva. Una sorta di paralisi del cervello, spaventato e insicuro di fronte a quel linguaggio astratto, dove non ci sono sfumature e i risultati devono essere glacialmente esatti. L’impersonalità della matematica, che è una delle sue virtù perché appunto rende le sue tecniche e i suoi risultati universali, è proprio una delle ragioni per cui si può trasmettere l’ansia. 

INTIMORITI
Alcuni studenti delle scuole superiori inglesi hanno riferito che l’atteggiamento distaccato, la scarsa umanità, diciamo così, dei loro professori di matematica, li intimoriva e li faceva sentire non all’altezza. Altre cause sono state individuate nel cambiamento troppo frequente dei metodi d’insegnamento, o nel sovraccarico di test e di compiti a casa. Inoltre, come dicevamo, si è scoperto che anche quelli bravi in matematica sono esposti: infatti il 77% (i tre quarti) di quanti soffrono di ansia da matematica sono studenti dai voti buoni, rivela uno studio del 2018. E proprio come quel nostro compagno, che andava tanto bene, e che un giorno abbiamo visto improvvisamente scoppiare in lacrime in preda a una crisi di insicurezza, questi “bravi matematici ansiosi” sono paradossalmente più vulnerabili, infatti i professori tendono unicamente a preoccuparsi del loro rendimento, e non vedono le crepe nella loro emotività, che pure ci sono e scavano nel profondo della loro autostima. Alla fine, questi studenti, che potenzialmente sarebbero molto brillanti in tutte le materie scientifiche, finita la scuola rischiano di abbandonare per sempre la matematica, liberandosene come da un incubo.

TROPPO COMPLESSA
Purtroppo, l’ansia da matematica innesca un circolo vizioso: lo studente ansioso (anche quelli bravi) finirà, nel lungo termine, per prendere brutti voti, e i brutti voti aumenteranno la sua ansia, la quale genererà altri brutti voti e così via. Come scongiurare questa spirale di panico e votacci? Lo studio fornisce alcune raccomandazioni indirizzate soprattutto a genitori e professori. In primo luogo, bisogna essere empatici, imparare ad ascoltare anche i messaggi emozionali degli studenti, non guardare solo al profitto. E, poiché l’ansia da matematica colpisce perlopiù le femmine, occorre astenersi dal diffondere stereotipi di genere, cioè, in parole poverissime, che le donne sarebbero negate per i numeri. È vero, la matematica è una materia in sé complessa, e le prime difficoltà emergono molto presto, già a sei anni. Ma, dopo, i condizionamenti psicologici giocano un ruolo estremamente importante. Continuare ad esempio a ripetere che la matematica è incomprensibile e difficilissima, e che chi riesce è “un genio”, non fa che aumentare l’ansia dei ragazzi. Invece, tutti possono essere matematici, anche se non diventeranno nuovi Newton o Hawking.