Il Sole 24 Ore, 17 marzo 2019
Come progredisce la civiltà?
Si può dire questo? che il progresso della civiltà umana consiste nella miniaturizzazione dei suoi utensili; cioè a parità di funzione c’è via via un impiego minore di materiali, risparmio. Le asce primitive fatte con una pietra scheggiata avevano dieci centimetri di taglio e pesavano un chilo. Poi con un colpo di genio o forse con una lunga pensata in un loro primitivo laboratorio, si sono utilizzate le schegge che pesavano un etto e avevano lo stesso taglio (lo dice più o meno Leroi-Gourhan che ha studiato le selci del paleolitico), fino al rasoio dei vecchi barbieri, alla lametta, e al rasoio usa e getta che ha solo il filo sottile di lama, con un impiego d’acciaio minimo. Ugualmente per trafiggere il nemico o un fagiano: l’asta era pesante, si sarebbe dovuto ingrossare il braccio del lanciatore, ma questa non è la via del progresso, perché implica più bistecche, più steroidi, è stata inventata invece una lancia in miniatura, la freccia, e poi l’arma da fuoco che in pratica spara solo la punta di una freccia, risparmiando sul legno e sul peso. Un’auto da duecento cavalli è molto meno ingombrante di duecento cavalli. Certo dietro c’è la tecnologia e lo studio, ma l’obiettivo è il rimpicciolimento. Il motore di una nave romana erano duecento schiavi ai remi, sommate il peso dei remi e degli schiavi, il personale addetto alla frusta, che corrispondeva all’acceleratore, il tamburo che corrispondeva al contagiri, poi le catene: se uno schiavo corrisponde a un pistone, per un pistone non c’è il rischio di fuga o di rivolta, un pistone fa il suo lavoro diligentemente e non anela alla libertà, perché in libertà non saprebbe che fare; anche un pistone può venire dalla Germania o dalla Gallia (che oggi si chiama Francia), anzi le componenti meccaniche tedesche sono tuttora particolarmente apprezzate, come erano apprezzati i rematori germanici, robusti, ben fatti, sopportavano anche le alte temperature della bassa stiva, l’unico difetto era l’ingombro, rispetto a un moderno pistone; coi cento chili dello schiavo germanico ci venivano almeno duecento pistoni, voi capite il risparmio. Poi il cibo rispetto al petrolio, uno schiavo con un litro di petrolio fa poca strada; poi i fumi della combustione, oggi c’è la marmitta catalitica, al suo posto girava tra i banchi dei rematori un vaso, ciascun rematore scaricava ogni ventiquattr’ore almeno tre etti di materia combusta discretamente inquinante (lo schiavo germanico scaricava di più, perché era grosso di cilindrata), tre etti moltiplicato duecento fa sessanta chili, più di mezzo quintale, pensate a un motore che emette ogni giorno mezzo quintale di escrementi, più i fumi in proporzione. Poi va aggiunto che gli schiavi erano sensibili al cristianesimo, che dal punto di vista dei romani era una specie usura, fin che lo schiavo cristianizzato diveniva inservibile. Un pistone sa che non avrà vita eterna; il cristianesimo allora si spaccerebbe da olio lubrificante garantito per un numero illimitato di chilometri: «con la nostra marca di olio lubrificante vivrai in eterno». Su uno schiavo attecchirebbe, anzi ha attecchito; mentre i pistoni sono e restano atei, per via della loro semplicità data dal peso ridotto che non permette un cervello e pulsioni irrazionali; se un pistone cedesse, cioè usasse il cristianesimo invece dell’olio quattro stagioni ad esempio, immediatamente si troverebbe surriscaldato e cotto. Mentre gli schiavi nell’anfiteatro consideravano i leoni equivalenti a una sostanza lubrificante che li avrebbe preservati in eterno, oltre ogni rottamazione, con un conseguente alto consumo di schiavi, cioè un’ingente massa di materiale organico per ottenere energia propulsiva e movimento.
Ma continuiamo a esaminare la questione del rimpicciolimento in ciò che ci circonda. Gli esempi sono tantissimi. Prendiamo una cosa importante per la sopravvivenza del genere umano: l’accoppiamento di un uomo e una donna. In passato (e in parte ancora) il rito del corteggiamento era un apparecchio dispendioso e abbondante, che implicava ad esempio locali da ballo ove far convergere in uno stesso ambiente individui maschili e femminili, quindi costruzioni apposite in mattoni e cemento con putrelle a lunga campata di varie tonnellate, e ambienti contigui per abbeverare i maschi e le femmine affaticati dalla ricerca e dalle mosse acrobatiche. E poi le orchestre che presuppongono la fabbricazione di strumenti, violini, viole, ma anche violoncelli e contrabbassi di dieci o dodici chili, trombe, tromboni; la cetra, estremamente ingombrante ma molto utile per la secrezione ormonale e la facilitazione dell’intesa; si deve concepire l’orchestra come un mezzo che col suo frastuono toglie l’imbarazzo dei discorsi chiari sullo scopo riproduttivo e permette il linguaggio mimico ancestrale. Ma un’orchestra quanto pesa? Una media orchestra può essere sui cinquanta quintali? Già con la musica rock si è andati verso l’alleggerimento, quattro o cinque componenti, sei quintali con gli strumenti e l’amplificazione, il che è già una notevole riduzione. E poi i fiori, grandi serre per coltivare i fiori eventualmente da offrire, e così via, automobili decappottabili, tutto il sistema marino per l’esposizione al sole, perché l’esposto inscurito significa disponibilità al congiungimento. C’erano anche i juke-box, quanti metri cubi di materiale? In totale, ma è difficile calcolare il totale, veniva impiegata un’apparecchiatura immensa, elefantesca, per fare incontrare un uomo e una donna e eventualmente farli procreare. Oggi con l’elettronica tutto questo viene a poco a poco spazzato via e scomparirà. Mi dicono che oggi occorre un computer o anche solo un telefonino (due etti), l’abbonamento a internet, i ripetitori (che sono strutture leggere di telaio metallico), una centrale di smistamento, e tutto il sistema per la riproduzione mammifera è smaterializzato. Si danno le proprie caratteristiche in siti internet appositi, altezza, professione, hobby, esattamente quello che ci si diceva ballando, età, questo ballando non lo si chiedeva, per educazione, lo si intuiva, con frequenti abbagli e ripensamenti, il che aumentava i balli con aumento della spesa energetica e dell’uso di orchestre, sale, bevande, e quindi camion che riforniscono la zona-rinfreschi di bibite, birre, tutte cose che vengono dalla coltivazione dei campi, trattori, concimi per il malto, il luppolo … I siti seri esigono un documento d’identità, che può essere immateriale.
Un matrimonio non sarà diverso da un acquisto via internet. Chi vuole sposarsi specifica le caratteristiche del prodotto matrimoniabile, dà le proprie perché l’acquisto è vicendevole. Supponiamo che i dati richiesti siano cinquanta, incluso odore, alito, sudorazione; ci può essere una sorta di collaudatore, o quello che chiamano naso elettronico che certifica; si specificano i gusti, anche qui ci può essere un test: preferisci il mare o la montagna? preferisci il treno o l’auto?, preferisci il polo sud o il polo nord? (sembra insensato, ma è un indice di tratti caratteriali subconsci), preferisci la luna o il sole (idem), preferisci la poltrona o il divano (se uno pensa che sia una sciocchezza non sa cosa nasconde l’animo umano), preferisci il progresso o la stagnazione (la preferenza per la stagnazione dà luogo ai matrimoni migliori), preferisci il tè o l’acqua bollente, preferisci la testa o la coda, e così via. Anche quando si acquista una pentola senza averla vista e provata, si specificano i requisiti, acciaio o alluminio, antiaderente o smaltata; altrettanto per una moglie (e un marito), se corrispondono alle richieste non c’è ragione perché non soddisfi. La si può chiedere anche chilometro zero, perché non invecchi durante il trasporto e perché resti morbida. Te la mandano sterilizzata e impacchettata, il marito che aspetta a sua volta si fa sterilizzare (o viceversa, dipende da chi mette a disposizione la casa che sarà la casa matrimoniale). Si pensi ai germi di una sala da ballo, all’orchestra di solito neppure pastorizzata o disinfettata. Il marito (o viceversa) apre il pacco, la moglie viene fornita con un piccolo respiratore, il pacco deve essere ermetico, non va tenuto al sole, ha un alto e un basso; se la moglie venisse a piedi potrebbe contaminarsi, mangiare cipolla al mercato, cambiare idea. Il marito apre il pacco, toglie la stagnola, sono entrambi emozionati (lo si è anche ricevendo solo una pentola), ci sono le istruzioni, tenere la luce bassa, chi è miope non si metta gli occhiali, ciò che resta un po’ indeterminato ha più fascino (il romanticismo è nato da un difetto alla vista), non detergere con sostanze abrasive, non graffiare o incidere con oggetti taglienti, le istruzioni cautelano da atti impulsivi al primo incontro; da consumarsi a temperatura ambiente (questo perché ci sono maniaci del ghiaccio o del surriscaldamento: anche una pentola surriscaldata si deformerebbe o perderebbe le caratteristiche organolettiche). Moglie e marito si trovano di fronte, il più è fatto; corrispondono alle aspettative? Sì, è inevitabile, se la descrizione era precisa. È l’uomo dei miei sogni! (e viceversa), meglio di ciò che si raccatta casualmente in una sala da ballo, e senza l’ingombro di orchestra, luci stroboscopiche, ombrelloni, cabine, crociere … Tutto è miniaturizzato con l’elettronica, e in un futuro successivo anche la fecondazione potrà avvenire via etere. Spero d’aver convinto.